Così l’housing sociale può diventare una comunità

Così l’housing sociale può diventare una comunità

Da circa un anno e mezzo a Milano c’e un nuovo complesso abitativo, composto da più di 120 unità: si chiama Cenni di Cambiamento, in zona via Novara. Poco più ad ovest, continuando sulla via Novara, si incontra Figino, un quartiere di Milano che mantiene ancora caratteristiche da piccolo paesino. Lì, tra pochi mesi, verrà inaugurato un nuovo intervento di housing sociale, sulla falsa riga del modello Cenni, denominato Borgo Sostenibile e composto da più di 300 alloggi.

La presenza di condomini spontaneamente portati all’incontro con l’altro, facilita in modo quasi invisibile il contatto con gli ospiti, lasciato sempre però alla singola iniziativa

Questi due importanti progetti di Social Housing sono il frutto dell’incontro tra soggetti pubblici e privati: Comune di Milano, Fondo Immobiliare di Lombardia, FHS, Fondazione Cariplo, Dar=Casa/Cooperativa Degradi, che ha generato un sistema di “mixed development” dove l’incontro tra la varietà di bisogni legati allo spazio abitativo ha fatto da motore in grado di produrre opportunità.

Analizzando l’esperienza di “Cenni”, notiamo che il sistema è stato facilitato da azioni ed interventi specifici, che hanno avuto la funzione di creare le condizioni perché nascessero relazioni che, partendo dai presupposti dell’housing sociale, si estendessero fino a diventare tipiche del co-housing: l’esistenza di spazi comuni, i percorsi di conoscenza tra gli abitanti prima della consegna degli alloggi, la presenza di organizzazioni no profit, un mix di contratti di affitto e patti di futura vendita, la diversa composizione dei nuclei familiari.

In questo articolato e creativo contesto abitativo – relazionale si è avviato, a ottobre 2014, il progetto di Arimo, legato al servizio di appartamenti educativi “Chiavi di Casa”, dedicato ai neo maggiorenni seguiti dai servizi sociali. Questa tipologia di dispositivo educativo ha la caratteristica di essere un luogo di mezzo tra la comunità di accoglienza, caratterizzate da un tasso di protezione, controllo e presenza educativa molto elevato, e il mondo della realtà, privo ovviamente di tutele, monitoraggi e sostegni adulti.

Il contesto di co-housing rappresenta “magicamente” quel luogo capace di tenere in equilibrio artificialità e autenticità. L’artificialità tipica e fondamentale di ogni intervento educativo, con l’autenticità necessaria perché ogni intervento educativo diventi efficace e replicabile. La presenza di condomini spontaneamente portati all’incontro con l’altro, e connessi con Arimo attraverso un lavoro di “regia” relazionale svolto dagli operatori, facilita in modo quasi invisibile il contatto con gli ospiti, lasciato sempre però alla singola iniziativa.

Questo sistema complesso e articolato, ma al tempo stesso estremamente naturale e immediato, genera opportunità e circostanze di incontro e aiuto reciproco, che mai potrebbero verificarsi in un qualsiasi condominio, soprattutto pensando a giovani ragazzi, poco inclini alla fiducia verso gli estranei e caratterizzati da cautela nell’avvicinarsi all’altro.

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