Gli italiani: popolo diverso da Nord a Sud, ma anche da regione a regione. Cambia il dialetto, l’accento, il modo di mangiare e a volte anche di vedere le cose. Tutti accumunati però dal modo di morire. Anche in Italia, infatti, come in gran parte del mondo, le principali cause di morte sono tumori e malattie del sistema cardiocircolatorio. Secondo i dati Istat rielaborati dall’Istituto Superiore di Sanità, Iss, (che si possono interrogare in questo database) la principale causa di morte nel 2011, per tutte le regioni esclusa la Valla d’Aosta, sono state le malattie del sistema circolatorio, seguite subito dopo dai tumori. Situazione invertita nella piccola regione valdostana, dove al primo posto si trovano i tumori e di seguito le malattie del sistema circolatorio.
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I dati contenuti nella banca dati dell’Iss (elaborati dall’Ufficio di Statistica) forniscono il numero assoluto di decessi e la popolazione cui essi si riferiscono, e i corrispondenti tassi di mortalità (riferiti a 100.000 persone). Quest’ultimo dato è stato utilizzato per la realizzazione dei grafici e delle infografiche che vedete in questo articolo.
Se si va a vedere le prime dieci cause di morte in Italia, dopo le prime due troviamo le malattie ischemiche del cuore (come infarto del miocardio), le malattie cerebrovascolari (per esempio l’ictus), i disturbi del sistema respiratorio, il tumore del polmone, bronchi e trachea, l’ipertensione, le malattie endocrine nutrizionali e metaboliche (tra cui diabete e disturbi della tiroide), i disturbi del sistema nervoso, e infine i traumatismi avvelenamenti e altre conseguenze che comprendono traumi del corpo, ustioni, congelamento, ipotermia e asfissia. In questo caso per l’estrapolazione dei dati, sono state considerate le categorie maggiori e le sottocategorie. Per malattie del sistema circolatorio, infatti, si intende un insieme di patologie che comprendono anche ipertensione, infarto, ictus e così via, che compaiono tra le prime dieci cause di morte. Così come il tumore del polmone, bronchi e trachea, è un sotto insieme della categoria più grande “tumori”.
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I dati sulle cause di morte sono ottenuti dalla rilevazione Istat, che raccoglie, controlla e codifica le schede di certificazione di morte. Questo processo avviene secondo regole e codifiche stabilite a livello internazionale. Una volta certificata la “causa iniziale di morte”, ovvero la malattia che ha portato poi al decesso, questa viene poi codificata con un numero corrispondente a una patologia, secondo un sistema internazionale (International Classification of Diseseas – Icd), periodicamente aggiornato dall’Organizzazione mondiale della sanità (oggi giunto alla decima versione, Icd-10). Nella banca dati dell’Iss vengono quindi riportate sia la classi generali di patologia, come appunto tumori, sia le sotto categorie, come il tumore del polmone o della mammella. Selezionando tutte le categorie le prime dieci con il maggior tasso di mortalità sono appunto quelle rappresentata nel grafico.
Considerando il tasso di mortalità nazionale per le prime dieci cause di morte e confrontandolo con quello di ciascuna Regione, sono state costruite due mappe nazionali che mostrano per ciascuna Regione, la patologia il cui tasso di mortalità differisce maggiormente da quello nazionale. Per farlo è stato rapportato il tasso regionale con quello nazionale, sull’esempio di questo articolo pubblicato su Business Insider.
Nella prima mappa, per ciascuna regione, viene mostrata la patologia che in maggior misura si discosta dal tasso nazionale. Quindi la patologia che in quella regione fa più morti rispetto alla mortalità nazionale. Il Veneto si presenta grigio, perché non ha nessun tasso di mortalità superiore a quello nazionale.
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Viceversa, nella seconda, viene mostrata, per regione, la patologia che presenta il tasso di mortalità più basso rispetto quello nazionale. Quindi la patologia che in quella regione fa meno morti rispetto la mortalità nazionale. La Liguria si presenta in grigio perché non ha nessun tasso di mortalità inferiore a quello nazionale.
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