Baghdadi: “Se sbaglio, riportatemi sulla giusta strada”

Baghdadi: “Se sbaglio, riportatemi sulla giusta strada”

«Se vedete che sto sbagliando, avvisatemi, e rimettetemi sulla giusta via, e obbedite a me tanto quanto io obbedisco a Dio che è in voi». Così ha detto Abu Bakr al-Baghdadi, il leader del gruppo islamico Isis (Stato islamico del Levante e dell’Iraq) nel sermone che ha tenuto nella città irachena di Mosul lo scorso venerdì e che è stato diffuso nelle ultime ore. Ha parlato per 15 minuti nella grande moschea di al-Nouri, nella città del nord iracheno conquistata dai suoi miliziani il 10 giugno. E per la prima volta, dopo aver annunciato la nascita del Califfato nei territori occupati dall’Isis (ed essersi autoproclamato il primo Califfo del mondo islamico dalla fine dell’impero Ottomano), ha diffuso un video e delle immagini del suo volto.  

Fino a ieri di quel sermone conoscevamo solo un breve monito lanciato ai musulmani: «Obbeditemi». Oggi circolano il video e le prime traduzioni in inglesecome questa, che porta come data il sesto giorno di Ramadan del 1435 (Il calendario islamicoconta gli anni dal 622, l’anno dell’Egira e ciascun anno ha solo 354 giorni), per noi venerdì 4 luglio.

«La creazione di un califfato è un obbligo», afferma al-Baghdadi in video. «Non c’è vera religione finché non viene affermata la sharia». 

«In verità, io sono messo alla prova da questa grande questione (…) Mi è stata data l’autorità sopra di voi, ma non sono il migliore e non sono migliore di voi. Se vedete che sono nel giusto, allora supportatemi. Se vedete che sto sbagliando, avvisatemi, e rimettetemi sulla giusta via, e obbedite a me tanto quanto io obbedisco a Dio che è in voi»

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«Non vi sto promettendo – come fanno i re e i governanti ai loro sudditi e cittadini – lussuria, prosperità, sicurezza e benessere. Piuttosto vi prometto quello che Allah ha promesso ai suoi servi: «Allah ha promesso a coloro che credono e compiono il bene di farne [suoi] vicari sulla terra, come già fu per quelli che li precedettero, di rafforzarli nella religione che Gli piacque dar loro e di trasformare in sicurezza il loro timore» (è una citazione tratta dalla sura An Nur del Corano, qui una spiegazione).

Alcuni momenti della prefghiera di Al Baghdadi nella moschea di al-Nouri a Mosul (screenshot del video diffuso sul web)

Il governo islamico ha definito il video «un falso» e nessuno finora ha potuto verificare l’autenticità della data, quella di venerdì 4 luglio. Proprio venerdì 4 luglio la tv filogovernativa irachena al Sumaria riferiva di un raid aereo nell’Iraq occidentale in cui “il Califfo” sarebbe rimasto ferito. 

Secondo il reporter di Al Jazeera Imran Khan, il video è una dichiarazione evidente fatta da al Baghdadi al governo iracheno per dimostrare di poter circolare liberamente nei territori del “suo Califfato”. 

Al-Baghdadi è lo stesso leader che pochi giorni fa aveva minacciato gli Usa («l’America la pagherà cara, ancora di più rispetto a quello che è stato fatto da Osama Bin Laden»), promesso di conquistare anche Roma, e chiamato a raccolta medici, ingegneri e amministratori da tutti i Paesi islamici, perché raggiungano l’Iraq e aiutino a «promuovere la religione di Allah attraverso il jihad» («Coloro che possono immigrare nello Stato Islamico dovrebbero farlo perchè l’immigrazione nella casa dell’Islam è un dovere». E ancora: «Affrettatevi o musulmani a venire nel vostro Stato. È il vostro Stato. La Siria non è per i siriani e l’Iraq non è per gli iracheni. Questa terra è per i musulmani, tutti i musulmani»). 

Il leader appare in video con un turbante e una lunga veste neri. Gli stessi abiti, dicono gli analisti, che appartenevano alla dinastia degli Abbassidi, quella che governò il mondo islamico tra il 750 e il 1258  dopo Cristo e aveva sede proprio a Baghdad, in Iraq (e lui, del resto, nonostante sia originario di Samarra, si fa chiamare Abu Bakr al-Baghdadi, «di Baghdad»).

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