C’è una cosa che, statistiche alla mano, colpisce di più dei 30 pre-convocati sfoltiti domenica da Cesare Prandelli. Secondo i dati elaborati da Opta, chi ha la percentuale realizzativa più alta rispetto alle conclusioni effettuate è Mattia destro (37,4%), seguito a breve distanza da Giuseppe Rossi con il 34,78%. Destro e Rossi sono stati tagliati dal commissario tecnico.
Ora, le cose sono due: o Prandelli non avuto modo di guardare queste statistiche, oppure ha in mentre un’altra Italia, che possa fare a meno dei due attaccanti appena rispediti alle ferie forzate. Con la seconda ipotesi che appare più probabile. Perché, escludendo alcuni moduli, il selezionatore azzurro punterà sui concetti di falso nueve e palleggiatori: sarà un’Italia “alla spagnola”, senza quindi grande presenza di punte di peso.
Ci sono infatti 3 schemi che non prevedono la presenza di Destro: 3-5-2, 3-4-3 e 4-3-3. Il primo Prandelli lo ha già usato — con relativo successo — all’esordio a Euro 2012, ottenendo un pareggio contro la Spagna all’esordio. Questo schema verrebbe scelto da Prandelli nel caso volesse affidarsi a una situazione conosciuta da alcuni giocatori chiave in campionato, soprattutto per quanto riguarda la difesa del blocco bianconero e Pirlo in cabina di regia. In un modulo così, Destro rischierebbe il posto molto più di Rossi, perché in un attacco del genere basta una prima punta fissa (immobile), con l’altra che svaria su tutto il fronte d’attacco: è quello che fa Tevez nella Juve. Ma questo modulo difficilmente lo vedremo: qui gente come Maggio o Pasqual, tagliati, avrebbero avuto un ruolo determinante tra gli esterni in grado di fare tutte e due le fasi (a meno che non decida di affidarsi a Candreva e Darmian, ma è dura).
Ed anche nei moduli a 3 punte, Destro verrebbe usato meno. Qui Prandelli, viste anche le scelte fatte, giocherebbe con due mezze punte in appoggio (e qui la scelta è ampia, da Insigne a Candreva) e una punta centrale. Ovvero uno tra Balotelli e Immobile. Niente spazio per il romanista, ma sia nel 3-4-3 che nel 4-3-3 ci sarebbe stato meno spazio per i palleggiatori e più per quelli che vanno meno per il sottile, come Thiago Motta. Ma a parte lui, gli altri centrocampisti hanno piedi buoni, quindi questi due moduli è difficile si possano vedere.
Poi, ci sono i moduli esclusi in corso d’opera. Prendiamo il 4-3-1-2, schema che Prandelli ha proposto nell’amichevole di Londra contro l’Irlanda. Qui gli Azzurri sono scesi in campo, tenendo conto che si è trattato di una partita fatta per gli esperimenti, con De Sciglio, Bonucci, Paletta e Darmian in difesa; Thiago Motta, Marchisio e Montolivo in mediana; Verratti dietro le punte Immobile e Rossi. Prandelli potrebbe però far “saltare” questa intelaiatura, vedendo le scelte operate per i 23 da portare in Brasile. Se lo avesse tenuto come schieramento prediletto, avrebbe lasciato a casa gente come Insigne, Aquilani, Parolo. E in luogo del napoletano, spazio a uno tra Rossi e Destro.
E allora, che Italia vedremo? C’è modulo che avrebbe contemplato la presenza dei due esclusi eccellenti: il 4-3-2-1. In questo caso, difesa e mediana sarebbero le stesse del 4-3-1-2, anche se Prandelli dovrà sciogliere qualche dubbio. Per quanto riguarda il pacchetto arretrato, il ct deve capire se affidarsi al blocco Juve o puntare per i ruoli di terzini su De Sciglio e Darmian. In questo senso, anche qui le statistiche di Opta possono dargli una mano: in fase di respinte difensive (145), pallini intercettati (65) e passaggi effettuati (2118) il migliore è per duttilità Chiellini. Ma occhio al possibile outsider Darmian: per i dati di Squawka, è nella top 10 dell’ultima Serie A per tackle effettuati: 82. E con il 49% di percentuale positiva, in pratica uno su due è efficace. In questa speciale classifica, occhio a un nome: Marco Parolo. Il centrocampista del Parma è terzo con 95 tackle effettuati (44% riusciti) e questo dato potrebbe tornare comodo a Prandelli per collocarlo in mediana e dare la giusta protezione al reparto assieme a Marchisio. In avanti, con questo schema, Prandelli in base alle scelte fatte per i 23 ha davvero l’imbarazzo della scelta. A supporto si giocherebbero un posto da titolare almeno 3 giocatori: Cerci, Candreva, Insigne. Per non parlare dell’unica punta. A coprire il ruolo di falso nueve se la giocherebbero Balotelli e Immobile, con Cassano possibile outsider. Destro e Rossi avrebbero potuto ricoprire questo ruolo tranquillamente.
Occhio però. Perché il modulo di cui sopra è solo una delle due alternative possibili. La seconda è legata a un’Italia in versione-Garcia. Ovvero: 4-1-3-2. In difesa solito discorso fatto prima. A centrocampo, Prandelli piazzerebbe De Rossi davanti alla retroguardia, per mettergli davanti un centrocampo fatto di velocità d’inserimento (Marchisio) e lanci al millimetro (Pirlo e Verratti). E con davanti una sola punta centrale (Balo o Immobile) e presumibilmente Cassano in appoggio. Un modulo che per Prandelli sigifica più possesso palla e meno gioco di rimessa, ma senza rinunciare alla copertura. D’altronde, in campionato la Roma di Garcia ha fatto bene entrambe le fasi. A dirlo non è solo il team ranking di Squawka, ma anche i numeri della classifica: seconda miglior difesa in Serie A con 25 reti subito, terzo miglior attacco con 72 gol.
Dunque, riassumendo, Prandelli punta su una prima punta sola o in alternativa sul falso nueve. Concetti tattici che non vedono Destro e Rossi rientrarvi. Resta da capire se la scelta del ct di convocare una vera prima punta e di puntare di più su incursori e palleggiatori pagherà. Ma questo potrà dirlo solo il campo.