In arrivo misure per il credito alle pmi: le ha promesse il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali all’Assemblea della banca. Dare più liquidità alle banche, e quindi maggiore concessione di credito alle Pmi, ha detto, è l’obiettivo delle misure concordate con la Bce. Queste le parole di Visco:
Nelle prossime settimane la Banca d’Italia varerà misure per migliorare ulteriormente la situazione di liquidità delle banche e agevolare per tale via la concessione di credito alle piccole e medie imprese. Sarà ampliata la gamma dei prestiti utilizzabili a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema. Innovazioni nelle caratteristiche dei contratti consentiranno alle banche di stanziare tipologie di prestiti, quali le linee di credito in conto corrente, diffuse tra le aziende minori. Sarà permesso utilizzare portafogli di crediti, con una gestione più flessibile del collaterale e con minori scarti di garanzia; sarà possibile includere i mutui ipotecari concessi alle famiglie.
Prestiti deteriorati, risorse sprecate
Il principale ostacolo all’offerta di finanziamenti, continua Visco, è tuttora costituito dall’elevato rischio di credito. I prestiti bancari deteriorati, al netto delle svalutazioni già effettuate, sono saliti al 10% di quelli complessivi; le sole sofferenze costituiscono il 4 per cento.
In una fase di forte preoccupazione degli intermediari sulla solidità e le prospettive dei debitori, la carenza di credito è stata attenuata dalla concessione di garanzie pubbliche.
Accogliendo oltre 77.000 domande, nel 2013 il Fondo centrale di garanzia ha consentito prestiti per quasi 11 miliardi. Recenti interventi hanno ampliato la platea dei beneficiari del Fondo e hanno più che raddoppiato, rispetto agli anni precedenti, le risorse stanziate per il triennio 2014-16.
Queste risorse sono tuttavia in parte destinate a finalità diverse da quelle originariamente previste. Non bisogna disperderle: la frammentazione degli interventi rischia di ridurre l’efficacia di uno strumento il cui scopo deve rimanere quello di facilitare l’accesso al credito di imprese piccole e medie indebolite dalla recessione ma fondamentalmente sane.
Vigilanza, Visco chiede di cacciare gli amministratori delle banche
Il governatore di Palazzo Koch evita un riferimento diretto ai terremoti che hanno coinvolto il sistema bancario, come l’inchiesta sulla truffa a Banca Carige che ha portato in carcere l’ex numero uno Giovanni Berneschi. Ma insiste per un’azione «ancora più incisiva» della Vigilanza, dalla segnalazione della quale è derivata proprio l’inchiesta su Carige. Visco ha richiesto «l’attribuzione alla Banca d’Italia del potere di rimuovere – quando necessario e sulla base di fondate evidenze – gli amministratori di una banca dal loro incarico, prevista dalla proposta di recepimento della direttiva europea sui requisiti di capitale».
Tenere separate fondazioni e banche
Il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco torna anche a chiedere il rafforzamento della separazione fra fondazioni e banche «non consentendo il passaggio di vertici dell’una agli organi dell’altro» ed «estendendo il divieto di controllo ai casi in cui esso è esercitato di fatto, anche congiuntamente con altri azionisti».
Banche: aumenti di capitale per 60 miliardi
Le banche italiane hanno realizzato dal 2008 al 2013 aumenti di capitale e autofinanziamento per 60 miliardi di euro con un «rafforzamento che è ancora in corso» e tutto con risorse private. Per Visco «nei primi cinque mesi di quest’anno dieci gruppi bancari hanno effettuato o annunciato aumento di capitale per 11 miliardi». Il supporto pubblico alle banche, ha ricordato, è stato «molto contenuto» e ha «generato cospicui guadagni netti per lo Stato».
Le considerazioni hanno poi riguardato, tra gli altri temi (investimenti, ripresa, occupazione, Pa, scuola, Ue) le misure economiche del governo. Erosione dei risparmi e incertezza sui redditi, per il governatore, graveranno sui consumi e questi «potranno trarre beneficio dagli sgravi fiscali di recente approvazione», come il bonus da 80 euro, anche se «non diventeranno forza trainante di ripresa senza un duraturo aumento dell’occupazione».
L’intervento completo di Ignazio Visco: