Fino al giorno prima non si sapeva se sarebbe effettivamente arrivato al Made Expo, la fiera dell’edilizia di Milano che quest’anno ha addosso gli occhi del mondo per la vicinanza con Expo 2015. Nel giorno in cui in tutti i giornali si parla delle sue possibili dimissioni per il suo coinvolgimento – non da indagato, vale la pena ricordarlo – nell’inchiesta Sistema, Maurizio Lupi era consapevole che si sarebbe trovato di fronte un muro di cronisti.
Così è stato: un centinaio di giornalisti che avevano solo una domanda da fare: «Si dimette o no?» A scortarlo è stato il padrone di casa, Giovanni De Ponti, amministratore delegato di Made Expo e direttore generale di FederlegnoArredo. Un incontro inizialmente blindato: una sorta di conferenza stampa surreale, con il tema-tabù dell’inchiesta e dei regali ricevuti dal figlio di Lupi, Luca. De Ponti ha ringraziato il ministro per il bonus ristrutturazioni, che ha «fatto aumentare del 30%» questo tipi di interventi, mentre tutti i protagonisti erano in piedi, circondati da cronisti su tutti i lati.
Un clima in cui in imbarazzo è sembrato soprattutto Giorgio Squinzi. Il presidente di Confindustria all’arrivo ha dribblato il codazzo di giornalisti che si era formato attorno a Lupi e De Ponti e ha preferito arrivare da un via laterale. Quando ha preso la parola è stato il più tiepido. «È fantastico essere qui in una fiera che è il ponte tra il Made e l’Expo, che inizia tra un mese e mezzo e non tra due mesi come è stato appena detto. Per lo stand di Confindustria non abbiamo ancora iniziato i lavori e non potremo iniziare prima del 7-8 aprile. Siamo tutti pronti a fare i miracoli, insomma».
Tutti gli interventi in una conferenza stampa che è durata non più di dieci minuti, tra le urla dei fotografi e degli operatori, sono stati all’insegna di un ottimismo che non si manifestava da anni. È forse questo il motivo che ha spinto Lupi, alla fine a presentarsi alla fiera. «Era un appuntamento che avevamo fissato – ha detto -. Si inizia a vedere un momento di ripresa, la sfida che abbiamo lanciato inizia a raccogliere i primi risultati, finalmente anche sul mercato interno. Gli strumenti ci sono, come il Jobs Act. Dobbiamo essere in prima fila sulla ripresa. Forza e coraggio perché ce la faremo».
La vera bolgia inizia subito dopo, con le domande dirette al ministro: «Voglio andare in Parlamento a riferire sulle scelte – le risposte mentre era a Milano all’inaugurazione della Fiera Made Expo -. Devo dare tutte le risposte politiche e individuali, la maggioranza valuterà sulle mie parole», ha aggiunto.
«Devo dare tutte le risposte politiche e individuali, la maggioranza valuterà sulle mie parole»
Alla fine dell’incontro nella calca si sentono un paio di «Vergogna!» provenire da un espositore. Si sparge la voce di una contestazione. Raggiunti da Linkiesta, i responsabili dello stand ridimensionano l’accaduto. «Ci siamo arrabbiati con le guardie del corpo di Lupi che hanno buttato giù un paio di espositori e fatto cadere una persona anziana». «Dopo tutto quello che è successo, questa prepotenza se la potevano risparmiare», aggiunge però uno degli espositori -. Ha fatto un decalogo sui comportamenti etici e poi è il primo a non rispettarli».
De Ponti, che ha insistito per avere Lupi presente, dopo la conferenza non ha voluto commentare il coinvolgimento del ministro nell’inchiesta. «Saprà rispondere lui alle accuse, ha più di 50 anni. Ho letto i giornali, ma ho visto anche che non sono arrivati avvisi di garanzia. Noi siamo contenti di Lupi dal punto di vista politico, perché ha favorito le ristrutturazioni e l’incontro con operatori esteri. Esprimo quindi solidarietà».