È il quindicesimo giorno di raid da parte delle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza, nel corso dell’operazione Protective Edge lanciata da Israele per cercare di fermare i continui lanci di razzi da parte di Hamas.
La giornata di oggi è iniziata con nuovi bombardamenti. In mattinata un raid aereo si è abbattuto sulla Striscia facendo 7 morti, tra i quali una famiglia con 4 donne. Hamas ha risposto lanciando razzi su Ashdod, a sud di Tel Aviv.
BILANCIO VITTIME
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è salito a 583 morti e 3.640 feriti, secondo l’agenzia di stampa palestinese Al-Ray. Gli ultimi raid israeliani hanno già causato oggi almeno sette morti.
ISRAELE RIFIUTA LA TREGUA
Israele ha respinto la richiesta dell’inviato dell’Onu in Medio Oriente Robert Serry di una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo scrive Haaretz citando alte fonti israeliane. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – fanno sapere fonti diplomatiche – si riunirà nuovamente per discutere la situazione a Gaza. L’incontro potrebbe tenersi alle 10 ora locale (le 16 in Italia).
VERTICE AL CAIRO
Oggi al Cairo è previsto un vertice tra il segretario di Stato americano John Kerry, il segretario delle Nazioni unite Ban Ki Moon ed il presidente egiziano al Sisi. Kerry, che lunedì ha garantito aiuti umanitari per 47 milioni di dollari, ha deciso oggi di prolungare di un giorno la permanenza nella capitale egiziana. Il Segretario di Stato Usa sarebbe dovuto ripartire stamattina dopo una conferenza stampa che invece si terrà domattina. Kerry, ha detto ieri Obama, spingerà per un cessate il fuoco immediato.
ABU MAZEN E HAMAS
Abu Mazen ha incontrato al Cairo il leader di Hamas Mashaal e avrebbe sottolineato la necessità di accettare la proposta di tregua messa a punto dall’Egitto. Pressioni esercitate anche dal capo della Lega Araba, Nabil al-Arabi. Ma il movimento palestinese che controlla la Striscia ha rifiutato la proposta egiziana e rivendica la riapertura della frontiere con l’Egitto e la liberazione di decine di prigionieri.
LA POSIZIONE DEGLI USA
Ieri il presidente americano, Barack Obama, ha sottolineato di non volere «più vedere civili uccisi», per questo serve la fine delle ostilità. Il segretario di Stato, John Kerry, premerà – ha affermato Obama – per un cessate il fuoco immediato. Obama ha comunque ribadito il diritto di Israele a difendersi, come fatto più volte nei giorni scorsi.
OSPEDALE AL-AQSA
Negli scontri di ieri uno degli eventi più tragici è stato un colpo di artiglieria dell’esercito israeliano che ha centrato l’ospedale Al-Aqsa, nella parte centrale della Striscia, provocando quattro morti.
Per la cronaca dei giorni precedenti: