Caro direttore, quel Suv umilia il trasporto pubblico

Caro direttore, quel Suv umilia il trasporto pubblico

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

La logica perversa dell’ice bucketing

Che cosa farei se, a riflettori accesi, mi indicassero come successivo anello di fastidiose “catene di S. Antonio” come quella pro-lotta alla Sla? Prima reazione: imbarazzo. Seconda: riflessione. Terza: azione. Tutto lo star system si attende qualcosa da me e io posso assecondarlo o contraddirlo; posso decidere di seguire la corrente dell’acqua gelata, oppure, ascoltando la mia etica, zittirlo con una “doccia fredda”. Le azioni più nobili si compiono, infatti, nel nascondimento, sono umilmente silenziose, non necessitano di spettacolarizzazione. Edward Lorenz è convinto che il battito d’ali d’una farfalla possa generare un uragano domani, in un lontano altrove. E papa Francesco non diversamente ha in questi giorni ricordato che “un cristiano sa dare. La sua vita è piena di atti generosi -ma nascosti- verso il prossimo”. Da chi vogliamo farci notare? Da chi dobbiamo ancora ricevere, da adulti, l’approvazione. Se poniamo gli altri al di sopra di noi stessi in termini di giudizio, allora sì, siamo opinionisti-dipendenti, ma se, invece, tutti ci consideriamo uguali dinanzi una sfida da affrontare, l’obiettivo comune cambia. Non è più il senso del nostro andare, ma la sua direzione che cambia. Non è più lo scopo del nostro agire, ma il suo fine che conta. Diveniamo tutti secchi colmi di acqua fresca che si attinge alla sorgente sana e che, consegnata a passaggio di mani, disseta davvero chi sta combattendo contro l’arsura che la Sla produce nel corpo di quanti ne sono affetti. Sla: Senza Limiti di Amore, rivolto a essi, non Senza Limiti di Attenzione, rivolta a se stessi.

Saveria de Vito, Avvenire, 28 agosto

I viaggi in autostrada senza raccolta differenziata

Ho guidato in autostrada da Sud a Nord, fino all’Austria e ritorno. Mi sono fermato in diversi punti di ristoro affollatissimi di viaggiatori agostani. Tutti sono costretti a buttare ogni tipo di rifiuto, dal vetro alla plastica, dagli avanzi di cibo alla carta, negli stessi raccoglitori. La raccolta differenziata non esiste. Da bar e ristoranti, alla richiesta di spiegazioni, la risposta è la stessa: non spetta a noi, qui la differenziata non possiamo farla. Diversa la situazione in Austria, dove la differenziata è scrupolosamente osservata. Mi chiedo quante tonnellate di rifiuti, quante migliaia di bottiglie sfuggono in questo modo alle regole e contribuiscono a inquinare un Paese dove la raccolta differenziata è già difficile.

Edek Osser, Roma, la Repubblica, 28 agosto

Italia discriminata nella mappa europea dell’autonoleggio

Mi sono recato con la famiglia nei Paesi baschi e abbiamo noleggiato un’auto a Madrid. Sul finire della vacanza mi è capitato di sfogliare il pieghevole consegnato insieme all’auto. Con sorpresa, ho notato una mappa schematica dell’Europa con diversi colori. La maggior parte dell’Europa è di colore giallo: cioè possono essere noleggiati tutti gli autoveicoli. In grigio Polonia, Russia, ex Iugoslavia, Paesi del Nord Africa e Sicilia: non possono essere noleggiati autoveicoli. L’Italia è gialla e beige tratteggiata: possono essere noleggiati tutti gli autoveicoli esclusi quelli di prestigio. Anche se a me le auto di prestigio non interessano, discriminare il secondo/terzo Paese comunitario è come immagine dequalificante; per non parlare della Sicilia esclusa.

Antonio Luise, Napoli, la Repubblica, 28 agosto

Uno spot pro suv che umilia il trasporto pubblico

In questi giorni si stanno girando in Torino le riprese di uno spot di un noto fuoristrada e per l’occasione viene utilizzato anche un tram torinese “arancione”; lo spot rappresenta una sorta di “inseguimento” fra le un suv e un tram, con (ovvia) vittoria del suv. Sono chiaramente molto felice ed orgoglioso, da torinese, che la nostra città sia stata scelta come set e spero che capiti sempre più spesso; ma allo stesso tempo mi rammarica pensare a quale messaggio viene veicolato dallo spot, cioè che il trasporto privato è “meglio” di quello pubblico (in particolare, il nostro: si fa in fretta ad associare l’immagine alla città). Torino sta cercando (faticosamente) di migliorare la rete dei trasporti pubblici incentivando l’uso di tram e bus al posto dell’auto, la contraddizione è proprio difficile da digerire… senza contare poi che (da quanto so) la produzione dello spot ha richiesto che il tram fosse il più sporco possibile, sicché anche l’immagine del nostro sistema di trasporti pubblici non ci guadagna. Mi auguro che in futuro gli spot possano rappresentare non soltanto le bellezze architettoniche della città, ma anche l’efficienza dei suoi servizi!

Stefano Cerrato, La Stampa, 28 agosto

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