Transformers: Age of Extinction, quarto film della saga di robottoni ed esplosioni diretta da Michael Bay, è diventato il film più visto di sempre nei cinema cinesi. Più visto di qualsiasi film cinese, più visto anche di Avatar, che dal 2010 deteneva il record. Dopo solo 10 giorni nelle sale, il film ha incassato 222,74 milioni di dollari superando il totale raccolto in più di tre mesi dal film di Cameron e facendo — da solo — quasi metà degli incassi mondiali del film, che arrivano a 570 milioni di dollari. La Cina, d’altra parte, negli ultimi anni è diventata il secondo mercato mondiale per quanto riguarda il cinema, seconda solo agli Stati Uniti, e vale 1,7 miliardi di dollari. Entro il 2020 diventerà il primo mercato mondiale.
La domanda è: perché Transformers ha così tanto successo in Cina? Le recensioni non sono positive (Salon l’ha definito «interminabile e incoerente») e, durante il primo weekend negli Stati Uniti, il film non è andato molto meglio di nessuno dei suoi prequel. Eppure.
Eppure, in Cina l’intero franchise di Transformers è sempre stato un successo. Uno dei motivi è che al pubblico cinese i film action di Hollywood piacciono moltissimo: il 44% degli incassi ai botteghini cinesi, dice Quartz, è dedicato a film d’azione provenienti da Hollywood. Un dato sorprendente, considerando le difficoltà che hanno i film stranieri ad entrare nel mercato cinese — soltanto 34 film all’anno sono ammessi — e che nemmeno negli Stati Uniti la percentuale è così alta, fermandosi solo al 36%. I cinesi, insomma, sono i più grandi consumatori mondiali di filmoni americani. E i Transformers di Michael Bay sono in qualche modo la quintessenza dei film d’azione, film in cui ci sono così tante cose in movimento e così tante cose che esplodono che diventa difficile addirittura capire che cosa sta succedendo.
Ma il successo di Transformers Age of Extinction riguarda anche una nuova strategia commerciale che Paramount, produttrice e distributrice del film, ha adottato in Cina. Una strategia pensata appositamente per rendere il film più appetibile e interessante possibile per il pubblico cinese e che — visto il successo — vedremo sempre più spesso applicata da Hollywood.
Il film, innanzitutto, è stato prodotto insieme a due case di produzione cinesi: Jiaflix Enterprises e China Movie Channel. La prima si occuperà di distribuire digitalmente il film appena sarà uscito dalle sale in modo da combattere la pirateria. La seconda è una casa di produzione sostenuta dal governo cinese che ha aiutato nella promozione del film e, soprattutto, a ottenere i permessi necessari per filmare in Cina. La trama di Transformers: Age of Extinction, infatti, inizia nell’americanissimo Texas ma si conclude… in Cina, passando prima da Pechino e poi da Hong Kong, dove si svolge la battaglia finale del film. Non mancano nemmeno delle strizzate d’occhio al governo cinese. Nell’ultima mezz’ora, c’è una scena in cui mentre i Transformers fanno a pezzi Hong Kong (che è una regione della Repubblica popolare cinese con una certa autonomia rispetto alle altre province) combattendo tra di loro, vediamo degli ufficiali di polizia che dicono: «dobbiamo chiedere rinforzi al governo centrale adesso!» [enfasi mia].
Il film è anche disseminato di product placement di aziende cinesi, alcuni talmente esagerati da sembrare comici. Se può essere credibile che ogni singolo computer usato nel film sia marchiato Lenovo, è strano vedere dei bancomat di una banca cinese nel bel mezzo del Texas o guardare uno dei protagonisti del film che beve un energy drink cinese mentre viene inseguito da un mucchio di robot. Uno dei partner commerciali del film, l’hotel di Pechino Pangu Plaza, ha anche tentato di bloccare l’uscita del film perché la rappresentazione dell’albergo (che nel film viene virtualmente distrutto, cosa di cui la società era a conoscenza) avrebbe causato «gravi perdite», ma Paramount e la società hanno trovato un accordo prima dell’uscita nelle sale.
L’ultimo pezzo della strategia di Paramount è un reality show. Si intitola《变形金刚4》中国演员招募活动 (letteralmente: «Transformers 4» campagna di reclutamento per attori cinesi) ed è un talent show creato appositamente per trovare alcuni attori per il film, che sono stati valutati da Lorenzo DiBonaventura, uno dei produttori di Transformers, e da Sid Ganis, ex presidente della società che ogni anno sceglie i premi Oscar. La parti per quasi attori sono minori, va detto, ma suggeriscono qualcosa: che non è poi così lontano il giorno in cui in un blockbuster di Hollywood vedremo un co-protagonista cinese. Messo lì appositamente per far funzionare il film nel più grande — o quasi — mercato cinematografico del mondo.