Israele-Palestina, il terzo giorno di Protective Edge

Israele-Palestina, il terzo giorno di Protective Edge

Il bilancio dei primi tre giorni dell’offensiva israeliana su Gaza, chiamata Protective Edge, «margine di protezione», è di 74 morti e 550 feriti. Tra le 21 persone uccise solo questa notte dai raid israeliani, ci sono anche cinque bambini palestinesi. Nei giorni scorsi gli attacchi aerei israeliani hanno fatto otto vittime tra i membri civili di un’unica famiglia, i Kaware, e un attacco aereo israeliano ha bombardato almeno due case in un’area densamente popolata vicino a Khan Younis, nel sud di Gaza.

NETANYAHU
«Il cessate il fuoco con Hamas non è in agenda», ha detto il 10 luglio il premier Benjamin Netanyahu ai membri del Comitato affari esteri e Difesa della Knesset, il Parlamento israeliano. 

OBIETTIVI COLPITI A GAZA
Peter Lerner, un portavoce dell’esercito israeliano, ha riferito questa mattina: «Abbiamo colpito 322 obiettivi durante la notte portando a 750 il numero totale dei bersagli di Hamas colpiti dall’esercito dall’inizio dell’operazione Protective Edge». E ha poi aggiunto che «più di 20 mila soldati riservisti sono stati chiamati, ma un attacco di terra sarà l’ultima opzione solo se lo riterremo necessario». 

Questa mattina fonti palestinesi riferiscono che in un attacco dell’aviazione dello Stato ebraico è stata distrutta la parte palestinese del valico di Eretz da cui si accede da Israele alla Striscia. Il sito Ynet cita come fonte della notizia il ministro degli interni di Gaza. Haaretz invece riporta fonti dell’esercito che negano il fatto.

Attacchi israeliani su Gaza il 10 luglio (MOHAMMED ABED/Getty Images)

LA FAMIGLIA KAWARE
Otto persone della famiglia Kaware, tutti civili, sono rimasti uccisi nella notte tra martedì e mercoledì durante uno strike israeliano che ha colpito la loro casa nella Striscia di Gaza, nella città di Khan Yunis. Secondo un’indagine preliminare delle Forze di difesa israeliane, i membri della famiglia sono rientrati troppo presto nella loro casa, dopo essere stati avvisati dalle Forze di difesa israeliane che la loro casa sarebbe stata colpita. Le Forze aeree israeliane hanno riferito che la loro morte non era intenzionale. 

L’esercito israeliano ha riferito che la casa colpita era la residenza di Odeh Kaware, comandante del gruppo di Hamas Khan Yunis, e che fungeva da sede centrale. Secondo le prime indagini, come riporta questa mattina Haaretz, dopo che le forze israeliane hanno informato i membri della famiglia al telefono che la casa sarebbe stata bombardata, i Kaware hanno lasciato la casa. Un missile senza esplosivo ha segnalato successivamente la serietà dell’avvertimento. La famiglia però sarebbe rientrata in casa proprio quando un missile più grande l’ha colpita, un colpo pensato per distruggere l’abitazione. 

PERES E LA MINACCIA DI UN ATTACCO DI TERRA
Ieri, 9 luglio, il presidente israeliano, Shimon Peres, ha affermato: «L’offensiva di terra potrebbe esserci molto presto. Ma se i razzi da Gaza si fermeranno stanotte, non ci sarà». Intanto, 40.000 soldati israeliani sono stati schierati lungo il confine con Gaza. 

Un tank dell’esercito israeliano si posiziona lungo il confine tra Israele e la striscia di Gaza (JACK GUEZ/Getty Images)

IRON DOME
In questi giorni le sirene che avvisano dell’arrivo di razzi palestinesi su Israele sono suonate più volte nell’area centrale del Paese. A Tel Aviv, in mattinata, le sirene di allarme missili sono suonate per due volte. Lo scudo antimissile Iron Dome, il sistema difensivo, è entrato in azione, abbattendo almeno due proiettili. Lo ha reso noto la radio dell’esercito. Allarme suonato in questi giorni anche nella zona di Dimona, dove c’è la centrale nucleare israeliana, e nella zona di Mizpeh Ramon nel centro del Neghev.

Israeliani cercano riparo a Tel Aviv dopo il suono delle sirene anti missile il 10 luglio (AHMAD GHARABLI/Getty Images)

Ecco come funziona il sistema anti-missilistico di Israele nello schema della Bbc:

ONU
Nella notte si è tenuta una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, al Palazzo di Vetro a New York. L’incontro era stato richiesto da palestinesi e arabi e dal segretario generale dell’organizzazione, Ban Ki-moon. Una riunione del gabinetto di sicurezza di Israele, presieduta dal premier Benjamin Netanyahu, è stata convocata per le 11.30 (ora locale, le 12.30 in Italia) per discutere della situazione a Gaza. Lo annunciano i media israeliani. 

VALICO DI RAFAH
Questa mattina il valico di Rafah, la frontiera tra Egitto e striscia di Gaza, è stata aperta per lasciar passare dieci ambulanze che portano feriti gravi verso ospedali egiziani. Secondo l’agenzia ufficiale egiziana Mena, gli ospedali del Sinai del Nord, che confina con Gaza e con Israele, sono stati messi in allerta per il possibile arrivo di un gran numero di palestinesi feriti attraverso il valico di Rafah. Il valico viene aperto dall’Egitto solo episodicamente e per brevi periodi di tempo a causa della fragile situazione di sicurezza nel Sinai, dove l’esercito egiziano si confronta con gli insorti islamici. Rafah è per Gaza l’unico collegamento con l’esterno che non passi per Israele. 

La mappa della Bbc:

OBAMA
«La pace fra Israeliani e palestinesi è necessaria, è giusta ed è possibile», ha scritto il Presidente Usa Barack Obama in un editoriale pubblicato sul quotidiano isrealiano Haaretz martedì 8 luglio. Come padre «sono vicino» ai genitori dei ragazzi israeliani e palestinese uccisi – scrive Obama- sottolineando che «le parti devono proteggere gli innocenti e agire con ragionevolezza e non con spirito di vendetta». Il presidente Usa ricorda la solida alleanza con Israele, affermando che «la pace è l’unica possibità» per la sicurezza di tutti. 

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