Caro direttore, sotto le bombe se n’è andato un Giusto

Caro direttore, sotto le bombe se n’è andato un Giusto

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Sotto le bombe di Gaza se n’è andato un uomo giusto

Due giorni fa, a Gaza, sotto le bombe, se n’è andato Emad Asfour, giovane palestinese che aderiva con entusiasmo alla rete di Terra Madre. Emad lavorava per la Youth Development Association, una delle poche realtà capaci di lavorare sia nella Cisgiordania che a Gaza, nata per educare i giovani ad essere i leader di domani, a recuperare la fiducia in se stessi nonostante le quotidiane umiliazioni dell’occupazione. Aveva organizzato anche un Terra Madre Day, per celebrare la produzione agricola locale e i tanti orti sui tetti che stavano nascendo nella Striscia. Considerava Slow Food come uno strumento unico per parlare di sovranità alimentare e di tutela delle tradizioni gastronomiche. Quando lo incontrai a Torino, mi donò una sciarpa della Palestina che conservo con orgoglio nel mio ufficio. Adesso che la osservo, non posso fare a meno di ricordare quanto Emad fosse un uomo giusto. 

Carlo Pertini, fondatore di Slow Food, Repubblica 1 agosto

Stucchevoli le proteste degli accademici sull’età pensionabile

Le proteste elevate da un settore della classe accademica contro il progetto di abbassamento dell’età pensionabile dei professori, sono a mio parere qualificabili con due aggettivi: stucchevoli e infantili. Reiterano toni e contenuti piuttosto abusati («non siamo ancora da buttare via», «i giovani non sono migliori di noi», «lo Stato ci umilia»), inferiori a quanto sarebbe lecito attendersi dagli ingegni più alti della Nazione. Omettono di considerare le altissime responsabilità imputabili agli stessi accademici nella maturazione delle attuali condizioni di disgregazione dell’università italiana. Università che gode, come è noto, di amplissimi margini di autonomia e di poteri di autogoverno dei quali i professori sono i detentori assoluti.

Iacopo Senatori, Repubblica 1 agosto

Quell’humus antisemita che da sempre si nasconde in Francia

In questi giorni la Francia è la nazione europea in cui maggiori e più violente sono le manifestazioni a favore dei palestinesi e contrarie all’intervento armato israeliano deciso per contrastare gli attacchi missilistici di Hamas. E spesso, troppo spesso, le piazze assaltano le sinagoghe dando, quindi, una pericolosa connotazione razziale alle proteste. Ma non ci dovremmo, però, sorprendere della cosa! Si conferma, infatti, quel mai ammesso «humus antisemita» che da sempre si nasconde nelle pieghe della società francese e di cui sinceramente non riesco a comprendere bene l’origine. Perché se oggi l’odio delle piazze d’Oltralpe è di certo condizionato dall’eccessiva presenza di immigrati mussulmani, nel passato più o meno remoto ci sono stati casi (vedasi l’affaire Dreyfus a fine Ottocento e il ligio collaborazionismo durante l’occupazione nazionalsocialista) che lo confermano. Ma da dove può aver avuto origine questa «diffidenza» verso gli ebrei, che non ebbe riscontro neanche nell’Italia fascista, in un Paese come la Francia culla dell’illuminismo e dell’uguaglianza?

Mario Taliani, Corriere della sera 1 agosto

Inaccettabile il blocco estivo dei tribunali

Il blocco estivo dell’attività giudiziaria con la serrata dei tribunali di ogni ordine e grado non è più accettabile in un paese moderno quale vorrebbe essere il nostro. Un metodo per ovviare a questo inconveniente ci sarebbe. Basta prendere esempio dai militari: nei Reggimenti operativi e sulle navi della Marina le ferie estive si dividono generalmente in due tronconi, metà del personale si assenta dall’1 al 31 luglio e l’altra metà dall’1 al 31 agosto.  In questo modo si garantisce una continuità più che sufficiente per lo svolgimento dei compiti d’istituto.  Purtroppo questo richiederebbe, per l’apparato giudiziario e per tutto il suo indotto, una metamorfosi culturale che un’Italia evanescente come quella di oggi temo non sia disposta ad affrontare. 

Vittorio Brambilla, Corriere della sera 1 agosto

Vendola aiuta i bambini di Gaza a scapito di quelli pugliesi

L’asilo distrutto a Gaza era stato costruito con un finanziamento della Regione Puglia. Vendola ha promesso che al termine della guerra in corso ripeterà l’intervento. Fin qua niente di strano. C’è un però: fino a circa due anni fa, a Bari funzionavano due pronto soccorso per bambini, uno all’ospedale pediatrico San Giovanni XXIII e l’altro del Policlinico che, nonostante sia uno fra i più grandi ospedali italiani, ora non lo ha più. Prima un bambino con codice bianco aspettava trenta minuti, adesso aspetta tre ore. Il tutto per risparmiare, si dice, 150 mila euro annui. Aggiungo che la sanità in Puglia non funziona bene e quindi molti vanno a curarsi all’estero o in Lombardia. Vendola, invece, manda i soldi ai poveri palestinesi. Mica tanto poveri, visto che hanno ricevuto donazioni per oltre due miliardi di dollari, buona parte spesi non per i 1.200.000 abitanti ma per costruire i tunnel, acquistare armi e stipendiare i miliziani.

Mario Fiore, Il Giornale 1 agosto

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