Quando si parla di videogiochi violenti quasi sempre si finisce a discutere di quanto essi in realtà possano stimolare o aumentare comportamenti violenti nelle persone. Proprio qui su Linkiesta qualche tempo fa vi abbiamo raccontato di una ricerca che ha provato a scoprire se esiste una correlazione diretta tra i videogiochi violenti e i crimini violenti. Secondo questo studio l’aumento del consumo di videogiochi violenti non comportava in alcun modo un aumento dei crimini, ma anzi si registrava una diminuzione degli stessi nei messi immediatamente successivi alla pubblicazione.
Di ricerche di questo tipo se ne trovano tante girando in Rete, e molto spesso le conclusioni sono ben lontane da come ci si potrebbe aspettare. Tra le teorie più significative c’è quella secondo cui i videogiochi violenti rappresentino una valvola di sfogo della violenza stessa, specialmente tra i più giovani, che sarebbero meno propensi a riportare tali atteggiamenti nella vita reale. Tuttavia lo scopo di questo articolo non è quello di scatenare l’ennesimo dibattito su questo tema, quanto piuttosto quello di riproporre una sorta di best of dei videogiochi violenti che in qualche modo hanno fatto la storia
Sia chiaro non c’è nessuna intenzione di esaltare (o condannare) i titoli che vi proponiamo di seguito, ma solo la voglia di mettere insieme quelli che secondo noi sono stati i dieci titoli più rilevanti di altri nella categoria in questione. Non si tratta di una classifica ma di una lista, quindi se pensate che ce ne sia sfuggito qualcuno, suggeritecelo.
Street Fighter (1987)
Per chi ha passione per il genere “picchiaduro” si tratta di un titolo storico, al di là della rude lotta corpo a corpo, giocando non ci si imbatte in scenari particolarmente violenti, ma ci sentiamo di metterlo nella lista anche solo per una questione di prestigio. Si tratta di un titolo che ha sviluppato una lunga serie di versioni successive, e in cui una volta scelto il personaggio si affrontavano lottatori di tutto il mondo fino al combattimento finale. Se non ci avete mai giocato allora dovreste smettere di leggere questo articolo
Wolfenstein 3D (1992)
Ecco un altro titolo “must” nella sua categoria. Agli inizi degli anni novanta i personal computer sono stati invasi da questo “sparatutto” in prima persona, in cui un soldato americano imprigionato dalle armate naziste cerca di fuggire dal castello “Wolfenstein” che dà il nome al gioco. Con grado di difficoltà sempre crescente occorre superare nove livelli (più uno segreto) per portare completare tutta la missione.
Mortal Kombat (1992)
Simile a Street Fighter nella concezione della giocabilità ma molto più cruento, Mortal Kombat si è conquistato la fama di gioco violento soprattutto per le dinamiche degli incontri, in cui i corpi dei personaggi colpiti sgorgano sangue copiosamente. Inoltre grande scalpore suscitò la presenza delle famose “fatality”, mosse spettacolari in cui il vincitore poteva finire l’avversario in maniera estremamente violenta.
Doom (1993)
Concorrente diretto di Wolfenstein 3D si tratta di un altro “sparatutto” in prima persona. Grazie ad un uso innovativo della grafica 3D e ad un grande tasso di violenza, Doom è divenuto in breve tempo uno dei giochi più popolari degli anni novanta. Si trasformò subito nel termine di paragone per tutti i giochi dello stesso tipo, molti dei quali venivano definiti alla “alla Doom”.
Carmageddond (1997)
In molti lo hanno definito il gioco proibito per eccellenza, venne criticato a tal punto che la discussione in Italia finì in Parlamento, il quale ne fece ritirare le copie non censurate. Il gioco si sviluppava a bordo di un auto e per terminare ogni livello occorreva distruggere tutti i mezzi avversari e perfino investire i pedoni. Se paragonato ai titoli in commercio oggi può sembrare una insignificante, ma all’epoca destò molto scandalo. La versione meno violenta prevedeva la presenza di robot al posto dei pedoni e sangue di colore verde.
Gran Theft Auto (1997)
È uno dei videogiochi più venduti in assoluto, nel 2012 ha raggiunto 125 milioni di copie vendute. Anche qui si tratta di un titolo che ha sfornato numerosi episodi, in cui la violenza sembra essere l’elemento principale. Chi gioca dovrà portare a termine le missioni interpretando un criminale che cerca di farsi una reputazione all’interno della città in cui si svolge il gioco, uccidendo i criminali rivali e guadagnare soldi.
Call of Duty (2003)
Notissimo “sparatutto” in prima persona ambientato in scenari di guerra. L’episodio “Modern of Warfare” è quello che più di tutti ha suscitato scalpore, a causa di una scena ambientata in aeroporto che prevedeva una strage di civili. In qualche caso il videogioco è stato censurato, e negli episodi successivi l’uccisione di troppi civili porta al fallimento della missione.
God of War (2005)
L’ambientazione è quella della mitologia greca. Il protagonista, Kratos, è un guerriero assetato di sangue che uccide i nemici in maniera cruenta e brutale: teste mozzate e corpi straziati sono una costante in tutto il tempo del gioco.
Rapelay (2006)
Decisamente un titolo di cattivo gusto che può entrare di diritto nella lista dei giochi censurabili. Il protagonista di questo videogioco erotico giapponese è uno stupratore che deve violentare sua moglie e le sue due figlie. Rapelay ha scatenato una serie di dibattiti internazionali oltre ad essere vietato in Argentina, Malesia e Thailandia.
Manhunt (2007)
Qui la storia si fa seria e forse siamo di fronte al gioco più violento della nostra lista. C’è chi lo ha definito un vero e proprio mattatoio. E infatti il titolo ha dovuto scontrarsi con la censura in molti Paesi del mondo, a tal punto che la casa produttrice Rockstar Games (la stessa di GTA) ne ha dovuto rilasciare una versione rivista e meno violenta. Nel videogioco il protagonista, un condannato a morte, si trova dover sfuggire ad una vera e propria caccia all’uomo ma all’interno di una specie di grande fratello. Non adatto ai deboli di stomaco.