Sabato 13 settembre il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre è atterrato in Italia. Il giorno prima la Corte suprema indiana aveva dato il consenso per il rientro del marò in Italia per 4 mesi. Il permesso è scattato in seguito a un’ischemia transitoria che ha colpito Latorre il 31 agosto, ed è stato rilasciato sotto garanzia scritta a tornare dopo il periodo previsto. Quella dei marò è una vicenda che va avanti senza soluzioni definitive dal 15 febbraio 2012. Con questa cronologia abbiamo provato a ripercorrere le tappe fondamentali di una vicenda intricata che sembra non concludersi mai.
15 febbraio 2012 – Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri di Marina in servizio antipirateria sulla nave commerciale Enrica Lexie, sparano contro un peschereccio indiano, uccidendo due pescatori. L’incidente avviene al largo di Kochi, nello Stato del Kerala. Gli italiani sostengono di aver scambiato l’imbarcazione per una barca di pirati e di aver sparato solo colpi di avvertimento in aria.
19 febbraio 2012 – La Lexie entra nel porto di Kochi, dove la polizia indiana fa sbarcare i marò per arrestarli.
28 febbraio 2012 – Visita ufficiale del ministro degli Esteri Giulio Terzi (governo Monti) a New Delhi. L’Italia rivendica competenza giurisdizionale per la vicenda, sostenendo che sono coinvolti ufficiali italiani operanti in acque internazionali, in missione antipirateria. Il ministro si reca a Kochi a trovare Latorre e Girone.
30 maggio 2012 – I marò ottengono la libertà su cauzione dall’Alta Corte del Kerala. Hanno l’obbligo di non allontanarsi dalla giurisdizione del Commissariato di Kochi.
20 dicembre 2012 – Dopo continui rinvii del processo da parte del tribunale di Kollam, i marò ottengono due settimane di licenza per passare il Natale in Italia. Rientrano il 4 gennaio 2013 in India.
18 gennaio 2013 – Decisione della Corte Suprema di istituire un tribunale speciale a New Delhi per esaminare la questione della giurisdizione.
22 febbraio 2013 – Un secondo permesso viene concesso ai marò. Latorre e Girone possono tornare per 4 settimane in Italia per votare.
11 marzo 2013 – Roma fa sapere che i marò non rientreranno in India il 22 marzo come da accordi stabiliti. L’Italia sostiene che New Delhi ha violato il diritto internazionale e richiede un arbitrato internazionale per risolvere la questione.
18 marzo 2013 – La Corte Suprema indiana toglie l’immunità diplomatica dell’ambasciatore italiano Daniele Mancini per aver violato la dichiarazione giurata. Il governo italiano reagisce accusando l’India di aver violato la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Non avendo i marò ancora violato l’impegno a rientrare in India il 22 marzo, la Corte suprema rinvia la decisione di applicare contromisure al 2 aprile. Il Ministero degli Esteri dichiara che il rientro dei militari in India è in contrasto con la Costituzione.
21 marzo 2013 – Palazzo Chigi annuncia che i due marò tornano in India. Il governo italiano fa sapere di avere avuto da Delhi un’assicurazione scritta sul trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti. Staffan De Mistura, il sottosegretario agli Esteri, precisa che il governo indiano ha garantito che non applicherà la pena di morte.
22 marzo 2013 – Il giorno di scadenza del permesso. Latorre e Girone tornano in India accompagnati da de Mistura. Rinnovata l’assicurazione sulla non applicazione della pena di morte da parte del Ministro degli Esteri indiano, Salman Kurshid.
23 marzo 2013 – Divisione all’interno delle istituzioni indiane. Il ministro della Giustizia afferma che non c’è la garanzia ufficiale sulla non applicazione della pena di morte. Il ministro degli Esteri torna sui suoi passi.
26 marzo 2013 – Si dimette il ministro degli Esteri Giulio Terzi, in contrasto con le decisioni del governo.
9 agosto 2013 – I marò si rifiutano di rilasciare dichiarazioni alla Nia (National Investigation Agency), l’agenzia federale indiana per la lotta al terrorismo incaricata delle indagini.
8 febbraio 2014 – La Nia riceve l’autorizzazione da New Delhi a portare avanti l’accusa nei confronti dei due marò sulla base della Sua Act (Suppression of Unlawful Acts). È la legge antiterrorismo che prevede l’applicazione della pena capitale. Il governo continua a sostenere che non verrà usata.
24 febbraio 2014 – Il procuratore generale dichiara davanti alla Corte suprema che il governo indiano è favorevole ad abbandonare l’ipotesi dell’applicazione del Sua Act.
28 marzo 2014 – Ricorso presentato dalla difesa dei marò viene ammesso dalla Corte suprema. Il ricorso include: interruzione delle indagini da parte della Nia, annullamento dell’intero procedimento giudiziario, revisione della denuncia iniziale. La difesa sostiene ancora la linea iniziale, in cui si dichiara che i marò erano in acque internazionali al momento del fatto. Il processo viene rinviato per permettere all’accusa di formulare le proprie repliche.
24 aprile 2014 – L’ambasciatore Daniele Mancini viene rimandato a Dehli e viene richiamato l’inviato del governo De Mistura. La decisione è del ministro degli Esteri Federica Mogherini, che continua a spingere per un’internazionalizzazione della vicenda.
1 settembre 2014 – Il marò Massimiliano Latorre, colto da un malore la notte del 31 agosto, è ricoverato a New Delhi per un’ischemia transitoria.
7 settembre 2014 – Dopo sei giorni di ricovero, Latorre viene dimesso.
8 settembre 2014 – Istanza alla Corte Suprema indiana per ottenere il trasferimento del marò in Italia per tre o quattro mesi per continuare con le cure a casa. La Corte aggiorna l’udienza al 12 settembre. Il ministro degli Esteri Sushma Swaraj annuncia che se la Corte stabilirà di far tornare Latorre, lui non si opporrà alla decisione. Il ministro aggiunge che, in ogni caso, la vicenda dovrà essere risolta per vie legali e non diplomatiche.
10 settembre 2014 -Il proprietario del St. Antony, (l’imbarcazione sulla quale sono stati uccisi i due pescatori indiani), Freddy Louis, presenta un’istanza alla Corte Suprema indiana in cui chiede un nuovo esame medico per Latorre prima che i giudici diano l’ok al suo rientro in Italia.
12 settembre 2014 – L’istanza presentata dalla difesa di Massimiliano Latorre viene accolta e la Corte Suprema gli concede di rientrare in Italia per un periodo di quattro mesi.
13 settembre 2014 – Massimiliano Latorre arriva in Italia.