Una scelta clamorosa eppure in qualche modo attesa (secondo fonti accreditate, già presa a gennaio ma rinviata ad oggi a valle del voto europeo, nrd), indotta dalla salute ormai precaria e soprattutto dagli scandali che negli ultimi anni hanno attraversato la Real Casa dei Borboni, rompendo la luna di miele con gli spagnoli. Così dopo quasi 40 anni di regno, il 76enne Re Juan Carlos lascia il trono al figlio, il principe delle Asturie Felipe, 46 anni, che governerà con il nome di Felipe VI.
«Ho assunto questo compito perché la nostra diventasse una democrazia moderna, per restituire il potere politico ai suoi legittimi rappresentanti – ha detto il re nel suo discorso ai sudditi-. Guardando indietro non posso non essere orgoglioso e grato nei confronti del mio popolo». Il monarca ha parlato della necessità di lasciare spazio alla generazione giovane «che merita di andare avanti», indicando nel figlio Felipe la figura migliore per affrontare le sfide del presente: «incarna la stabilità e l’istituzione della monarchia, ha la maturità per regnare e aprire una nuova fase», auspicando il meglio per la Spagna «cui ho dedicato – ha detto – la mia vita».
Juan Carlos, nato a Roma nel 1938 e salito al trono nel 1975 per volere dello stesso Francisco Franco che due anni prima lo aveva nominato suo successore “a titolo di re”, per una trentina d’anni ha goduto di grande popolarità in patria, nonostante le voci ricorrenti dei suoi tradimenti nei confronti della regina Sofia (il re avrebbe avuto qualcosa come 1.500 amanti, secondo alcune fonti). Per tutti era diventato “ Juan Carlos il Longevo”: aveva traghettato la Spagna da una dittatura a una democrazia, giocando un ruolo decisivo quando durante il golpe dell’81 fermò il colpo di Stato. Negli ultimi tempi, però, il sovrano era stato investito da una serie di scandali che si erano sovrapposti e in parte intrecciati con i suoi malanni fisici, con gli interventi alle anche e la rimozione di un nodulo a un polmone.
A gennaio, in particolare, c’è stata l’incriminazione per malversazione e riciclaggio della figlia secondogenita, Cristina, nell’ambito di uno scandalo di corruzione legato al marito Inaki Urdangarin. Ma già in precedenza c’erano stati molti episodi che avevano portato a dure critiche verso il sovrano borbonico, come la battuta di caccia all’elefante del 2012 in Botswana, nel pieno della crisi economica della Spagna, in cui Juan Carlos si era fratturato l’anca destra per una caduta e dove pare fosse accompagnato da un’amante, la bionda tedesca Corinna (che da anni ricopre il ruolo di “regina non ufficiale”). Per intendersi, in piena sfida indipendentista della Catalogna e all’indomani delle elezioni europee, il re registrava un gradimento di soli 3,72 punti su 10 da parte degli spagnoli.
La secolare monarchia spagnola negli ultimi 159 anni ha conosciuto due repubbliche e, dal 1931 al 1975, la dittatura del Caudillo. Molti osservatori ritengono che in Spagna più che la monarchia fosse popolare Juan Carlos e ora mettono in dubbio che l’istituzione possa sopravvivere all’uscita di scena di quello che era stato ribattezzato “il re repubblicano”. Anche se Felipe si è sempre tenuto fuori dagli scandali di corte e gode di buona popolarità.