Quali sono i rischi dell’uso dei droni per scopi civili

Quali sono i rischi dell’uso dei droni per scopi civili

In occasione della conferenza sul “drone journalism” l’8 ottobre un drone volerà su Roma per riprendere la città dall’alto. Si tratta della prima missione sulla Capitale di un aeromobile a pilotaggio remoto autorizzata ufficialmente dell’Ente Nazionale per l’aviazione Civile. Il velivolo in questione prende il nome di “FlyNovex” ed è stato realizzato dalla azienda romana FlyTop. Per l’impiego che se ne può fare, i droni stanno suscitando un notevole interesse in particolar modo in ambito giornalistico. Della pericolosità dei droni in campo militare se ne discute spesso, di seguito proponiamo un articolo che esamina i vari inconvenienti e relative pericolosità dell’uso di questro velivolo in campo civile.

L’industria dei veicoli aerei senza equipaggio, anche noti come UAV o droni, sta crescendo a ritmi vertiginosi in ambienti militari e civili, una recente ricerca del gruppo Teal ha stimato che le vendite di droni raggiungerà 89 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. I droni oggi sono già utilizzati per molteplici applicazioni nel settore civile, ad esempio in agricoltura oppure nell’ispezione di infrastrutture come ponti e oleodotti. I Droni moderni sono dotati di potenti videocamere, una sofisticata sensoristica e notevoli capacità di elaborazione: pensiamo quindi a cosa potrebbe accadere se un hacker riuscisse a prenderne possesso o – peggio – a sabotarli, provocandone la perdita del controllo.

Un drone che vola sulle nostre teste ad esempio potrebbe essere utilizzato per rubare i dati dal nostro cellulare, spiare sulle nostre chiamate oppure “bucare” le reti Wi-Fi che si trova intorno. Il principio è semplice, il drone esegue un’applicazione che cerca di ingannare i telefoni delle potenziali vittime fingendosi una access point legittimo, in questo modo l’intero traffico da e verso i nostri cellulari potrebbe essere rubato da un hacker. Pensate sia fantascienza? Vi sbagliate, un software simile è stato sviluppato dall’azienda inglese Sensepoint ed il suo nome è Snoopy, e nei suoi primi test è riuscito per le strade di Londra a rubare credenziali PayPal, Amazon e Yahoo di ignari utenti, semplicemente volando sulle loro teste.

Ma un drone può essere anche utilizzato per sabotaggio, ad esempio potrebbero essere fatto intenzionalmente precipitare sulla popolazione inerme o peggio essere dirottato contro obiettivi strategici. Mentre il primo caso è “relativamente semplice” in quanto occorre impedire che al drone giungano i controlli dalla stazione di controllo, nel secondo caso l’attaccante deve escludere i legittime piloti dal controllo del veicolo e prenderne possesso.

Lo scorso anno il ricercatore Samy Kamkar ha sviluppato un software chiamato SkyJack che una volta in esecuzione su di un drone è in grado di hackerare tutti gli altri veicoli automatici nel suo raggio di azione e prenderne poi possesso in volo.

Il principale problema dell’utilizzo di droni per usi civili e commerciali è, al momento, la grande confusione sotto il profilo normativo. Lo stesso termine “drone” è oggi utilizzato in maniera impropria in molti contesti. Gli scenari introdotti sollevano serie riflessioni sotto il profilo privacy e sicurezza, è necessario quindi regolamentare l’utilizzo di questi velivoli quanto prima. Presto molte aziende private utilizzeranno i droni per varie finalità, a quel punto sulle nostre teste il numero di veicoli sarà davvero preoccupante, chi, e come, potrà vegliare sulla nostra sicurezza e difendere la nostra privacy?

In attesa di sviluppi la Commissione Europea si è prefissa di esplorare con urgenza i seguenti ambiti per l’adozione di veicoli a controllo automatico per fini commerciali:

  • Definizione ed adozione di norme comunitarie severe in materia sicurezza per la concessione delle autorizzazioni al volo.

  • Controlli stringenti in materia di privacy e protezione dei dati.

  • Controlli per garantire la sicurezza del volo dei droni.

  • Definizione di un quadro chiaro per la responsabilità civile e le assicurazione necessarie.

  • Sostegno della ricerca e sviluppo per l’industria nascente.

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