Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Telefonia, truffe su truffe: è ora di chiamare i carabinieri
Ricevo questa lettera: «Gentile Cliente, Le comunico che c’è stato un disguido sulla sua linea telefonica a causa delle cabine sature e per questo guasto c’è stato un aumento di 54.90 solo voce e 34.90 con internet al mese in più sul suo piano tariffario. Iva esclusa e con l’aggiunta di chiamate con scatto alla risposta. Dobbiamo avere una sua risposta entro la giornata in quanto domani avverrà il cambio di cabina, se lei è d’accordo manderemo il suo contratto avanti, in caso contrario la procedura sarà diversa. Cordiali Saluti. Amministrazione Telecom Italia». Forse a causa dell’incertezza della lingua, mi faccio subito l’opinione che la richiesta sia un falso ma, nel dubbio, rispondo che mi pare strano che per un guasto io debba vedere raddoppiato il mio piano tariffario e concludo affermando che non sono d’accordo ad alcuna modifica né del mio piano tariffario né delle prestazioni del mio attuale collegamento. A conferma dei miei dubbi, ricevo nel pomeriggio una telefonata ed una e-mail (alle 13:03) di un gestore concorrente che mi propone contratti molto vantaggiosi sia di telefonia che di internet, ai quali ovviamente non aderisco. Ora, mi auguro che Telecom si attivi per asserire la sua estraneità all’iniziativa e per individuare, se possibile, la sorgente della truffa. A ogni modo, non ho parole per esprimere la mia indignazione sui metodi da terzo mondo che certe società mettono in atto pur di lucrare un misero contratto.
M.V., La Stampa, 6 luglio
I prof perdono la cattedra e lo Stato spreca i soldi
Pianeta scuola: sono uscite in questi giorni le graduatorie dei “titolari su dotazione organica provinciale”, tradotto in italiano si tratta dell’elenco dei professori di ruolo che hanno perso la cattedra, per lo più per effetto della cosiddetta riforma Gelmini. A Roma, per fare un esempio, oltre gli insegnanti di Storia dell’Arte già dimezzati dai tagli della materia, vengono cancellati, tra i tantissimi altri, i professori di Arte della fotografia e della pubblicità (9); Educazione musicale (16); Matematica applicata (5); Tecnica fotografica (7); Odontotecnica (32); Laboratorio di chimica e chimica industriale (20); Laboratorio di informatica gestionale (30). Sì, avete capito bene: proprio ora che Internet è sempre più importante nella vita e soprattutto nel lavoro, nella sola scuola superiore della provincia di Roma perdono la cattedra trenta professori di informatica. Che lo Stato deve comunque, e giustamente, pagare, sprecando però in questo modo i nostri soldi di contribuenti.
Maria Raimo, L’Espresso, 6 luglio
Diamo un’anima all’Europa creando un fondo “salva migranti”
Dare un’anima a questa Europa non è certo un compito semplice. Il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea si apre con questo obiettivo ambizioso, ma allo stesso troppo vago. Tutti sanno che non basta una moneta unica per costruire l’Europa. Ma che l’eurozona possa essere il cuore e il punto di forza dell’Unione questo sì. Fa bene Renzi a dire che sarebbe auspicabile un maggior coinvolgimento del Regno Unito, purché questo non sia ancora -come troppo spesso in passato- un freno al processo d’integrazione. Per trasformare in realtà l’obiettivo, per dare una vera scossa all’Unione occorre prendere consapevolezza del ruolo speciale che hanno i 18 Paesi, che sui 28 dell’Ue, hanno avuto il coraggio di aderire all’euro. Perché di atto di coraggio si è trattato. Con alcuni errori certo, ma senza euro dove sarebbe il processo d’integrazione? Se l’eurozona vuole diventare forza propulsiva e vero motore dell’unione deve appunto cominciare a darsi un’anima. Non basta la moneta unica e tanto meno è sufficiente l’unione bancaria ormai alle porte. Certo gli strumenti non convenzionali messi a punto da Draghi per combattere la deflazione sono importanti. I tassi ai minimi storici dovuti all’euro sono indispensabili per un Paese come il nostro col debito pari al 132% del Pil. Ma se vogliamo davvero far sì che finalmente l’Europa non venga percepita dai suoi cittadini solamente come unione monetaria o, peggio ancora, come la costosa burocrazia di Bruxelles e Strasburgo occorre cambiare passo. L’Italia non ha certo fatto in questi anni sufficienti compiti a casa, ma il proprio contributo all’Europa lo ha dato tutto. Intanto versa molto più di quanto incassa, anche se spesso per proprie imperdonabili inefficienze. E quando si è trattato di salvare prima la Grecia nel 2010 e poi a seguire Portogallo, Irlanda, Cipro e Spagna e le loro banche ha contribuito al “Fondo salva Stati” per una quota pari alla partecipazione nella Banca centrale europea del 12,5% pur avendo come Paese un’esposizione del 2/3% negli attivi di quegli Stati e delle loro banche. Col contributo all’European Financial Stability Facility, che raccoglieva fondi emettendo obbligazioni sul mercato prestando il ricavato ai Paesi in difficoltà, il debito pubblico italiano è aumentato solo per questo intervento di altri 34 miliardi. Ad esso è poi seguito l’European Stability Mechanism dove abbiamo fatto un’altra volta più di quanto ci doveva competere. Torniamo al punto. Vogliamo dare un’anima all’Unione? Abbiamo finanziato i fondi “salva Stati” e “salva banche”? Ebbene è il tempo di passare al Fondo “salva uomini”! C’è un’operazione come “Mare Nostrum” che al momento è a carico dell’Italia per circa 120 milioni l’anno: i Paesi dell’eurozona con lo stesso contributo del “salva Stati” finanzino un fondo “salva uomini, donne e bambini”. Sarebbe un atto di equità e di dignità. E un buon inizio per dare un’anima all’Europa e al semestre italiano.
Carlo Maria Pinardi, Corriere della sera, 6 luglio
Le sigarette dovrebbero aumentare più di venti centesimi
Il governo intende aumentare il prezzo delle sigarette di circa 20 centesimi. Per l’incredibile costo sociale (leggasi cure mediche) che il tabacco costa alla nostra società, secondo me andrebbe aumentato di almeno 5 euro. Per fare un paragone, un pacchetto di marca che in Italia viene venduto per circa 5 euro, negli Stati Uniti costa circa 10 euro e in Australia quasi 15.
Vittorio Zanuso, Corriere della sera, 8 luglio
Marchionne e Renzi, due fratelli
Alcuni giorni il d.a. Chrysler (che possiede, nel nostro Paese, alcune filiali chiamate Fiat) ha detto ai suoi dipendenti italiani che un’ora di sciopero è un gesto contro la patria. Poco dopo (5 luglio) il premier italiano ha detto che chi gli fa opposizione boicotta l’Italia. C’è un legame pericoloso fra i due proclami.
Renato, Il Fatto Quotidiano 18 luglio
Paestum è un incanto, la strada per arrivarci un immondezzaio
MI sono recato recentemente a Paestum che ritengo uno dei siti più belli che esistano in Italia e tutto sommato ben tenuto con l’eccezione delle descrizioni poste in prossimità dei templi assolutamente illeggibili, bruciate dal sole, scolorite, strappate. Quello che però mi ha indignato è ciò che ho trovato sulla strada di ritorno, la litoranea in direzione Salerno, una strada a tre corsie, di cui una, quella destra, fatta di immondizia, plastica, cartacce, sacchi neri rotti e svuotati, ogni genere di masserizie e quant’altro, 30 km di immondizia, un vero schifo. Ma è mai possibile, cari salernitani, che non vi rendiate conto di quale livello di inciviltà è stato raggiunto? Non sono certo di simpatie leghiste ma rivolgo un invito agli amici di Salerno: preservate il territorio, è la vostra ricchezza.
P.L., Repubblica, 8 luglio