Francia: valanga sarkozista, socialisti al tappeto

Francia: valanga sarkozista, socialisti al tappeto

«L’alternanza è in marcia, niente la fermerà». Il mantra ripetuto a risultati oramai acquisiti da Nicolas Sarkozy accompagna trionfalmente il centro-destra, vincitore senz’appello di queste elezioni dipartimentali francesi, fino alla prossima scadenza elettorale, ovvero le elezioni regionali di fine anno.

Dopo questa seconda tornata elettorale l’alleanza di centro-destra Ump-Udi-MoDem, che finora dirigeva 40 consigli generali, conquista 66 dipartimenti su 101. L’Ump di Sarkozy piazza ben 1032 consiglieri e mette le mani su tre quarti dei cantoni. Dei 2054 cantoni francesi, oggi circa 1157 sono saldamente nelle mani del centro-destra, che raccoglie in totale il 45,03% delle preferenze.

Sonora sconfitta invece per il Partito Socialista, che perde con ben 13 punti percentuali sul centrodestra (32,12%). Prima delle elezioni amministrava 61 dipartimenti, oggi ne conserva solo 34.

Vittoria invece in chiaroscuro per il Front National. Fa il pieno di voti e di consiglieri (62), raggiunge un traguardo storico (è entrato in ben 14 assemblee) ma nonostante ciò non riesce a conquistare nessun dipartimento, neanche quello di Vaucluse dove faceva campagna Marion Maréchal Le Pen. Oggi però il Front National, con il suo 25% di preferenze ottenuto complessivamente (alle cantonali del 2011 raccolse il 15%), ha raggiunto livelli storici nella sua vita di partito diventando il nuovo ago della bilancia della politica francese.

Obbiettivo presidenziali 2017: Sarkozy verso un nuovo partito repubblicano?

La strategia di lungimiranza ed il patto d’acciaio con i centristi ha funzionato. Nicolas Sarkozy è il grande vincitore di queste elezioni dipartimentali del 2015. Ha guadagnato 25 nuovi cantoni, compresi quelli che erano da decenni saldamente nelle mani dei socialisti, ha sbaragliato simbolicamente i fortini di François Hollande (Corrèze), del primo ministro Valls (Essonne) e del ministro degli esteri Fabius (Seine-Maritime). Una vittoria su tutta la linea, macchiata solo dalla perdita del Lozère, scivolato a sinistra.

Il ritorno di Sarkozy nei ranghi dell’Ump ha avuto un duplice effetto: da un lato è riuscito a calmare la guerra fratricida tra «fillonisti» e «copéisti» e a riunificare tutto il partito, dall’altro ha riattirato a sé il centro dopo il tradimento di Bayrou, che nel 2012 aveva corso coi socialisti.

Ma ora Sarkozy ha in mente un progetto ancora più ambizioso: creare un partito ex novo che potrebbe chiamarsi «I Repubblicani» (il nome circola da un po’ senza conferme né smentite). Una macchina «elettorale», un nuovo progetto politico che potrebbe garantire una vittoria alle presidenziali del 2017.

Socialisti: quarta disfatta, ma niente rimpasto

Dopo le municipali, le europee e le elezioni al Senato, una nuova sonora sconfitta s’abbatte sulla maggioranza socialista. Contrariamente al primo turno, in cui Valls s’era acceso con nonchalance un sigaro evocando un risultato «onorevole» per la sinistra, la sconfitta alla luce dei risultati del secondo turno diventa umiliante. I risultati ottenuti riportano la mente dei socialisti all’era glaciale del post-mitterandismo ed in piena epoca Chirac, quando la sinistra aveva solo 29 dipartimenti. Caduti uno ad uno i simboli di dipartimenti tradizionalmente a sinistra come Bouche-du-Rhône, da 60 anni a sinistra, Côtes d’Armor, bastione dei socialisti in Bretagna dal lontano 1976 o il Nord, a sinistra dal 1998, ad Hollande e ai suoi non resta che serrare i ranghi e cambiare radicalmente la direzione della propria politica.

Anche perché il presidente Hollande, nonostante la sconfessione del proprio operato, non sembra voler effettuare un rimpasto di governo. All’indomani della disfatta delle municipali, era stata la testa dell’allora primo ministro Jean-Marc Ayrault la prima a cadere. Valls per ora non rischia, ma qualcosa dovrà pure inventarsi per uscire dall’impasse.

Il Front National non conquista dipartimenti e si prepara per le regionali

Il Front National è senza dipartimenti, ma ha 62 consiglieri ed è entrato di prepotenza nei dipartimenti della Gironda, Marna, Oise, Somme, Pas-de-Calais, Yonne, Hérault, Gard… Strano e doloroso, nonostante numeri che restano impressionanti: una progressione di 10 punti percentuali rispetto alle elezioni cantonali del 2011.

A France Info, stamattina, il vice-presidente del Front National Phillippot ha attribuito il mancato riconoscimento alle pieghe del sistema elettorale. Non a caso il Front National insiste da un po’ sull’introduzione del proporzionale. Con un sistema di questo tipo il Front National, che in certi dipartimenti ha preso pure il 41%, (nel Pas-de-Calais, per esempio) avrebbe fatto man bassa di eletti.

Così non è stato, ma restano gli ottimi risultati in vista delle elezioni regionali («possiamo conquistare quattro o cinque regioni», ha tuonato Marine Le Pen), tappa cruciale per preparare le presidenziali tra due anni. Dopo aver guadagnato undici città l’anno scorso e centinaia di eletti nei consigli municipali, ora il Front National entra di preportenza anche nei consigli dipartimentali. È un partito oramai radicato nella società francese. Un memento mori sia per la destra sarkozista, ora trionfante, sia per ciò che resta della disastrata maggioranza socialista.

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