Obama prova a invocare lo spirito del D-Day per una nuova alleanza attuale
Commemorando il settantesimo anniversario del D-Day, il Presidente Barack Obama ha invocato lo spirito dell’alleanza della Seconda guerra mondiale ora messo in discussione dall’annessione della Crimea da parte della Russia e dai tumulti ucraini.
«Siamo venuti qui per ricordare perché l’America e i nostri alleati hanno dato così tanto per la sopravvivenza della libertà, in questo momento di massimo pericolo», ha affermato il Presidente durante la commemorazione franco-americana presso il Cimitero americano e il Memoriale dell’Omaha Beach a Colleville-sur-mer, Francia.
Parlando di Omaha come la «testa di ponte della democrazia», Obama ha detto che la vittoria degli Alleati «ha gettato le basi per la sicurezza e il benessere della posterità» e ha suscitato 70 anni di movimenti democratici in tutto il mondo. «Abbiamo lavorato per trasformare vecchi avversari in nuovi alleati. Abbiamo costruito una nuova prosperità. Siamo stati al fianco delle persone di questo continente durante una lunga battaglia, finché un muro è crollato e la Cortina di ferro anche».
La presenza del Presidente russo Vladimir Putin alle cerimonie in Normandia ha dato a Obama l’opportunità di rinforzare il messaggio che ha inviato agli alleati nel corso del viaggio di quattro giorni in Europa, dai Paesi baltici fino al G7: c’è potere nell’unità. Continua a leggere su Bloomberg.
La foto di gruppo dei leader che hanno partecipato alle celebrazioni dello sbarco in Normandia. Elisabetta II d’Inghilterra e Margrethe II di Danimarca permettono, assieme al presidente francese Francois Hollande, di tenere lontani Barack Obama e Vladimir Putin. La stessa disposizione è stata adottata per i posti a tavola al pranzo offerto dalla Francia nel castello di Benouville. Obama e Putin hanno però avuto un incontro informale dopo il pranzo (SAUL LOEB/Getty Images)
Con il supporto dei leader del G7, Obama dà a Mosca una deadline di un mese
Con il supporto dei leader mondiali, il Presidente Barack Obama ha dato una deadline di un mese a Mosca per fare marcia indietro nel suo intervento in Ucraina e aiutare a sedare la rivolta dei separatisti. Altrimenti, ha detto Obama, Mosca affronterà sanzioni internazionali più severe di quanto sopportato finora.
Obama e gli altri leader delle sette principali democrazie che si sono incontrati al G7 del 4-5 giugno hanno chiesto che il presidente Vladimir Putin riconosca e negozi direttamente con i nuovi leader ucraini, ponga fine al flusso di combattenti e armi attraverso il confine e hanno fatto pressione sui separatisti affinché si disarmino, lascino gli edifici occupati e si uniscano ai tavoli in corso con le autorità centrali di Kiev. A sorpresa, Obama e Putin hanno avuto un breve incontro informale a margine del pranzo.
«La Russia continua ad avere la responsabilità di convincere i separatisti a porre fine alle violenze, abbandonare le armi e iniziare un dialogo con il governo ucraino», ha detto Obama durante la conferenza stampa insieme al premier britannico David Cameron e dopo il meeting del G7. «Dall’altro lato, se le provocazioni russe continuano, è chiaro nella nostra discussione che le nazioni del G7 sono pronte a imporre ulteriori costi alla Russia». Continua a leggere su New York Times