Rubrica Scienza&SaluteIl cibo intelligente che allunga la vita

Il cibo intelligente che allunga la vita

«La curcumaina è la principale responsabile del colore giallo intenso tipico della curcuma, contenuta anche nel curry e in altre miscele di spezie. Viene impiegata nell’industria alimentare come colorante, indicata in etichetta con il codice E100. Non sempre quindi una sigla sconosciuta nell’elenco degli ingredienti rappresenta per forza un composto pericoloso per la salute». Questa è una della tante “dritte” pubblicate sulla pagina Facebook del programma SmartFood, gestito dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo), parte di un piano di comunicazione scientifica per una corretta alimentazione. Perché ci sono false credenze da sfatare e consigli da dare. Ma anche molecole che agiscono sui geni della longevità che i ricercatori da anni stanno provando a individuare per trasformarli in farmaci.

«Noi ci occupiamo di smart food, i cibi intelligenti che contengono molecole attive sul nostro organismo e che hanno un impatto anche sull’espressione genetica» spiega a Linkiesta Lucilla Titta nutrizionista e ricercatrice presso il Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Ieo e coordinatrice del progetto SmartFood. Da una parte quindi i ricercatori dell’Ieo son sulle tracce di queste “molecole della longevità”, dall’altra riportano quello che il mondo scientifico sa sull’alimentazione. «Perché c’è una forte asimmetria informativa tra quello che la scienza dice e quello che la popolazione riceve e noi vorremmo riempire questo gap» continua Lucilla Titta.

L’arancia rossa per esempio è ricca di antocianine,  pigmenti che conferiscono il colore rosso a frutta e verdura, e che i ricercatori hanno scoperto avere un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare. Presso l’Ieo sono stati fatti molti studi su questo alimento e in particolare uno ha mostrato l’effetto protettivo dell’arancia rossa sugli effetti collaterali di un trattamento antitumorale. «Si tratta di uno studio di intervento su donne operate al seno che assumevano un farmaco con effetti collaterali sul sistema cardiovascolare. Abbiamo testato il consumo del succo di arancia rossa di Sicilia – circa due bicchiere al giorno – su queste donne e abbiamo visto dei risultati promettenti».

Non solo, le antocianine sono anche uno dei circa venticinque composti individuati dai ricercatori dell’Ieo, in grado di agire sui geni che influenzano l’invecchiamento. Da diversi anni Pier Giuseppe Pelicci, direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Ieo, e il suo gruppo di ricerca, stanno lavorando proprio su queste molecole attive, o “intelligenti”, chiamati mimetici della restrizione calorica, in grado di attivare i geni della longevità.

Partiamo dall’assunzione che dati scientifici sugli animali, dal verme alla scimmia, hanno mostrato come la restrizione calorica – la quantità minima di calorie sopra la malnutrizione – sia in grado di attivare dei circuiti metabolici capaci di allungare la vita. Questo regime alimentare però nell’uomo non è praticabile, come spiega Pelicci in un’intervista a SBS, una radio nazionale australiana. «Per questo abbiamo trovato un’altra soluzione: progettare farmaci che agiscono come la restrizione calorica, modulando i geni della longevità».

I mimetici della restrizione calorica sono molecole in grado di simulare l’effetto che questo comportamento alimentare avrebbe sul nostro organismo, attivando gli stessi circuiti molecolari. «Da anni i nostri ricercatori stanno cercando sostanze che a livello molecolare mimino l’effetto che il digiuno ha sul nostro metabolismo molecolare» racconta Titta. «Non ci fanno assorbire meno calorie, ma attivano gli stessi pathway (vie metaboliche n.d.r.)biochimici che vengono attivati in carenza di cibo, e che appunto hanno un effetto sulla durata della vita, allungandola. Per adesso son state individuate diverse molecole intelligenti: come quelle contenute nel peperoncino (la capsaicina), nelle fragole, nella Garcinia Cambogia, nei mirtilli,nell’ uva rossa, nella cipolla, nelle arance rosse, e anche nel Ganoderma lucidum, un fungo che contiene molecole attive in grado di prolungare la vita e ridurre l’incidenza di cancro e malattie cardiovascolari nei topi». 

Prima di trovare queste “pillole della longevità” in farmacia dovranno passare però ancora diversi anni, come conferma anche Lucilla Titta. Nel frattempo però possiamo seguire i consigli alimentarile ricette, e le altre informazioni che i ricercatori dell’Ieo pubblicano sul sito dedicato al progetto SmartFood, o durante gli eventi. «Ora in programma dal 12 di febbraio, c’è un ciclo di incontri dedicati alla salute femminile nelle diverse fasi della vita in relazione alla nutrizione, durante i quali parleremo di che cibi assumere in particolari momenti della vita, o in presenza di patologie» racconta Titta. «Abbiamo anche fatto studi sull’alimentazione in gravidanza e sulla prevenzione del tumore. Tra i miti da sfatare per esempio c’è il consumo di soia: fino a pochi anni fa controindicata per chi ha un tumore al seno, oggi, secondo i dati del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (Wcrf) è indicata per la prevenzione».

Attenzione però perché sedentarietà, obesità, o il consumo giornaliero di un bicchiere d’alcol,  sono fattori di rischio tumorali e non c’è pillola della longevità che tenga. «Anche se un giorno avremo dei farmaci che agiscono sulle “vie metaboliche della lunga vita” – conclude Lucilla Titta – queste serviranno a ben poco se poi si continua ad avere un comportamento scorretto che introduce fattori di rischio».

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