Caro direttore, che sciatteria alla Reggia di Caserta

Caro direttore, che sciatteria alla Reggia di Caserta

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Quelle tasse “invisibili” che svuotano le tasche
In modo invisibile (e non preso in considerazione) dilaga un «mostro» che divora i pochi euro ancora in tasca degli italiani. Due esempi: 1) la tassa per iniziare un procedimento di giustizia è aumentata notevolmente, tanto da far rinunciare a chi non ha risorse persino a un giusto risarcimento per un danno evidente. 2) All’ospedale di Udine sono stati rimodulati i tempi di attesa per essere sottoposti a visita: 16 prestazioni fra visita e accertamenti superano l’anno, 142 (su 620 prestazioni complessive) superano i 100 giorni. È sanità questa? Perché a pagamento tutto funziona in tempi ristrettissimi con gli stessi medici e negli stessi ambienti?
Franco Bellini, Udine, Corriere della Sera, 23 luglio

Migranti: ma esiste veramente l’Unione europea?
Non si fermano gli sbarchi e nessuno li bloccherà. È stato ribadito più volte che l’Italia non può affrontare da sola un evento biblico di tale portata e la richiesta di collaborazione a livello comunitario non ha sortito alcun effetto. La domanda che ci si pone è: esiste l’Unione Europea?

Giorgio Volonteri, Imperia,Corriere della Sera, 23 luglio

Si potrebbe evitare la caccia alla scatola nera degli aerei?
Dopo ogni incidente aereo, incomincia la caccia alla scatola nera di bordo, a volte con gran dispendio di energie di tutti i tipi, a volte con complicazioni politiche. Ora mi chiedo e lo chiedo ai vostri esperti: è possibile che nel 2014, tempo di droni, di missioni spaziali, di smisurate banche dati,non sia possibile inviare in parallelo alla scatola nera, le stesse informazioni a terra? Mi sembra una osservazione talmente banale che ipotizzo difficoltà insormontabili. Mi piacerebbe conoscerle. 

Augusto Taricco, Roccaforte Mondovì (Cn), La Stampa, 23 luglio

La grande bruttezza nella reggia di Caserta
Entrando nella reggia di Caserta sabato 19 luglio, sono rimasta sorpresa di trovarmi davanti persone, che pur ricoprendo il ruolo di bigliettaio, di custode, di addetto al servizio e al controllo, non indossano regolare divisa. Non solo. Alcuni non hanno nemmeno il cartellino di riconoscimento, fumano e a capannelli si mischiano all’entrata con i questuanti e i venditori di schifezze. Nelle sale meravigliose, le donne in ciabatte, mezze scarmigliate, vagano da una sedia a un’altra in cerca di chiacchiere con altre colleghe, gridano al telefono, un uomo con cartellino seminascosto stava litigando con il proprio meccanico. All’ingresso del meraviglioso parco, alle 10 di mattina, una montagna di rifiuti ci ha dato il benvenuto. Lo sbracamento è totale e lo starnazzo non è da meno. In mezzo a uno dei soliti capannelli fumava anche una poliziotta a cavallo. Si fanno riduzioni sulla parola, i ragazzi sotto i 15 anni non pagano e nemmeno gli amici degli amici. Un’amica che abita al sud mi ha rimproverato di non saper godere della bellezza e di impicciarmi di cose non importanti. E questo è quanto.

Daniela Tani, [email protected], la Repubblica, 23 luglio

La lingua italiana è in crisi perchè leggiamo poco
Caro Augias, nella garbata discussione svoltasi tra lei e il professor Alfredo Luzi sull’uso corrente della nostra lingua mi avete voluto tirare in ballo. 
Posso solo aggiungere alcune sintetiche note. Tra residenti ed emigrati oggi parliamo l’italiano in più di sessanta milioni. Per gran parte di noi è una 
lingua seconda, la prima lingua nativa e familiare era uno dei dialetti. Gli italofoni nativi sono un fenomeno recente, fuori di Firenze, di Roma e 
dell’esilissimo strato della borghesia colta. Negli ultimi decenni la vita sociale ci ha spinto ad acquistare l’uso parlato della lingua, ma non a 
leggere. La scuola di base ha svolto e continua a svolgere un grande lavoro, ma non così la scuola media superiore. Questa e poi l’università hanno ignorato e ignorano la pratica estesa della lettura e della scrittura come parti integranti e abituali dello studio. In queste condizioni è inevitabile che 
l’italiano parlato sia per molti un italiano orecchiato, ma non ben posseduto. Tale resterà finché scuola media superiore e università non cambieranno 
registro e finché i libri non entreranno nella nostra vita quotidiana. La debolezza culturale favorisce l’affiorare di stravaganze e imbecillità 
linguistiche, latinismi rarissimi e quindi difficili come soprassessorio che rinvia, “differisce” o anglismi come location per dire luogo d’un incontro. 
Studiare bene latino e inglese ci aiuterà, tra l’altro, a ridere in faccia a chi commette questi abusi e a parlare un po’ meglio l’italiano.

Tullio De Mauro, Roma, la Repubblica, 23 luglio

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