Settimana da dimenticare per i sindaci italiani, tra alluvioni, inchini, gallerie pericolanti e sacchi di immondizia.
Il primo a essere coinvolto nelle polemiche è stato proprio il sindaco milanese quando, martedì 8 luglio, si è risvegliato in una Milano allagata. Il sindaco Giuliano Pisapia è stato accusato di mancata prevenzione per l’esondazione del Seveso che ha provocato non pochi disagi ai suoi concittadini. Da: Corriere Milano
Era il 2010 quando un temporale d’agosto e poi un altro a settembre riportarono Milano e la zona Nord Ovest con i piedi nell’acqua: non ci furono sconti all’allora sindaco Letizia Moratti, perché una città che si candida all’Expo della sostenibilità ambientale non può presentarsi ad ogni temporale con i sacchetti di sabbia davanti ai portoni di casa. Alcuni assessori dell’attuale giunta chiesero addirittura le dimissioni del sindaco, affermando che Seveso e Lambro erano l’esempio migliore della disfatta di una giunta. Che cosa diranno oggi che l’amministrazione di centrosinistra guidata da Giuliano Pisapia si ritrova esattamente nella stessa situazione, anzi, è in ritardo di altri quattro anni? CONTINUA A LEGGERE
A Napoli la situazione è ancor più grave. Il 9 luglio, dopo cinque giorni di sofferenza in ospedale, si è spento Salvatore Giordano, il ragazzo di soli 14 anni colpito dai calcinacci caduti all’interno della galleria Umberto I, nel centro della città. Anche in questo caso non sono mancate le critiche al primo cittadino e ai suoi colaboratori comunali. De Magistris ha poi proclamato, tramite un post su Facebook, il lutto cittadino. Da: il mattino
Salgono a quarantacinque gli indagati per la morte del povero Salvatore Giordano. Prosegue l’inchiesta della procura di Napoli, nelle ore successive alla morte del ragazzo di Marano, vittima del crollo di un cornicione della Galleria Umberto I. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e crollo colposo. I provvedimenti, firmati dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio e dai pm Stefania Di Dona e Lucio Giugliano, sono in corso di notifica da parte dei carabinieri della compagnia Napoli Centro. A quanto si è appreso tra i destinatari figurano tre funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Napoli nonché amministratori e proprietari di locali dell’ala della galleria interessata dal crollo. CONTINUA A LEGGERE
Per quanto sia assurda la morte di Salvatore (come per altri aspetti potrebbe essere quella di Ciro, il trentenne napoletano preso a pistolettate nel pre-partita di una finale di Coppa Italia), non dobbiamo mai dimenticarci che dietro fatti umani ci sono spiegazioni umane. E la morte di Salvatore ne ha. E parecchie. Proprio in queste ore c’è chi punta il dito contro De Magistris, le istituzioni, lo Stato, o contro una città maledetta tanto bella quanto at roce. Ma è ancora un vociare confuso, dettato dalla disperazione e dall’incredulità. Una giostra di emozioni che viene naturale tirare fuori quando c’è un morto di mezzo. CONTINUA A LEGGERE
Chi non se la passa meglio è il sindaco di Roma Ignazio Marino che deve fare i conti con una città sommersa dai rifiuti. Da: La stampa
La Caporetto dell’Ama, la municipalizzata che ha il compito di mantenere pulita Roma, è in via Capo d’Africa, una strada lunga e dritta a due passi dal Colosseo. Al numero 23, annunciato da una grande targa con il logo dell’Ama, si trova lo «Sportello Tariffa». Ecco, in questi giorni, i romani entrano, pagano quello che devono pagare, e quando escono hanno davanti ai loro occhi il frutto del loro gesto: cassonetti pieni fino all’orlo, sacchetti in attesa sui marciapiedi da giorni che qualcuno li prelevi. Roma è sempre più sporca, lo sa bene anche Ignazio Marino che in questo suo primo anno da sindaco ha già mandato a casa un presidente dell’azienda ma è ancora lontano dall’aver risolto i problemi dei rifiuti nella Capitale. CONTINUA A LEGGERE
Dopo le proteste dei cittadini, la polemica è scoppiata la polemica tra Marino e l’Ama, l’azienda della nettezza urbana. Da: Corriere Roma
L’emergenza rifiuti continua, mentre sale la tensione fra il sindaco Ignazio Marino e l’Ama, l’azienda della nettezza urbana. Appena i camion per la raccolta intervengono in un quartiere per pulire i rifiuti che occupano i marciapiedi da giorni, subito arrivano le segnalazioni da un’altra zona sommersa di immondizia. Una rincorsa senza fine. Così, mentre ieri mattina l’Ama si apprestava a ripulire la zona all’angolo fra via di Pietralata e via dei Durantini (segnalata anche dal Corriere), emergevano nuove situazioni critiche: sempre su via di Pietralata (ma stavolta verso Casale Rocchi). E ancora a Montesacro (via Val d’Ossola e via Val Trompia in particolare), a San Lorenzo, al Tiburtino. La scena è identica: cassonetti stracolmi e sacchetti che invadono i marciapiedi, cittadini costretti a fare lo slalom fra i rifiuti, spesso tappandosi il naso per difendersi dal tanfo che si leva dai cumuli di immondizia. CONTINUA A LEGGERE
Per i sindaci non è certo quindi il periodo migliore. Si trascinano infatti ancora le polemiche a Oppido Mamertina (Reggio-calabria), dopo il fattaccio del 2 luglio scorso quando, durante la tradizionale processione del paese, la “Madonna” si è inchinata davanti la casa dell’82enne boss della camorra, agli arresti domiciliari. Il sindaco Domenico Giannetta questa settimana ha provato a difendersi dalle accuse che gli sono piovute addosso. Da: il Sole 24 Ore
Domenico Giannetta, eletto con “Impegno Civico” sindaco di Oppido Mamertina con le ultime elezioni del 24 maggio 2014, ex assessore della Provincia di Reggio Calabria, non si capacita delle polemiche per la sosta della statua della Madonna davanti all’abitazione della famiglia Mazzagatti e ammette di aver peccato in leggerezza. CONTINUA A LEGGERE