Che siamo l’ultimo Paese in Europa per i diritti omosessuali ce lo aveva già detto l’Ilga Europe, gruppo europeo della International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans e Intersex Association, nel suo rapporto diffuso per la giornata internazionale contro l’omofobia. Ma le storie raccolte questa settimana tra le pagine dei giornali italiani, mentre a Roma si celebrano i vent’anni dal primo GayPride, parlano molto più dei dati. Viene fuori un Paese molto indietro, sia nella legislazione sia nella mentalità.
Partiamo da Treviso, dove un dipendente gay, dopo aver coronato il sogno del matrimonio in Portogallo, si è visto negare il congedo matrimoniale. Perché «il consorte è dello stesso sesso». Da La Tribuna di Treviso:
Quell’amore pensava di aver superato tutto. I pregiudizi della gente, la legge italiana, che ancora non riconosce le unioni matrimoniali tra persone dello stesso sesso.
Lui e lui, entrambi trevigiani, hanno coronato la loro unione in Portogallo. Si sono sposati a Oporto il 28 maggio. Fiori d’arancio, sorrisi, che però si sono ammutoliti in pochi giorni di fronte al «niet» dell’azienda in cui lavora uno dei due neosposi, un istituto di credito della Marca.
La banca ha negato al suo dipendente il permesso matrimoniale, i quindici giorni che spettano di diritto ai coniugi dopo che hanno pronunciato il fatidico «sì».
Motivo? Il periodo di assenza dal lavoro non è concesso se il consorte è dello stesso sesso. Almeno questo è ciò che sostiene la banca, che ha richiamato all’ordine (cioè al lavoro) il suo dipendente fresco di nozze… Apriti cielo. Abbassati i calici con cui la coppia gay ha brindato all’unione, la palla è passata a un legale, che ha intenzione di portare l’istituto di credito in tribunale, di fronte al giudice del Lavoro. Il caso è balzato agli onori della cronaca a seguito della denuncia del sindacato autonomo dei bancari Unisin-Confsal, che assiste il proprio iscritto nel contenzioso aperto con il datore di lavoro. CONTINUA A LEGGERE
Arriviamo poi sul Lago di Garda. Una coppia gay ha cercato di prenotare una casa per trascorrere le vacanze sul lago di Garda. Quando il proprietario ha scoperto che i due inquilini erano uomini, li ha coperti di insulti. Da Il Giorno:
Volevano lasciare Milano e passare una settimana di relax sul lago di Garda. Così, tramite un sito internet di annunci, hanno cercato una casa vacanza. Trovatane una, hanno contattato il proprietario. Tutto bene, finché quest’ultimo non ha scoperto che i due probabili inquilini erano due uomini.
Non solo dell’affitto non se n’è fatto più nulla, ma li ha coperti di ingiurie, mandando insulti e frasi offensive, in modo del tutto gratuito, anche via email. Una storia che Denis e Tony, i due protagonisti, hanno voluto raccontare in un post pubblicato sul profilo Facebook del Comitato territoriale Arcigay di Brescia“Orlando”, allegando anche il testo delle mail inviate, con tutti gli insulti e le offese ricevute, e le loro risposte. CONTINUA A LEGGERE
A Livorno, invece, dove l’8 giugno si tiene il ballottaggio per la scelta del sindaco, la richiesta di una coppia omosessuale preoccupa i due candidati più delle elezioni stesse. Da La Nazione:
ELISA E MAYA, due studentesse e insegnanti perseveranti, si sono conosciute e innamorate a Berlino. Sono andate a vivere insieme e poi hanno deciso di sposarsi. Maya è statunitense di origini sovietiche, Elisa invece è nata e cresciuta a Livorno. In occasione delle votazioni è tornata nella sua città con un bel certificato matrimoniale tradotto dal tedesco e chiede all’Ufficiale di Stato Civile la trascrizione del suo legame giuridico con Maya.
In realtà le due donne si sono sposate nel 2010, ma l’eco della storica sentenza del Tribunale di Grosseto le ha spinte oggi a tentare quest’avventura burocratica, che è però prima di tutto una battaglia per i diritti civili. «Il momento sembra davvero favorevole — scrivono Lisa e Maya — almeno a livello nazionale: Grosseto ha già trascritto un matrimonio celebrato a New York tra due uomini, lo ha fatto però su ordine del giudice che ha accolto il ricorso dei due sposi, dopo un primo rifiuto dell’ufficio dello stato civile. I comuni di Latina e Gavorrano hanno approvato in Consiglio Comunale due delibere di indirizzo politico, dove si dice che tutti hanno il diritto di vivere con la persona scelta e amata e che questo diritto deve essere finalmente riconosciuto anche in Italia come lo è ormai in quasi tutta Europa e in moltissimi Paesi nel mondo. Infine proprio in questi giorni il Sindaco del Comune di Fano ha deciso di accogliere la richiesta di trascrizione del matrimonio celebrato in Olanda nel 2008 tra due uomini residenti a Fano che vivono insieme ormai da 30 anni». CONTINUA A LEGGERE
Per chiudere, due buone notizie da un’Italia che comincia a guardare all’Europa.
A Fano, Pesaro, per la prima volta in Italia è stato trascritto un matrimonio gay con un atto diretto del sindaco (e non solo dopo una sentenza di tribunale). Da Il Fatto Quotidiano:
“Fano sarà la prima città in Italia a trascrivere un matrimonio gay con un atto diretto del sindaco. A Grosseto infatti il Comune ha agito solo dopo una sentenza del tribunale“. Il presidente dell’associazione Arcigay Agorà Jacopo Cesari annuncia così l’ultimo atto del mandato del primo cittadino Stefano Aguzzi. Il sindaco uscente di centrodestra trascriverà venerdì prossimo nella sala della Concordia il matrimonio di Fausto Schermi ed Elwin van Dijk nel registro di stato civile.
Schermi, 58 anni, ex dirigente comunale, e van Dijk, 56, educatore, si sono sposati in Olanda nel 2008 ma sono uniti dal 30 anni. Il 17 maggio, nella Giornata mondiale contro l’omofobia, avevano consegnato al sindaco il loro certificato di matrimonio in una sorta di ‘festa di nozze’ con corteo, chiedendo la trascrizione dell’atto nel registro comunale. Aguzzi aveva girato il documento all’ufficio competente, che ha dato il via libera. CONTINUA A LEGGERE
A seguire, a Napoli, il sindaco Luigi De Magistris apre alla possibilità di trascrivere in Italia i matrimoni gay celebrati all’estero. Da Il Mattino:
Con un lungo applauso il Consiglio nazionale di Arcigay, riunito oggi e domani a Napoli, ha accolto le parole del sindaco Luigi De Magistris, che ha aperto i lavori annunciando «piena disponibilità a trascrivere sul registro di Stato civile del capoluogo partenopeo i matrimonio contratti all’estero dalle coppie omosessuali residenti in città».
Lo sottolinea Arcigay in una nota, sottolineando come l’intervento del sindaco di Napoli giunga «dopo la trascrizione del matrimonio di Fausto Schermi e Elwin Van Dijk ieri a Fano (Pesaro). Già oggi si apre un’altra breccia nel muro che preclude alle persone lgbt il riconoscimento delle proprie unioni dinanzi alla legge». CONTINUA A LEGGERE