Peruviani in Italia per imparare dai nostri artigiani

Peruviani in Italia per imparare dai nostri artigiani

La ministra peruviana Magali Silva ha lo sguardo acceso, dinamico. La responsabile del Commercio e turismo peruviani sbarca in una Venezia scioccata per gli scandali del Mose, e in un Paese, il nostro, che negli ultimi cinque anni ha segnato una contrazione del 2,4% del Pil. Lei, però, è venuta a raccontare una storia positiva. Con l’inaugurazione di un padiglione da 250 metri quadri alla Biennale di architettura di Venezia, narra la storia di un Perù entrato nel pantheon dei Paesi che crescono di più in termini di Pil, con un +6,2% in media negli ultimi cinque anni.

Un miraggio per l’Italia, e insieme un’occasione economica, tanto che già molte aziende nostrane – Impregilo in testa – lavorano e hanno ricevuto commesse nel Paese sudamericano. Altre, anche quelle più piccole, potrebbero ora aprirsi a un partner commerciale finora sconosciuto grazie a un accordo di Confartigianato che ha portato gli artigiani peruviani a lezione nelle scuole artistiche del vicentino. 

«Mentre nel mondo succedevano cose, anche in Perù accadeva qualcosa. E sono felice di essere qui a raccontare questa storia di lavoro, sudore e lacrime», dice Magali Silva nel padiglione della Biennale. Attorno a lei appaiono in bella vista progetti di housing sociale promossi dai governi peruviani per sviluppare città nate da insediamenti spontanei come Ventanilla, Previ, Villa el Salvador. Secondo il Fondo monetario internazionale, il Paese crescerà del 5,7% annuo nel prossimo biennio, con dati superiori ai risultati raggiunti in questi ultimi cinque anni dall’America Latina (3,2%) e dai mercati emergenti e in via di sviluppo (5,4 per cento).

«Il forte sviluppo del settore minerario è stata la locomotiva della crescita economica del Paese. Il settore è cresciuto grazie alla forte domanda di minerali da parte di Cina e India», spiega Silva. «Siamo i principali produttori di oro, bronzo e argento. Da qui è partito l’aumento della produzione agricola, decuplicata nel giro di dieci anni. Lo sviluppo del settore agro-alimentare poi, ha portato alla forte crescita della classe media, che in Perù è sempre stata minima, ma ora si sta allargando», spiega orgogliosa la ministra, mentre annuncia che il suo Paese manterrà lo spazio alla Biennale per i prossimi 20 anni.

Dopo la firma del trattato di libero commercio tra Unione europea e Perù, il Paese ha aperto una serie di nuovi uffici economici commerciali nel mondo (sono 37 ora in tutto), compreso quello recente di Milano. «Con il trattato inizia per noi una nuova età commerciale. In Italia, in particolare, avremo opportunità di esportare beni del settore dell’agricoltura, del tessile e dei servizi. E allo stesso tempo alle imprese italiane daremo l’opportunità di partecipare alla vasta opera di costruzione delle infrastrutture avviata dal nostro governo», afferma la ministra. L’italiana Impregilo sta realizzando il prolungamento della linea 2 della metropolitana di Lima, «un investimento da 6 milioni di dollari, l’opera più grande del governo peruviano in questo momento». In progetto il Perù ha la costruzione di aeroporti, porti, autostrade e progetti turistici. E tra le aziende italiane già presenti ci sono Enel, Ansaldo, Romero, Loropiana, Romero e Trevi.

Ma Magali Silva non è venuta solo per tagliare il nastro alla Biennale di Venezia. In questi giorni, a Venezia, ha incontrato anche il Presidente e i tecnici della Confartigianato di Vicenza per siglare un accordo che porterà artigiani peruviani nelle scuole artistiche del vicentino, e aprirà alle micro e piccole imprese della zona opportunità di business in Perù.

La ministra Magali Silva incontra Christian Malinverni, presidente Fondazione Villa Fabris di Thiene e Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza

Il Paese sudamericano potrà accrescere il know how nei settori dell’artigianato, e l’Italia ne ricaverà fiato per le piccole aziende in difficoltà nel territorio vicentino, uno dei principali distretti in Italia di lavorazione dell’oro (insieme ad Arezzo), ma anche della ceramica e del vetro. L’artigianato artistico (oro, metalli preziosi, ceramica, vetro, restauri) conta 929 imprese attive, 3,7% del totale aziende artigiane. 

«È iniziato tutto al Salone del Mobile di Milano, quando la consigliera economica del Perù si è imbattuta nello stand di Villa Fabris, un luogo di formazione artigianale di Vicenza», racconta il presidente della Confartigianato vicentina, Agostino Bonomo, che snocciola dati sull’export di uno dei territori che nella turbolenza della crisi «ha tenuto di più», grazie al forte orientamento all’export. «Siamo la terza provincia in Italia per esportazione dopo Milano e Torino. Il 47% dell’export è dato da micro e piccole aziende», spiega. «Con il consigliere peruviano ci siamo incontrati a Vicenza e abbiamo iniziato a immaginare una possibile collaborazione». Il primo di una serie di incontri che hanno portato alla stesura di due protocolli di intesa tra la Fondazione Villa Fabris e il Perù. In previsione anche lo stanziamento di fondi europei con cui le pmi vicentine viaggeranno in Perù, mentre gli artigiani peruviani arriveranno nel Veneto per apprendere le tecniche artigianali italiane. «Un aggancio per promuovere due Paesi e le loro peculiarità», chiude Bonomo.

«Ogni Paese ha la sua storia fatta di conquiste, perdite, sofferenze, riconquiste, distruzioni, ricostruzioni. Ciascuno qui porta il racconto della propria storia», aveva detto l’olandese Rem Koolhaas nella conferenza stampa di apertura della quattordicesima Biennale di Architettura. Negli spazi immensi dell’Arsenale veneziano, anche il Perù, ora, ha la sua narrazione. E l’Italia un’opportunità in più per provare a resistere.

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