Joshua Wong, 17 anni, studente di Hong Kong, aveva un problema. Sarà capitato in qualche forma anche a voi: siete a una partita di calcio, o a un concerto, e dovete trovare un amico con cui avevate fissato un appuntamento. C’è tanta gente: questo significa che la connessione è sovraccarica e che il telefono non prende. In questi casi la folla è ciò che vi costringe a usare il telefono, ma è anche ciò che al tempo stesso ve lo impedisce.
Per Wong però il problema era più grave. Non si trovava a una partita di calcio ma guidava le proteste per la democrazia che hanno attraversato la sua città nella scorsa settimana. La sua paura non era che la linea fosse sovraccarica e non si potesse telefonare: temeva che le autorità la avrebbero bloccata apposta.
A quanto pare, negli ultimi tempi ogni importante esplosione di malcontento sociale è accompagnata da una novità tecnologica che cambia le regole del gioco. Gli scontri di Londra erano raccontati su BlackBerry Messenger. Nelle primavere arabe Twitter ha avuto un ruolo essenziale. I manifestati Turchi, che hanno trovato internet bloccate, si sono adeguati utilizzando reti di comunicazione privata (VPN) che erano sottratte alla censura. Nessuna di queste innovazioni, però, sarebbe stata utile senza una connessione.
Per Wogn e i suoi alleati di Hong Kong, la risposta è una app che permette di mandare messaggi da un telefono all’altro anche senza internet o possibilità di ricezione. È FireChat.
A prima vista FireChat non sembra niente di eccezionale. L’ennesimo luogo di incontro per chattare di sport o televisione. Invece è molto di più: se la rete è giù, FireChat usa Bluetooth – che altro non è che un segnale radio amplificato – per parlare con gli utenti nei paraggi.
Il sistema si adatta bene allo spirito dei manifestanti, dal momento che, come un movimento (o un’idea radicale) trova la sua forza dalle migliaia di piccole connessioni e non da un’imposizione dall’alto. Ogni nuovo partecipante aumenta la forza e l’ampiezza. «Di solito, maggiore è il numero di persone in un determinato luogo, minore è la connettività della rete», spiega Micha Benoliel, uno dei creatori delle app. «Con il nostro sistema, invece, è il contrario».