«Ti è mai capitato di assumere una sostanza senza sapere che cosa fosse? ». È una delle recenti domande inserite dai ricercatori del Cnr di Pisa, nel questionario somministrato a circa 700 mila studenti italiani di 15-19 anni. Che con grande preoccupazione, nel 2,3% dei casi hanno risposto di «sì», di non sapere spesso che cosa avessero assunto. E in molti casi anche di farlo di frequente. È forse l’aspetto di più preoccupante che riguarda gli oltre 600mila adolescenti che hanno consumato cannabis, 60mila cocaina, 27mila eroina e circa 60mila allucinogeni e stimolanti.
Ogni anno dal 1999 i ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), ESPAD®Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs,), conducono un’indagine sul consumo di droghe tra gli adolescenti italiani, che nel tempo ha permesso di stimare i consumi e i tipi di droghe diffusi tra i più giovani. Nel questionario autosomministrato ai ragazzi, gli viene chiesto se hanno fatto uso di droghe e di che tipo, e ogni anno vengono inserite droghe che hanno mercato. «Certo non possiamo insegnare loro il nome di sostanze nuove di cui magari non conoscono l’esistenza – spiega a Linkiesta Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e responsabile dello studio – quindi ci limitiamo a chiedere se utilizzano sostanze che ormai ufficialmente sono smart drugs, come la Salvia divinorum e tutta una serie di sostanza ormai tabellate. Quest’anno poi abbiamo provato a chiedere loro che avessero mai assunto sostanze senza sapere cosa fossero, e in che forma, e la risposta ci ha allamato non poco».
Dei 30mila studenti provenienti da 405 istituti scolastici superiori italiani, quindi, circa 54mila ha assunto sostanze psicotrope senza sapere cosa fossero e che effetti potessero produrre. Di questi circa il 56% lo ha fatto per non più di due volte, secondo i dati dello studio, mentre il 23% ha ripetuto l’esperienza più di dieci volte. I ricercatori hanno poi chiesto ai ragazzi in che forma avessero assunto queste sostanza, per cercare di risalire al tipo di droga assunta. Il 53% ha risposto di aver assunto un miscuglio di erbe sconosciute, che si presentavano per il 47% in forma liquida e per il 43% sotto forma di pasticche o pillole. Altri che si trattava di polvere, che la fumavano ecc. «È drammatico che facciano uso di sostanze senza avere la più pallida idea di cosa stiano ingerendo» continua Molinaro. «Non solo perché non si rendono conto degli effetti che potrebbero avere queste sostanze su di loro, ma anche perché potrebbero essere sostanze velenose».
Un altro aspetto preoccupante emerso dall’indagine riguarda i consumi, e in particolari i consumi di quella fetta di adolescenti che fa uso frequente di sostanze psicotrope. Mentre i consumi degli utilizzatori occasionali (che hanno cioè fatto uso di droghe una o due volte l’anno) sono altalenanti e seguono “leggi di mercato”, è preoccupante notare che dal 2008 sono aumentati i ragazzi che dichiarano di fare uso frequente di sostanze (dieci o più volte al mese di eroina, cocaina, stimolanti allucinogeni, o venti e più volte al mese di cannabis). Per esempio per quanto riguarda la cannabis, l’andamento dei consumatori frequenti è passato dal 2,5% 2009-2011, al 3% del 2012, fino a poco meno del 4% dei 15-19enni nel 2014. E un trend simile, ina aumento, si è registrato anche per stimolanti e allucinogeni.
«Una cosa che abbiamo notato è che contestualmente all’aumento dei consumi frequenti in questa fascia di età, diminuiscono gli interventi di prevenzione ed educazione nelle scuole» racconta Mlinaro. «Nelle stesse scuole dove facciamo le indagini andiamo anche a vedere se sono in atto delle campagna di prevenzione ed educazione all’uso. Negli ultimi dieci anni sono state tolte alle scuole molte risorse, e abbiamo visto che contestualmente alla diminuzione di queste campagne sono aumentati i consumi. Certo non sarà la panacea di tutti i mali, però abbiamo visto che queste campagne hanno funzionato con il gioco d’azzardo per esempio. Laddove si pone attenzione e si consapevolizzano i ragazzi sui rischi legati ai loro comportamenti ci sono degli effetti. Diamo quindi alle scuole le risorse per poter mettere in atto questo tipo di interventi, perché funzionano».
Dando uno sguardo ai dati, dall’indagine è emerso come il consumo di cannabis sia aumentato negli ultimi due tre anni. Per la maggior parte si tratta ancora di consumatori occasionali, quasi la metà l’ha utilizzata non più di cinque volte nell’anno e l’86% non l’ha associata ad altre sostanze illegali. Per quanto riguarda la cocaina, ne ha fatto uso almeno una volta nella vita il 4% degli studenti italiani (90mila 15-19enni), mentre il 2,6% l’ha utilizzata nei dodici mesi precedenti (poco più di 60mila studenti). Sono soprattutto ragazzi (il 4% contro il 2% delle studentesse) e le prevalenze più consistenti si registrano tra i 19enni, anche se non mancano consumatori di 15 e 16 anni. Nonostante la leggera ripresa nel corso degli ultimi anni, l’eroina resta una delle sostanze meno utilizzate: circa 34mila studenti italiani (pari all’1,4%) l’hanno provata nel corso della loro vita e 27mila nell’ultimo anno (1,1%). Le smart drugs invece, (commercializzate anche on line sotto forma di prodotti naturali) sono utilizzate da circa 40mila studenti (1,6%), 26mila (1,1%) dei quali ne hanno fatto uso nel 2014. Circa 90mila hanno provato allucinogeni (LSD, francobolli, funghi allucinogeni) nella vita e 60mila nell’ultimo anno, rispettivamente 3,9% e 2,5% di tutti gli studenti. I consumatori sono soprattutto maschi (3,5% contro 1,5% delle coetanee), con prevalenze che aumentano con l’età, per raggiungere tra i 19enni il 4,6% dei maschi e il 2,4% tra le femmine.
Infine da non sottovalutare è anche l’accesso agli psicofarmaci, che come spiega Molinari, «negli anni hanno registrato un discreto incremento e che, se prescritti da uno specialista, fanno parte di un percorso terapeutico, altrimenti si trasformano in sostanze illegali a tutti gli effetti». Stando alle risposte degli studenti una percentuale non altissima dice di trovare questi farmaci direttamente in casa, una discreta percentuale li procura attraverso il mercato nero, mentre una percentuale più bassa li compara online. Quasi 400mila studenti almeno una volta nella vita li hanno utilizzati senza prescrizione (il 17% del totale) e poco più di 200mila lo hanno fatto nell’ultimo anno (9% degli studenti italiani). Si tratta prevalentemente di farmaci per dormire, utilizzati soprattutto dalla ragazze (8% contro 4% dei maschi), e in minor misura farmaci per l’attenzione e iperattività (quasi il 3%), per regolarizzare l’umore e per le diete (2,4% ciascuno), anch’essi usati più dalle ragazze (3,7% contro l’1,2% dei coetanei).
«Informare gli studenti e renderli consapevoli rispetto ai rischi» è per Molinari la soluzione migliore. «Abbiamo visto che anche l’introduzione di leggi proibitive come la Fini-Giovanardi nel 2008 non aveva migliorato la situazione più di tanto, anzi. Magari aveva colpito quella fascia di popolazione che toccava le sostanze una tantum però non ha assolutamente avuto effetti su quella fascia che ne fa un uso più prolungato. L’unica cosa da fare è rendere consapevoli i ragazzi, dei rischi che corrono».
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