Rimbalza da Ballarò a Dimartedì, da Dimartedì a Otto e mezzo, da Otto e mezzo a Coffee Break. Qualcuno ha detto che il segretario della Fiom, Maurizio Landini, va in tv anche più di Matteo Salvini. Tanto che gli altri sindacati dei metalmeccanici, Fim Cisl soprattutto, invocano la par condicio sindacale sullo schermo televisivo. Anche perché la sovraesposizione mediatica del leader della Fiom non troverebbe poi riscontro nelle rappresentanze sindacali delle fabbriche. All’Ilva, per fare un esempio grosso, la Fiom è quarta dopo la Uilm, la Fim e la Usb. Dai sindacati dicono: «È normale. Se concentri tutto da una parte (la tv), perdi dall’altra (la fabbrica)». E la maglia bianca di Landini è una delle poche certezze dei nostri salotti televisivi. D’altronde proprio in questi giorni si è parlato di una sua discesa in politica. Lui ha smentito, ma sentendolo commentare qualsiasi cosa, dal Jobs Act all’Isis, il dubbio resta.
Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario della Commissione di vigilanza della Rai, a inizio febbraio ha presentato una interrogazione alla Rai, chiedendo quante volte «le diverse sigle sindacali siano state ospitate nei programmi di approfondimento giornalistico trasmessi sulle reti della Rai, a partire dall’inizio dell’attuale stagione televisiva». I dati riservati forniti dalla Rai in risposta ad Anzaldi sono una conferma alle accuse mosse dai sindacati. Prendiamo un programma del mattino come Agorà, su Rai Tre: da settembre 2014 al 20 febbraio 2015, la Cgil è stata presente 13 volte, la Cisl 5, la Fiom 18, la Fim 3, la Uil 5. Porta a Porta, invece, ha invitato solo 3 volte la Cgil e una la Fiom. Stessa cosa Virus: due volte la Cgil, cinque la Fiom. Assenza totale per Cisl e Uil. A Ballarò, il programma di Massimo Giannini, su un totale di 19 sindacalisti ospiti, 8 sono della Cgil, 9 della Fiom (Landini), Cisl e Uil ne hanno uno a testa, la Fim zero. Totale: su 74 ospitate Rai, 26 sono della Cgil, 33 della Fiom (insieme arrivano a 59); Cisl e Fim arrivano a 9, la Uil si ferma a 6.
Il neosegretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, 44 anni, sin dalla sua elezione ha fatto una battaglia sulla sovrarappresentazione mediatica della Fiom. E il 19 febbraio scorso ha anche scritto al presidente della Rai Anna Maria Tarantola, denunciando «la totale assenza di pluralismo e di contraddittorio nei servizi pubblici radio televisivi, sui temi economici e sindacali, e in particolare nei talk e nei programmi di intrattenimento, nei quali il rapporto delle presenze tra il segretario generale della Fiom e le altre organizzazioni sindacali è assolutamente sbilanciato (20 presenze della Fiom a zero). Poco diverso è il rapporto a livello confederale che si attesta in un dir poco avvilente rapporto di 20 presenze della Cgil e 1 della Cisl». Questo avviene, secondo Bentivogli, anche «in serate tematiche su vertenze aziendali in cui la Fiom-Cgil non è la prima organizzazione né per iscritti né per numero di rappresentanti eletti». Il segretario della Fim lo ha detto più volte: «I metalmeccanici non hanno una voce sola, tantomeno quella del segretario della Fiom. Il sindacato che grida in tv non fa più vertenze di noi». Anzi. A volte il richiamo della tv è più forte di quello della fabbrica. Il 3 dicembre 2014, nei giorni caldi della vertenza dell’Ast di Terni al ministero dello Sviluppo economico, i presenti raccontano che Landini abbia abbandonato i lavori per andare negli studi di Ballarò, mentre il mattino dopo non si presentò in assemblea perché era ospite a Coffee Break, su La7.
La lettera firmata da Bentivogli è arrivata nelle mani dei conduttori dei talk show, che non avrebbero gradito la critica. Landini in tv funziona, dicono tutti. Anche se qualcuno ha ammesso che no, il segretario della Fiom non viene invitato nelle trasmissioni come ospite sindacale, ma come rappresentante politico. «Sta succedendo quello che avvenne con Renata Polverini, il cui personaggio politico, da sindacalista che era, è stato proprio creato dalle poltrone di Ballarò», commentano dalla Fim. Il risultato della lettera è stato, per il momento, un breve intervento di Bentivogli a Ballarò il 24 febbraio e la presenza tra gli ospiti di Agorà il 25.
I metalmeccanici della Cisl contano 231.349 iscritti, meno dei 350mila della Cgil. Ma il peso del sindacato si misura nelle fabbriche, ripetono. La Fim supera la Fiom anche all’Ast di Terni e all’Alcoa. E sta facendo man bassa anche negli stabilimenti di Fiat Chrysler, da Sevel Val Di Sangro a Pomigliano. La Fiom ha cercato di riparare aprendo un conto corrente come cassa di resistenza e solidarietà per i suoi cinque delegati di Pomigliano ex scioperanti. «Ai lavoratori non serve la solidarietà, ma un sindacato che contratti più opportunità di lavoro», rispondono dalla Fim. La battaglia è aperta. E forse, la vedremo anche in tv.