Caro direttore, papa Francesco sì che è di sinistra

Caro direttore, papa Francesco sì che è di sinistra

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Papa Francesco sì che è di sinistra

Leggo su Repubblica il messaggio di papa Francesco alla comunità di Sant’Egidio. Chiede aiuto per l’Europa ormai stanca: «Dobbiamo aiutarla a ringiovanire e a ritrovarsi. Ha dimenticato la solidarietà, ha rinnegato le sue radici». Ricorda che la cultura dello scarto propria della modernità è «una forma di eutanasia nascosta». Prega per giovani e anziani, i meno considerati nelle nostre società. Tutto parte dalla preghiera che, dice Francesco, «preserva l’uomo da tentazioni che possono essere le nostre, quelle dell’egoismo, dell’indifferenza e del vittimismo». Troppo spesso invece, la stessa Europa serve altre logiche, scartando «i bambini ma anche gli anziani e a causa della crisi economica anche il giovani». Era necessario un Papa che viene “dalla fine del mondo” per sentire parole che le pseudo sinistre europee, egemonizzate dall’ideologia neoliberista non sono più in grado di esprimere? È una sconfitta storica (e lo dico con amarezza!) per la cultura laica, egemone in Europa nei due ultimi secoli.

Luigi Urettini, Repubblica 18 giugno

E i notai restano una casta intoccabile

In Italia vi è una casta intoccabile, quella dei notai. Nessun governo dell’Italia repubblicana ha mai osato andare a sfiorare i privilegi di questi signori. È il caso di ricordare che si tratta di liberi professionisti che svolgono una funzione pubblica e che grazie al numero chiuso possono vantare la certezza di un reddito particolarmente elevato: parliamo di 5000 notai circa in Italia con una retribuzione media lorda dichiarata di circa 300.000 euro all’anno. Avvocati, dentisti, ingegneri, architetti, medici, commercialisti lavorano in un regime di libera concorrenza che, almeno teoricamente, premia i più volenterosi e preparati; i notai no, loro la concorrenza non sanno neanche cosa sia visto il loro numero ridicolmente esiguo: basti pensare che in Italia c’è un notaio ogni 10.000 abitanti. Se non si può o non si vuole liberalizzare la categoria almeno si provveda in tempi brevi a quadruplicare il loro numero.

Daniele Zona, Repubblica 18 giugno

Importante: un aggettivo talvolta troppo importante

Perché tanta insistenza, da parte di Renzi e della sua maggioranza, all’interno del Pd come in parlamento, per evitare l’elezione diretta dei membri del Senato ristrutturato? Perché queste reazioni viscerali ai 14 dissenzienti? Sottopongo a chi mi legge la risposta cui sono giunto. Se nella riforma del ramo del parlamento che si vorrebbe depotenziare passasse il principio della scelta da parte degli elettori dei propri rappresentanti, come si potrebbe evitare di estendere lo stesso principio alla Camera che i riformatori, almeno a parole, vorrebbero forte? Diventerebbe inevitabile il contagio del c. d. Italicum (altrimenti detto Porcellinum) con la conseguenza di restituire ai cittadini la prerogativa della scelta dei singoli parlamentari, in passato garantita dalla proporzionale con voti di preferenza (prima repubblica) oppure con il collegio uninominale (Mattarellum). I capi partito sarebbero privati del loro potere attuale di scegliere i parlamentari. In altre parole quello che determinò tante connivenze trasversali a favore della geniale creazione di Calderoli. Ma forse, ancora più grave: si verificherebbe la rinascita di un Parlamento legittimato nella sua funzione classica di contropotere rispetto ad un esecutivo che, pur plausibilmente rafforzato, non correrebbe il rischio di assomigliare ad una dittatura elettiva e a termine.

Gian Giacomo Migone, Repubblica 18 giugno

Vi spiego perché Renzi vuole ristrutturare il Senato

Per anni e anni noi ambientalisti abbiamo contrastato in vari modi (anche con dettagliati esposti) l’affare Mose, indicando le alternative possibili a questa grande opera devastante, inutile e costosa, denunciando anche le varie criticità amministrative.  Dall’anomalia del concessionario unico alla mancata considerazione della negativa Valutazione d’Impatto Ambientale nonché delle prescrizioni indicate (illusoriamente) dal Consiglio Comunale, alle «inesattezze» del parere fondamentale dato dal Ministero dei beni e le attività culturali, che peraltro sembra aver approvato anche quelle opere realizzate in Laguna tanto per spendere i cospicui finanziamenti, come confessato da uno degli arrestati (Baita, ex impresa Mantovani), anche queste in gran parte da noi contestate. Ma abbiamo anche più volte sottolineato quella che sempre più si percepiva come una mafia infiltrata dal potere forte del Consorzio Venezia Nuova nella nostra città (e non solo), con la sua ramificata corruzione che sta venendo alla luce, fatta di tangenti-favori-incarichi-accordi-ricatti-nomine nei posti che contano. Capace di creare quanto meno acriticità e subalternità anche da parte di gran parte del mondo culturale e accademico. E’ ormai normale utilizzare sponsorizzazioni ma è grave che forze politiche e istituzioni le chiedano ad un consorzio d’imprese che per i propri lavori deve ottenere autorizzazioni e finanziamenti. Ancora più grave ovviamente quando i fondi sono dati illegalmente e in cambio di qualcosa. Ci hanno chiamato e ci chiamano, ingiustamente, quelli del no. E’ per noi ora un’amara soddisfazione seguire l’evolversi di un’inchiesta che ci auguriamo possa fare piena luce su tutti i vari aspetti di questa scandalosa realtà. 

Cristina Romieri, ambientalista, La Stampa 18 giugno

Forse conviene parlare della pena di morte

Non solo stupri, violenze, aggressioni, delitti. Hanno ucciso con ferocia una mamma e i suoi due bimbi, una di 5 anni e il fratellino di appena 20 mesi. Dissacrata la sacralità dei bambini, violentato il nome della pace “mamma”. Pena di morte? Parliamone.

Silvana Maggio Orsini, Il Giornale 18 giugno

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