Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Se la nostra pensione diventa un privilegio
Le pensioni continuano ad essere il bancomat di governi con l’acqua alla gola e incapaci di trovare risorse nella palude degli enti inutili, nelle sabbie mobili della burocrazia, e soprattutto nelle suburra dell’evasione fiscale. Meglio togliere di mezzo il ceto medio. Complimenti a Renzi, che solo pochi mesi fa proclamava: «Le pensioni ‘un si toccano!». Fantastico. Quindi, rieccoci col ritornello sulle cosiddette «pensioni d’oro», espressione volutamente penalizzante. Il ministro Poletti è al corrente che il prelievo forzoso deciso dal governo Berlusconi nel 2011, dichiarato successivamente incostituzionale, deve ancora essere restituito? È al corrente che il governo Letta ne ha deciso un altro, tuttora vigente e contro il quale sono stati presentati vari ricorsi alla Consulta? È al corrente che nei Paesi socialmente evoluti il legislatore tiene conto del quoziente familiare, nei rari casi di prelievo forzoso? Mi spiego: due coniugi in pensione possono percepire 7000 euro sommando i loro vitalizi, senza subire nessun prelievo, mentre lo stesso nucleo, ma monoreddito che ne percepisce 6000 è fortemente penalizzato.
Filippo Cicognani, Repubblica, 20 agosto
Quelle parole di novità, nell’intervento del papa sull’Iraq
«Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante», questo disse il teologo Dietrich Bonhoeffer nel 1943, quando scoperto aver complottato contro Hitler, scontava la sua pena prima della condanna a morte per impiccagione. Parole simili ha pronunciato papa Francesco dicendo «lecito fermare l’aggressore ingiusto», riferendosi alla situazione in Iraq e non solo, sottolineando come questo compito non spetti ad una nazione in particolare, ma all’Onu. Le parole del Papa, quindi, danno un metodo diverso nel tipo di diplomazia vaticana praticato fino ad oggi, non legittimando l’uso della forza, ma riconoscendo il ruolo stabilizzatore e pacificatore di organizzazioni sovranazionali.
Andrea Siloni, Repubblica 20 agosto
Io, pensionato “benestante” circondato dall’ostilità
Sono un pensionato “benestante”, nuovo bersaglio dell’odio collettivo e in attesa che mi siano almeno pagati i funerali di Stato, secondo quanto ha segnalato nel suo Buongiorno Massimo Gramellini. Medico ospedaliero, specializzato, ho avuto la «cattiva idea» di andare in pensione con il sistema retributivo e di superare di poco la fatale soglia dei 3000 euro mensili. Bene, da quel reddito devo togliere 1000 euro fissi per aiutare un figlio di 30 anni, con due bambine piccole, ancora in attesa di terminare gli studi e di trovare un lavoro, e un altro figlio di 20 anni, che inizia quest’anno l’Università, più altri euro per eventuali loro spese impreviste. Non dovrei vergognarmi, perché rappresento l’ultimo efficace Welfare, cui attingono le generazioni dei disoccupati, ma il clima di “ostilità” da cui è circondato oggi un anziano, mi fa provare imbarazzo e vergogna. E pensare che ho studiato all’università, con enormi sacrifici, fin dall’età di 18 anni, mantenendomi anche con il lavoro di operaio stagionale, e che ho terminato corso di laurea e specializzazione a 28 anni. Allora, devo ammettere, ebbi la fortuna di essere assunto subito dopo in un ospedale pubblico, con regolare concorso, lavorando per decenni con serietà e competenza, fino a raggiungere una posizione apicale di responsabilità, che pochi giovani attualmente sarebbero in grado di affrontare. Sono tuttora ricercato e richiesto da molte persone, ma ahimè c’è il rischio che aprire una sia pur minima attività professionale comporti che mi sia tolta, anche del tutto, la pensione.
Angelo Sivier, medico chirurgo specializzato in neurologia, pensionato “benestante”, La Stampa 20 agosto
Anche qui si rischia con l’Ebola
La ministra della Salute voleva tranquillizzarsi sull’epidemia di Ebola dicendo che, per l’Italia, non c’è rischio in quanto i colpiti «sono troppo debilitati per imbarcarsi sulle carrette». Peccato che non le abbiano fatto leggere l’ultimo numero di Time dove, in un servizio, si avverte che l’incubazione di Ebola senza sintomi può durare 21 giorni.
Luciano Mattei, QN, 20 agosto