Omicidio Loris: quello che sappiamo, finora

Omicidio Loris: quello che sappiamo, finora

Intorno alle cinque di pomeriggio di lunedì 8 dicembre Veronica Panarello, la 26enne madre di Loris Andrea Stival, è uscita dalla sua casa di Santa Croce Camerina accompagnata da funzionari di polizia e ha percorso in auto i circa venti chilometri che separano il paese dal capoluogo, Ragusa.

Qui è stata sentita per oltre sei ore dai magistrati, il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Maco Rota, e poi posta in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Alle 10.30 di martedì 9 dicembre è previsto un nuovo interrogatorio.

L’omicidio di Loris Stival

La mattina del 29 novembre Loris Andrea Stival, 8 anni, non è arrivato alla scuola elementare “Falcone e Borsellino” di via Fratelli Cervi, a Santa Croce Camerina. Il suo corpo senza vita è stato trovato a pochi chilometri dal paese nel pomeriggio, poco prima delle cinque, da un cacciatore di nome Orazio Fidone che come molti nel paese era uscito di casa per partecipare alle ricerche. Lo ha trovato a qualche decina di metri da un mulino abbandonato in una zona che viene chiamata, appunto, contrada Vecchio Mulino. Era in un canalone di cemento, parzialmente nascosto dalle canne che crescono lì vicino. Il bambino non aveva gli slip e non è stato ritrovato il suo zainetto. Il luogo del ritrovamente dista dalla scuola circa quattro chilometri.

I primi risultati degli esami medico-legali – che non sono ancora stati conclusi – sembrano indicare che il bambino, con i polsi legati, sia stato strangolato con alcune fascette di plastica da elettricista, di quelle che una volta strette possono essere aperte solo tagliandole con una forbice.

Le fascette sono un altro degli elementi chiave di questa storia. Un’insegnante della scuola elementare di Loris, Teresa Iacona, ha raccontato che, durante la visita di condoglianze a casa Stival di lunedì 1 dicembre, i genitori hanno consegnato alle maestre un sacchetto aperto di fascette di plastica bianche. Hanno detto che intendevano restituirle, dato che dovevano servire proprio il mattino di sabato per alcune esercitazioni di scienze. 

Ma la maestra ha detto, e la preside Giovanna Campo ha confermato, che il loro utilizzo non era previsto a scuola e loro non avevano mai chiesto di portarle.

La versione della madre

Nei primi giorni dell’indagine Fidone, 64 anni, è stato l’unico indagato e casa sua è stata perquisita nella mattina di giovedì 4 dicembre dalla Scientifica. L’attenzione degli inquirenti si è però presto spostata sulla madre, che aveva dichiarato di essere uscita di casa alle 8.15 con i due figli – Loris e il fratello minore di 3 anni – e di averli accompagnati a scuola, prima di andare a un corso di cucina al castello di Donnafugata, distante una decina di chilometri. Poi ha cambiato versione, dicendo di essere tornata a casa per alcune faccende domestiche e di essere uscita di nuovo verso le 9.15. Una partecipante al corso ha detto che la donna è arrivata intorno alle dieci

Quel giorno, ha detto la madre subito dopo la scomparsa, Loris non voleva andare a scuola e da qualche tempo era «più nervoso del solito». Diceva che lo prendevano in giro e che voleva andare con la madre al castello. Sui particolari dell’accompagnamento a scuola, la donna ha dato due versioni leggermente differenti quando è stata sentita come persona informata dei fatti, il 29 e 30 novembre. Prima ha messo a verbale che, a causa del traffico, ha fatto scendere Loris a circa 500 metri di distanza dalla scuola; poi ha detto di aver superato l’ingresso e di aver lasciato il figlio qualche decina di metri più avanti.

La scomparsa del bambino è stata denunciata dopo le 12.45, quando la madre è tornata a prendere il bambino e le insegnanti hanno detto che, quel giorno, il bambino non era entrato in classe. Nessuno tra il personale della scuola e i compagni lo aveva visto.

Le telecamere

Secondo gli inquirenti, le telecamere di sorveglianza nel paese e nelle zone circostanti fanno ricostruire una storia diversa. Tra casa Stival, in via Garibaldi, e la scuola elementare ci sono poco più di settecento metri e quattro telecamere: nessuna ha registrato il passaggio dell’auto prima delle 8.40.

Davanti alla casa della famiglia, invece, le registrazioni mostrano la madre e i due figli uscire alle 8.32, il solo Loris rientrare un minuto dopo senza salire in auto e Veronica Panarello tornare alle 8.49, dopo aver accompagnato il figlio minore a una ludoteca. Parcheggia l’auto nel garage, da cui si può accedere direttamente alla casa. Passano 36 minuti e la madre, alle 9.25, esce di nuovo con l’auto.

Poi ci sono le telecamere lungo la strada che passa vicino al luogo in cui è stato ritrovato il corpo, in contrada Mulino Vecchio. Appena fuori da Santa Croce Camerina, lungo la provinciale 35 che esce dal paese e porta verso il mare, c’è un distributore Erg le cui telecamere hanno ripreso la Volkswagen Polo scura della famiglia Stival, alle 9.27. E poi nove minuti più tardi, alle 9.36, la macchina è ricomparsa lungo la stessa strada nelle registrazioni delle telecamere di sicurezza della ditta dei fratelli Granato.

Il punto, dicono gli inquirenti, è che il tratto di strada si percorre normalmente in tre minuti, come è stato ricostruito anche in alcuni sopralluoghi in questi giorni: ci sono quindi sei minuti di “buco”. Veronica Panarello dice di essere stata lei stessa ad aver segnalato il suo passaggio da quelle parti, e lo ha motivato con la presenza di alcuni cassonetti in cui aveva buttato la spazzatura.

Già mercoledì 3 dicembre casa Stival è stata perquisita per circa tre ore dalle forze dell’ordine, che hanno sequestrato un computer e diversi altri materiali.

Veronica Panarello ha 26 anni ed è sposata con Davide Stival, camionista, che non si trovava in paese al momento della scomparsa del figlio. Secondo la ricostruzione dell’Ansa, la ragazza aveva passato l’infanzia in Liguria ed era poi tornata nel catanese, a Grammichele, dove aveva frequentato il liceo artistico. Durante l’adolescenza aveva tentato due volte il suicidio. Poi aveva incontrato Davide Stival, di tre anni più grande di lei, con cui aveva vissuto a Modica prima di trasferirsi a Santa Croce. 

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