Niente più esenzione dal Telepass. Anche le ambulanze devono pagare il casello autostradale. La società Autostrade per l’Italia continua a battere cassa e chiede alle 881 croci aderenti all’Anpas, Associazione nazionale di pubblica assistenza (non alla Croce rossa italiana), di fermarsi e pagare il pedaggio come tutti gli altri automobilisti per poi essere rimborsati, ma solo per i casi di emergenza.
L’accordo stipulato nel 1999 tra le autostrade e l’Anpas prevedeva il rilascio dell’apparecchio Telepass in comodato d’uso gratuito sia per le emergenze sia per gli altri servizi a bordo delle ambulanze di proprietà di pubblica assistenza e misericordia del 118. Ora il benefit sarebbe riservato solo alle urgenze. Lo stop del contratto era previsto inizialmente per il 2 luglio. Ma dopo le proteste dei 90mila volontari, il contratto è stato prorogato di tre mesi da Autostrade per l’Italia. E ora la data fatidica è spostata al 2 ottobre, quando potrebbero essere disattivati i 2.962 pass in dotazione su ambulanze e veicoli di soccorso. Resterà solo l’esenzione in caso di emergenza, perché fermarsi al pedaggio potrebbe mettere a rischio la vita dei pazienti che devono raggiungere l’ospedale il più in fretta possibile. A patto che però la singola associazione poi autocertifichi tramite il portale web delle autostrade che di urgenza si tratta. Fuori dall’esenzione i trasporti per ricoveri, dimissioni, radioterapia, chemioterapia, dialisi e trasfusioni.
«Che sia una emergenza o il trasporto di un dializzato, il soccorso non deve pagare pedaggio autostradale», risponde però Fabrizio Pregliasco, presidente di Anpas. «Chiediamo al governo, con la massima urgenza, l’emanazione di un provvedimento normativo che permetta a chi, come noi, svolge il 70% del trasporto sanitario in Italia, di tutelare la salute delle persone senza oneri finanziari, intralci burocratici e senza ostacolare il soccorso dei nostri volontari». Il problema, dicono, è che il ministero dei Trasporti, «non estende il concetto di soccorso oltre l’emergenza, cosa che invece permette ai mezzi di Croce Rossa che svolgono i nostri stessi servizi e che ci appoggiano in questa battaglia».
In pratica, senza il Telepass a bordo, bisognerà passare dai normali caselli e pagare. Autostrade per l’Italia precisa come, una volta scaduta la convenzione, «la legge preveda l’esenzione dal pedaggio per i veicoli della Croce rossa italiana, mentre per le associazioni di volontariato vale solo per i veicoli adibiti al soccorso e impegnati nello svolgimento del servizio d’emergenza». La società fa sapere anche che dallo scorso 12 giugno è pronta la piattaforma web, alla quale le associazioni di volontariato dovranno accedere per certificare i transiti in esenzione. In questo modo «fornirà gratuitamente il Telepass a tutte le associazioni di volontariato che prestano servizi di soccorso a fronte dell’impegno, anche al fine di evitare gli abusi accertati, di provvedere all’autocertificazione della natura dei transiti». Tutto questo, insomma, sarebbe fatto per evitare i furbetti del pass. Che in passato ci sono stati.
«Quando ai caselli sarà presente il personale autostradale, ci sarà qualcuno che vedendo il paziente a bordo alzerà la sbarra in fretta», spiegano da Anpas. Più complicate le situazioni che si troveranno davanti i volontari nei caselli con le gettoniere automatiche. «Dovremo scendere e mettere le monetine anche in situazioni di urgenza». Il problema, dicono, «è che per noi il soccorso è una cosa, per loro è un’altra. E loro restringono i casi solo alle emergenze». Sulla definizione di soccorso si è espressa la Corte di giustizia europea nel 2010, recepita poi da una sentenza del Consiglio di Stato del 2013, che ha affermato che «i servizi pubblici di soccorso comprendono solitamente sia i servizi di trasporto medico d’urgenza sia servizi di trasporto sanitario qualificato».
Poi ci sono i costi. Le associazioni di volontariato potrebbero essere costrette a pagare conti molto salati, denuncia Anpas. Talmente salati da non riuscire più a tirare avanti. Si parla di aggravi economici così pesanti da far chiudere le associazioni soprattutto nelle regioni, come la Liguria, dove i collegamenti più rapidi a disposizione delle ambulanze sono per forza le autostrade. Secondo Anpas, il trasporto annuale di un solo dializzato nella tratta Recco-Genova Nervi (andata e ritorno) in un anno potrebbe così costare oltre 20mila euro. A questo, «va aggiunto il fatto che alcuni presidi ospedalieri sono stati chiusi a seguito della razionalizzazione della sanità, per cui si sono allungati i percorsi e anche il costo della benzina».
La scadenza dell’accordo, prevista per il 2 luglio, ora è stata prorogata di tre mesi. «È una decisione positiva, ma il problema rimane se il ministero non ci riceve», dicono da Anpas. Lo scorso 3 aprile a Roma le associazioni delle croci italiane avevano già manifestato davanti al Parlamento. Il giorno dopo la Commissione trasporti della Camera aveva approvato una risoluzione in cui impegnava il governo a «definire e rendere individuabili i veicoli adibiti al soccorso; concedere telepass per l’esenzione del pedaggio autostradale in comodato d’uso gratuito senza aggravi burocratici ed organizzativi ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, modificando ed integrando le concessioni in essere su tutte le autostrade italiane, senza oneri per il bilancio dello Stato». «Ora spetta a governo e ministero dei Trasporti di sciogliere i nodi normativi sui quali da mesi chiediamo un confronto e una risoluzione e che finora ci sono stati negati nonostante una sentenza del Consiglio di Stato (7/2/2013, N.2477), interrogazioni parlamentari, una risoluzione della Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati (4/6/2014 n.8-00060 Tullo-Fossati). Auspichiamo una convocazione nel più breve tempo possibile», rispondono da Anpas.
In questi mesi, in effetti, nessuno dal ministero dei Trasporti ha risposto alle richieste di incontro di Anpas e della Misericordia. Nelle diverse regioni, intanto, in assenza di una norma certa, anche su questo tema la magistratura interviene sostituendosi alle leggi. Così in Piemonte il Tribunale di Cuneo ha dato ragione ad Anpas, il contrario è avvenuto invece in Friuli Venezia Giulia. E il caos, così come i ricorsi, sono destinati ad aumentare. «Chiediamo di equiparare l’esenzione del pedaggio per i mezzi della Croce Rossa Italiana anche ai veicoli delle associazioni di volontariato che, come Anpas, svolgono gli stessi servizi, vista anche la recente trasformazione della Croce Rossa, nella sua parte civile, in ente privato», prosegue Pregliasco. «Non possiamo fermare il soccorso ai caselli, soprattutto in quelli non presidiati da personale di Società autostrade e aspettare che vengano aperti con una persona che sta male a bordo».