A un certo punto di questa storia, Paperino viene accompagnato fuori scena in manette. L’accusa è quella di aver fatto sparire Topolino il giorno del suo sessantesimo compleanno, per gelosia — pare — comprovata da una clip in cui il papero prova una sua versione della sigla di The Mickey Mouse Club . Era il 1988, erano altri tempi e si potevano fare altre cose.
Ieri sera è andata in onda una puntata di Family Guy molto attesa , annunciata e sussurrata nel corso delle scorse settimane, quella in cui la famiglia Griffin incontra i suoi alter ego per eccellenza: i Simpson. Io non l’ho vista, però mi ha fatto venire la voglia di scavare nei crossover storici della televisione mondiale. Mi è passata quasi immediatamente, quando mi sono accorto della lista infinita di cammei, partecipazioni, improvvisate e passaggi casuali che popola il piccolo schermo. Dalle peripezie di Ursula , gemella di Phoebe in Friends, in Innamorati pazzi, alle escursioni di Ray Barone in The King of Queens . Però c’è questa cosa dei sessant’anni di Topolino, che vale la pena raccontare. È una di quelle perle rare che rischiano di perdersi nei meandri della cellulosa in disuso e essere dimenticate dall’immaginario collettivo, ma che invece dovrebbero rappresentare un’avanguardia di sperimentazione a cui oggi — noi che con queste frivolezze ci confrontiamo tutti i giorni — non siamo più abituati.
Il 13 novembre del ’88, Topolino compiva sessant’anni ed era bloccato. Se ne stava lì, in camerino, pensieroso e sconfortato, alla ricerca di un’entrata in scena spettacolare e degna del suo buon nome. Provava passi di danza, recitativi e fraseggi musicali, con la professionalità del mattatore consumato — che nessuno poteva negare, nemmeno allora. Non sapeva che si sarebbe imbattuto in una serie di ospiti, disegnati o in carne ed ossa, che avrebbero deviato irrimediabilmente la sua festa di compleanno verso una direzione inaspettata e in parte disastrosa.
Prima di arrivare all’arresto di Paperino, bisogna dire che gli anni ottanta sono stati, sotto un certo punto di vista, anni di sperimentazione spensierata per Disney. Le contaminazioni e le incursioni dal mondo esterno erano all’ordine del giorno. I disneyani tenevano la televisione in palmo di mano, con speciali monotematici, cartoon dedicati a un unico personaggio o distribuiti tra i due poli principali dell’universo-casa. Senza contare i lungometraggi, i video educativi, le promozioni, le pubblicità e le comparsate nei principali show in onda. Non c’è da stupirsi se Topolino, il giorno del suo sessantesimo compleanno, catapultato nel mondo reale, si ritrova a chiedere un drink, senza avere i soldi per pagarlo, al bancone di Cheers . La banda Mickey era più vera del vero, degna di calcare i tappeti rossi dei galà televisivi e non relegata alla stregua di un programma per bambini.
Il personaggio più invadente dello speciale per i sessant’anni di Topolino, è anche uno dei personaggi a cartoni più sfacciati e problematici di tutti i tempi. Compare quasi subito, quando Topolino si è finalmente deciso per un’entrata in scena relativamente sobria, e complica la situazione in maniera tanto imprevista quanto imprevedibile. Roger Rabbit, noto per i suoi rapporti complicati con il gentil sesso, la sua passione per gli esplosivi e la sua codardia genetica, confonde le candeline della torta con i candelotti di dinamite. Il palco viene giù e il pubblico ne chiede ancora, mentre dalla regia gridano al disastro.
La volta in cui Topolino ha incontrato Bugs Bunny, sempre complice Roger Rabbit
Di lì in poi l’atmosfera si fa rutilante e i cammei si susseguono a mitragliate: Andy Keaton scambia Topolino per una buona replica, Rebecca Howe lo coinvolge in un’interpretazione di Happy Birthday, Rick Hunter organizza una spedizione per trovare il topo, nel frattempo scomparso da Disneyland, Ted Danson si rifiuta di servirgli da bere e infine Paperino viene sospettato di rapimento e arrestato — a nulla servono i suoi tentativi di incolpare in serie: Minni, il tizio che ha incastrato Roger Rabbit, la malvagia strega dell’Ovest e Porky Pig. Alla fine è proprio Roger a ritrovare Topolino — o meglio, a riconoscerlo dopo la rottura di un incantesimo che lo condannava all’anonimato — a riportarlo a casa, ad assicurargli una festa di compleanno coi fiocchi e a fare scagionare Paperino dopo diverse ore di prigione.
Tornando al principio, non so com’è la puntata crossover dei Simpson. È probabile che non sia niente di che, come i critici hanno già anticipato , o che sia addirittura una cocente delusione, come i fan più accaniti si aspettano. Non importa, cercherò di non guardarla. Quello che ho imparato dallo speciale per i sessant’anni di Topolino è che certe cose non si fanno solo per mischiare le carte, o per affermare un’alleanza flebile dopo anni di guerra spietata. Si fanno perché vengono naturali, oppure è meglio lasciarle perdere. Roger Rabbit e Topolino, oggi, non potrebbero più stare assieme, semplicemente perché sono cambiati. Roger è rimasto se stesso, ma inesorabilmente invecchiato, e Topolino si è ammorbidito al punto di non avere più un suo show da pilotare. Le voci di una possibile rimpatraita sono girate per un po’ sul web, mi riservo il lusso di non credere a niente, almeno finché non lo vedo coi miei occhi.