Non è tutto buon lavoro quello che luccica dietro le sigle sindacali. Lo avevamo raccontato in un pezzo pubblicato il primo maggio 2014: l’organizzatore del concertone per la festa dei lavoratori di piazza San Giovanni, Marco Godano, aveva diversi conti in sospeso con alcuni suoi ex dipendenti e fornitori, che non erano stati pagati per il lavoro svolto. I sindacati erano intervenuti (almeno così ci avevano raccontato alcuni dirigenti) e proprio il giorno successivo al primo maggio si era arrivati al lieto fine dei risarcimenti.
Ma pare che basti nominare il signor Godano per aprire un vaso di Pandora. Nei mesi scorsi diverse persone ci hanno contattato dicendo di essere «vittime» dell’organizzatore del concerto della festa dei lavoratori. Videomaker, architetti, tecnici delle luci, addetti alla comunicazione che aspettano ancora di ricevere la busta paga per aver lavorato per le società del gruppo Godano, dentro e fuori il concertone. Alcuni hanno messo l’avvocato di mezzo, altri preferiscono non spendere altri soldi in spese legali. Intanto Godano continua a organizzare eventi per sindacati e associazioni di categoria, da Confindustria alla Cgil (sua è l’organizzazione del palco da cui arringò Susanna Camusso in piazza San Giovanni a Roma nell’ottobre del 2012).
Un architetto esperto in scenografie ha lavorato per una delle società di Godano realizzando i palchi destinati a una kermesse di una Confindustria locale. Dal 2012, quando il lavoro è stato fatto, nelle casse del suo studio i 5.600 euro dovuti non sono mai entrati. Così nei giorni precedenti la festa dei lavoratori del 2014, racconta l’achitetto, «sono andato nella sede centrale della Cgil a Roma e alla reception ho consegnato tutte le fatture e le lettere di sollecito per il pagamento inviate al signor Godano, che in quei giorni stava organizzando il concertone. I sindacati dovevano sapere. La persona con cui ho parlato alla reception ha detto che avrebbe fatto una segnalazione. Ho chiesto di essere ricontattata, ma nessuno lo ha fatto». Alla visita nella sede romana di Cgil, sono seguite poi diverse email inviate all’ufficio stampa della Cgil, «in cui chiedevo di parlare con qualcuno dell’organizzazione del concerto di piazza San Giovanni, ma non mi hanno mai risposto».
I sindacati, le cui sigle campeggiano ogni anno sul palco di piazza San Giovanni, se ne lavano le mai dicendo di essere «solo i promotori del concerto», senza occuparsi della gestione artistica, che però loro stessi hanno affidato a Marco Godano, rinnovando il contratto fino al 2015 e mettendo le proprie sigle nel logo del concertone.
ALCUNE DELLE EMAIL INVIATE ALLA CGIL
Ma oltre ai fornitori rimasti a mani vuote, a non esser stati pagati sono pure molti dipendenti delle diverse società del gruppo Godano. «Ci sono ancora molti lavoratori non pagati», racconta l’avvocato Valentina Pieri. «Diversi contenziosi sono ancora aperti. Stiamo parlando anche di persone che hanno lavorato per il concerto del primo maggio. Uno dei miei assistiti ha fatto attività di montaggio video per il sito del concerto e aspetta ancora 12mila euro». Mentre all’avvocato che il 2 maggio scorso è riuscito a ottenere per i suoi assistiti i mancati pagamenti si sono rivolte ancora altre persone. Il motivo è lo stesso: sono in attesa degli stipendi non pagati da parte di Godano. E la fila potrebbe allungarsi ancora.
Marco Godano, da sempre militante di sinistra con un passato come dirigente dell’Arci Musica, dal 2001 è il promoter principale del concerto del primo maggio, dopo aver lavorato già diversi anni nella gestione dell’evento di piazza San Giovanni. La prima società di Godano che ottiene in appalto la gestione artistica della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil è la Primata srl, acronimo di “Primo maggio tutto l’anno”. La società ora risulta in liquidazione, con 444mila euro di debiti accumulati al 2011. Da questa data in poi, è subentrata la Anyway srl, che ha collezionato nel curriculum una serie di protesti per cambiali da 25 a 50mila euro. Ma anche qui i debiti, oltre 1,4 milioni di euro di cui 839.893 euro verso i fornitori, hanno sopraffatto la società. Così, «per mettere a posto i conti», come ci aveva detto Godano, la gestione del concertone è passata nelle mani della società 1MVideo, con capitale sociale di 10mila euro, di proprietà di Marco Godano al 99%, che quest’anno ha gestito l’evento.
Ma del gruppo Godano, che fa capo a Connie Godano, figlia 33enne di Marco, fanno parte anche altre società, con una formula che anche gli analisti definiscono «curiosa». Connie Godano possiede il 51% della Primata (le altre quote sono di Carlo Binotto, che ha il 41%, e Luca Fornari, che ha l’8%), il 30% di Anyway, produzioni Ma.go ed Mg Vision, e il 100% della Go Event, che a sua volta possiede il restante 70% di Anyway, Ma.go ed Mg Vision. La Go Event, la Mg Vision e la Ma.go produzioni sono tutte e tre in liquidazione e tutte e tre operanti nell’attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi. Ma soprattutto sono accomunate dai debiti verso i fornitori: oltre 381mila euro per la Go Event, 146mila per la Ma.go e oltre 621mila euro per la Mg Vision. Tutte le società hanno un altro denominatore comune: un capitale sociale molto basso, molto spesso incapace di poter ripagare i debiti accumulati verso i fornitori. Com’è accaduto a una società di fornitura di luci, audio e video, ingaggiata per eventi di Confindustria da Godano: nonostante abbia ottenuto per vie legali il pagamento del suo lavoro, i 10mila euro dovuti non sono arrivati perché nelle casse delle società di Godano non ci sono. «Il meccanismo è simile a quello delle scatole cinesi», spiega uno dei fornitori non pagati, «sono società che non potranno pagare che però stanno ancora in piedi. Nel mio caso mi hanno dirottato dalla Go Event alla Mg Vision, che a sua volta fa da garante alla Go Event, ma comunque non sono stato pagato». Anche perché la Mg Vision ha un capitale sociale di 10mila euro, con debiti totali per 1,7 milioni.
Il mancato pagamento di lavoratori e fornitori per i vari eventi di Confindustria e sindacati non è un caso nuovo nella carriera imprenditoriale di Godano. Nel 2003, quando il promoter era deus ex machina del concertone del primo maggio già da due anni, tramite il gruppo Edo srl aveva prodotto per la Rai la trasmissione Fiesta. Il varietà musicale, andato in onda in seconda serata su Rai Uno per 18 puntate, era condotto da Joe Violanti e Charlie Gnocchi, scritto e ideato da Mariano Sabatini. Ma nessuno di loro per quel programma è stato pagato per intero. «Ogni anno, quando arriva il primo maggio e si sente ripetere il nome dell’organizzatore, si apre una ferita», racconta Sabatini. «Abbiamo lavorato a ritmi infernali e lui si comportava come un imprenditore di successo». Poi il gruppo Edo dichiara fallimento e addio ai soldi. «Dei 15mila che mi doveva me ne ha dati 4mila», continua Sabatini, «ma solo perché lo chiamavo tutte le settimane». Tutto il resto, da Violanti a Gnocchi al maestro Federico Capranica, niente. «Davanti al fallimento incapiente, nessuno ha ottenuto i soldi, anche cameraman e tecnici. La festa l’ha fatta davvero ai lavoratori».
Joe Violanti, lo speaker famoso per aver imitato Michele Santoro in una telefonata radiofonica a Maria Stella Gelmini, nei 60mila euro che Godano gli deve non ci spera più. «La Rai aveva il compito di verificare che lui avesse rispettato i contratti», dice Violanti. «Invece Godano ha incassato i soldi dalla Rai, perché il programma è andato in onda, ma non ha pagato nessuno. Può anche capitare che uno possa fallire, ma a quanto pare i mancati pagamenti si sono reiterati nel corso del tempo e non solo nel nostro caso». E «la cosa paradossale è che da più di dieci anni il concerto del primo maggio è affidato dai sindacati non solo a uno che non ci ha pagato lo stipendio, ma nemmeno i contributi. Eppure pontifica in tutte le interviste e mi hanno assicurato che anche quest’anno camminava a braccetto con la Camusso dietro il palco di piazza San Giovanni».