Caro direttore, fare un figlio Down non è immorale

Caro direttore, fare un figlio Down non è immorale

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Ebola, una maiuscola che fa la differenza

È un fatto linguistico, d’accordo. Magari però anche psicologico. Abbiamo preso l’abitudine di chiamare questo nuovo virus, che spaventa l’Occidente, Ebola, con la reverente “e” maiuscola. Chissà se adesso che abbiamo, forse, scoperto l’antidoto torneremo a chiamarla con il suo nome comune, ebola, così come abbiamo sempre fatto nei decenni scorsi, quando l’epidemia riguardava solo gli africani.

Simone Funari, Milano, la Repubblica, 23 agosto

Ma la scuola ha ancora la funzione sociale di educare?

Un sindaco toscano propone il rinvio delle lezioni a ottobre, per tentare di rimediare a una stagione turistica compromessa dal maltempo. La scuola vista come ostacolo al profitto. Molti genitori, che lavorano e non saprebbero a chi lasciare i figli dopo le ferie, sono contrari. La scuola vista come parcheggio, anche se l’esigenza è reale. C’è ancora qualcuno che riesce a vedere la funzione sociale della scuola, quella di educare e istruire i nostri giovani?

Marco De Nardi Kadge, [email protected], Corriere della Sera, 23 agosto

Dobbiamo renderci conto che noi italiani ricchi non siamo

A quanti credono alla riduzione delle imposte e la promettono va detto che per realizzarla occorre che si verifichi una delle due cose: o maggiori entrate o minori uscite. E io ho più di un dubbio al riguardo. Allo stato delle cose, potrebbe esserci una terza risolutiva possibilità, che noi italiani prendiamo coscienza che ricchi – posto, illudendosi, che lo siamo stati – più non siamo. Privi di materie prime – ricchezza certa -, abitanti di un territorio in periodica balìa di calamità naturali sismico-idrogeologiche, non ci resta che trarre la conclusione di dover vivere – per amore o per necessità – con minori risorse. Da qui l’Sos: “Compriamo italiano”, dagli automezzi al turismo, dall’alimentare alle badanti, dalle tecnologie ai giocattoli, il solo modo – se lo farà un intero popolo – per tentare quella “drizzata” senza la quale sarà notte fonda per tutti, benestanti o meno che si sia.

Luigino Ferrari, Verona, Avvenire, 23 agosto

Ai turisti i mercatini in spiaggia piacciono

La storia della turista multata per 200 euro per aver acquistato merce contraffatta da venditori abusivi è stato un caso di questa estate. L’amministrazione comunale ha scelto giustamente di far rispettare le leggi. Da troppo tempo la presenza di venditori abusivi sull’arenile è diventata insostenibile. A stupirmi stavolta non è il comportamento dell’amministrazione, ma la reazione dei riminesi! In tanti si indignano per la multa elevata alla turista e puntano il dito contro l’amministrazione, forse spinti dal timore che questo abbia riflessi negativi sul turismo, ma se vogliamo le regole come possiamo lamentarci quando si prova a farle rispettare? Ho voluto provare a sondare la gente per scoprire i motivi di tale indignazione. In primo luogo quello che più ha infastidito la gente era il fatto che ad essere penalizzate fossero sempre le stesse categorie di persone. Secondo, il dubbio di molti è che nei confronti dei venditori abusivi non ci si imponga a sufficienza. Altro aspetto inquietante che è emerso è che a molti bagnanti questi mercatini piacciono, per cui visto che anche i turisti sembrano gradire lo shopping in riva al mare, molti preferirebbero si chiudesse un occhio.  Non dobbiamo dimenticare che chi vende abusivamente in spiaggia è la punta di un iceberg e che dietro spesso si nasconde la malavita organizzata creando un forte danno economico a produttori e commercianti. Se ai turisti piacciono i mercatini in spiaggia occorre mettere mano alla normativa e creare quelle aree apposite di cui ogni tanto si parla. Nel caso specifico della turista, stavolta non è colpa di Rimini, c’erano cartelli in spiaggia e da tempo era in atto una campagna informativa sui rischi per gli acquirenti, essere in vacanza non ci esime dall’osservanza delle regole, dovremmo piuttosto stupirci del fatto che di fronte ad un fenomeno così diffuso come il commercio abusivo, sia stata colta in fragrante solo una persona. 

Loris Dall’Acqua, 42 anni, titolare di pubblico esercizio, Santarcangelo di Romagna (Rimini), La Stampa, 23 agosto

Io, con un figlio down: ecco che cosa avrei perso

Il famoso scienziato professore di Oxford Dawkins avrebbe sostenuto che la scelta di mettere al mondo un bambino down è immorale. Forse avrebbe potuto dire che è una scelta poco pratica, che è una scelta coraggiosa, che è una scelta impopolare e che può provocare perciò sorpresa in chi la apprende. Ma perché immorale? Devo credere che mio figlio, con la sua sola esistenza costituisca una sfida alla morale comune? Magari ai pregiudizi sì, sicuramente. Conosco mio figlio, è stato lui a sorprendermi con una dolcezza che mai ho conosciuto in altra persona viva. Se avessi avuto la probabilità di scegliere, anch’io onestamente avrei scelto per l’aborto, ma a posteriori posso dire che mi sarei persa qualcosa di unico, veramente grande. Perché le mamme che hanno una diagnosi prenatale che certifica il concepimento di un bimbo con la sindrome dovrebbero conoscere meglio che cosa ci si può aspettare davvero da una persona down. Siamo ancora purtroppo schiavi di pregiudizi ancestrali nei confronti della diversità. E siamo anche schiavi di una società che ci vuole tutti perfetti, tutti efficienti e produttivi. Ma chi li conosce da vicino sa che anche down è carino, e anche down è possibile, è vitale, è efficiente a modo suo. Mio figlio non sarà di certo una cima, ma a nove anni legge, scrive e si orienta perfettamente nello spazio. Purtroppo non è facile crescerlo in un mondo come questo, in cui bisogna sempre primeggiare ed essere veloci. Lui non è veloce, no. Ma è come lo slow food contro il fast food: ha il suo fascino, il sapore delle cose vere. E non è facile crescerlo perché la diversità continua e continuerà a far paura, per il solo fatto che non la si conosce.

Sara Bisanti, [email protected], la Repubblica, 24 agosto

La riforma deve mirare a una scuola delle competenze

Mi rivolgo al ministro Giannini. Gentilissimo ministro, lei si appresta a varare un mega- provvedimento per la scuola, sono molte le urgenze cui deve far fronte e questo ben lo sappiamo, come ben sappiamo che questo governo investe più sulle idee della scuola che non sulla sua realtà concreta, sull’impegno quotidiano di insegnanti e studenti. In una situazione simile e di fatto contraddittoria mi permetta chiederle semplicemente una cosa, ben consapevole che lei ha le mani legate per fare la riforma, madre di tutte le riforme, quella di dare alla scuola effettiva parità ed effettiva autonomia, di cui oggi non si usufruisce né nella scuola statale né in quella paritaria. Per andare in questa direzione quest’anno le chiedo di impegnarsi a varare la scuola delle competenze, abbandonando finalmente quella dei programmi. Non più programmi da svolgere, ma competenze da riconoscere e da potenziare così che ogni studente diventi consapevole di quello che vale e si sappia servire delle sue risorse affrontando in modo efficace le questioni importanti della vita e imparando a conoscere i vari aspetti della realtà, sia dal punto di vista analitico sia da quello sintetico. Per far questo passaggio quanto mai urgente le chiedo di impegnare tutti i collegi dei docenti in un lavoro che delinei il nuovo percorso della scuola delle competenze. I primi dieci giorni di settembre tutti i collegi dei docenti lavorino per creare la scuola delle competenze. È oggi la questione decisiva su cui si gioca il futuro della scuola. Ma una scuola delle competenze non si forma da sé, per vararla ci vuole un impegno ed un lavoro di tutte le componenti della scuola.

Gianni Mereghetti, insegnante, la Repubblica, 24 agosto

L’isola è vietata ma nessuno rispetta il divieto

Mortorio è un’isoletta di incomparabile bellezza situata davanti a Porto Rotondo in Sardegna. Secondo le carte della Capitaneria di porto vi sarebbe l’interdizione a qualsiasi tipo di balneazione, transito e sosta nelle sue meravigliose calette. Eppure vi sono barche di tutti i tipi ancorate nelle piccole baie, persone che pescano e tender che fanno la spola tra la spiaggetta e i super yacht. Che senso ha emanare regole se vengono disattese?

Antonio Merlo, [email protected]Corriere della Sera, 24 agosto

Expo 2015: più che universale rischia di essere provinciale

Dopo la risposta negativa da parte della Soprintendente del Museo di Reggio Calabria, ora il sindaco di Cremona ha detto no al prestito di un dipinto di Arcimboldo a Expo. Se si continua così, l’Esposizione rischia di rivelarsi più “provinciale” che “universale”.

Giovanni Papandrea, [email protected]Corriere della Sera, 25 agosto

L’arte è il nostro bene perché non portarla in giro?

Sono d’accordo con Sgarbi circa le esposizioni di opere d’arte alla prossima Expo di Milano. Sono anni che diciamo che il nostro petrolio è rappresentato dal patrimonio artistico di cui il Paese dispone e poi quando ci si presenta l’opportunità della più grande vetrina planetaria ci tiriamo indietro. Tra l’altro sicuramente abbiamo tutti i mezzi per poter proteggere adeguatamente queste opere ed esporle in sicurezza.

Delio Lomaglio, [email protected], la Repubblica, 26 agosto

Così senza wi-fi gratuito non andiamo lontano

Nei giorni scorsi, durante le ferie, ho dovuto contattare un mio collega per problemi di lavoro. Si trovava in Francia, in montagna, val Thorens a 2300 m di quota, io invece ero in Romagna, nella valle del Bidente, a due passi da Rimini. Bene, egli era collegato alla rete wi-fi gratuita a banda larga che copre tutta la valle, io senza uno straccio di wireless. Con la mia chiavetta mi sono connesso a un operatore con la velocità dei modem di 10 anni fa, non scherzo, senza nessuna possibilità quindi di usare Skype. In questi ultimi anni quasi tutte le grandi idee sono passate dalla rete. Tenere aree importanti della penisola fuori da questo servizio significa confinare l’Italia in un analfabetismo tecnologico, perdere opportunità, non dare prospettive ai giovani.

Claudio Vianini, [email protected], la Repubblica, 26 agosto

Io novantenne accuso: troppo spazio in tv alla cronaca nera

La mia età, 93 anni, e le mie condizioni fisiche mi concedono il privilegio di dedicarmi ad alcune attività sedentarie e stimolanti: leggere quel che la vista mi concede, scrivere i miei ricordi e, spesso, guardare notiziari tv e programmi di “approfondimento”. E, proprio a proposito di questi, trovo che da alcuni anni si dia eccessivo spazio ai fatto di cronaca nera, soprattutto quelli più efferati. E non solo trovano spazio le notizie, ma anche un florilegio di illazioni, opinioni, ipotesi che si trascinano per giorni, mesi, anni da parte di personalità più o meno autorevoli. Interi programmi vengono in tal modo e con tali finalità pensati e realizzati. È vero che i mezzi di comunicazione non erano così diffusi e radicati come sono oggi, ma non ricordo, in passato, una tale risonanza e cose tanto orribili. E mi chiedo: poiché non è escluso che tanto parlare di delitti generi emulazione, o per lo meno autogiustificazione, non sarebbe il caso che una autorità garante mettesse un limite a tutto ciò? E se le tv italiane (pubbliche e private) si trovassero, per ciò, qualche soldo in meno di pubblicità nelle proprie casse, pazienza, se ne dovranno fare una ragione, e, anzi, aguzzeranno l’ingegno in cerca di qualcosa di alternativo e di più edificante.

Giuseppe Sgarbi, Ro Ferrarese, Corriere della Sera, 26 agosto

Casa di Augusto, soliti annunci, solito flop

In occasione del Bimillenario Augusteo, ieri dovevano aprirsi le prenotazioni (obbligatorie) per accedere alla Casa di Augusto (dal 18 settembre al 25 ottobre), come ampiamente pubblicizzato su tutta la stampa nazionale e su internet. Ieri mattina ho provato a prenotare, ma una mortificatissima signorina al call-center (0639967700) mi ha detto che le prenotazioni non erano possibili perché la Soprintendenza non aveva ancora rese note le modalità di accesso (orari, numero di persone per ciascun gruppo ecc.) e mi ha pregato di telefonare nuovamente tra qualche giorno, sperando che per allora si sappia qualcosa in più. Semplicemente, non ho parole. Viaggio molto e cose del genere non ne ho mai viste in nessun paese europeo. L’ennesima dimostrazione di serietà… 

Eleonora Fernandez, La Stampa, 26 agosto

Il Pil illegale non è vero “valore aggiunto”

Il Prodotto interno lordo è la somma dei valori aggiunti realizzati annualmente producendo o scambiando beni e servizi. L’arricchimento dei mercanti di droga è realizzato scambiando non dei beni, ma dei veleni. I soldi sottratti alle persone che si prostituiscono e ai loro clienti dagli sfruttatori, con minacce e violenze gravissime, evidentemente non costituiscono valore aggiunto. Sarebbe bastato riconoscere che il giusto fine di avvicinare i debiti pubblici degli Stati europei a un rapporto Debito/Pil sostenibile non è stato raggiunto. Aver scelto la media del 60% non era un errore, errore è stato ed è stabilire che tale media debba essere ricalcolata annualmente.

Matteo Maria Martinoli, Milano, Avvenire, 26 agosto