Sarkozy ritorna, ma i voti che prende non sono per lui

Sarkozy ritorna, ma i voti che prende non sono per lui

La vera notizia è che la tanto annunciata marea “bleue Marine”, presagita come imminente dai sondaggi fino a qualche giorno fa, non c’è stata. Ma non è una sconfitta: il sussulto dell’Ump di Sarkozy che, grazie alla sua alleanza coi centristi, passa in testa al primo turno delle dipartimentali e si aggiudica circa il 30% delle preferenze, non può mascherare una realtà oramai evidente: il Front National di Marine Le Pen, senza alleanze di sorta e presentandosi da solo, supera il 25% delle preferenze ed è nei fatti il primo partito di Francia.

Se si calcolano infatti i risultati dei singoli partiti che compongono l’alleanza sarkozista o quelli del Ps (che limita i danni e si attesta al 20%) si capisce chiaramente che nessuno ha i numeri del Front National, già certo di essere presente al secondo turno in circa 1.100 cantoni, ovvero più della metà del totale. Il Front National parteciperà inoltre a 772 ballottaggi, 297 triangolari e un quadrangolare.

Nei ranghi del centro-destra la strategia sarkozista ha comunque pagato. Quattro mesi dopo il suo ritorno nelle file di un Ump diviso e malandato, Sarkozy ha martellato sullo spirito repubblicano ritrovato nel periodo post-attentati, ha agitato a lungo lo spauracchio dell’estrema destra e additato sapientemente i molteplici errori che hanno fatto sprofondare nel baratro François Hollande. La sua strategia ha pagato, l’alleanza coi centristi ha permesso di raccogliere numeri preziosi che fanno ben sperare per il secondo turno.

L’alleanza Ump-Udi-MoDEM ha già 220 eletti al primo turno e a voler dar retta alle parole del patron dell’Udi, Jean-Cristophe Lagarde, l’alleanza di centro-destra potrebbe addirittura riuscire a controllare i due terzi dei dipartimenti il 29 Marzo prossimo. Ma l’Ump e l’Udi si trovano in disaccordo su un punto fondamentale. Come ha ricordato ieri sera Nicolas Sarkozy la strategia dell’Ump è di sfruttare l’effetto di questa prima tornata senza contrarre alleanze di sorta né con il Front National né con il Ps mentre Lagarde invece vorrebbe in linea di principio sbarrare la strada dove possibile all’avanzata del Front National in nome dello spirito repubblicano.

E i socialisti? Nel quartier generale del Ps a rue Solferino si parla di risultato “dignitoso” e “onorevole”. Certo, il risultato raggiunto in casa socialista (poco sopra il 20%) è pur certo un progresso rispetto al disastroso risultato delle europee (14%) ma è una magrissima consolazione in quanto si tratta della terza sconfitta elettorale di fila da quando François Hollande ha messo piede all’Eliseo. Complice la perenne frammentazione della sinistra e i disaccordi con il Front de Gauche e con i Verdi, il Ps è scivolato al terzo posto nelle preferenze dei francesi. Un’eventuale unione delle forze di sinistra avrebbe certamente prodotto una seria antagonista alla santa alleanza centrista e avrebbe fatto scivolare il Front National al terzo posto. Ma così non è stato. La fotografia della débacle socialista è quella dei dipartimenti del Nord della Francia, storici bastioni della sinistra sin dal 1998. Qui il Ps è già eliminato in 27 dei 41 cantoni ed il Front National è primo e potrebbe addirittura aggiUdicarsi qualche dipartimento.

Che lezione si può dunque trarre da questo primo turno? Se è spropositato parlare di “effetto Sarkozy” ci sono nondimeno altri dati, preoccupanti, che emergono. Li ha spiegati a Linkiesta Thomas Guénolé, politologo francese, opinionista a BfmTv France Culture e Rmc e presidente del gabinetto di comunicazione politica Vox Politica.

«Il primo punto – spiega Guénolé – è che rispetto alle europee c’è stato un tasso di astensionismo minore. La migliore mobilitazione elettorale ha influito negativamente sul risultato del Front National che altrimenti avrebbe avuto uno score molto più elevato. Ecco perché non c’è stata la cosiddetta marea “bleue Marine”.»

Il secondo punto «è che il tasso di astensionismo generale (di circa il 50%) è secondario rispetto a un altro dato in nostro possesso, ovvero il tasso di astensionismo dei giovani e dei meno abbienti: questo si è attestato addirittura sul 70%. Io lo definisco uno “scollamento civico”. In quanto cittadini stiamo perdendo definitivamente tutta una fascia sociale di persone che non è andata a votare perché non si sente rappresentata da queste forze politiche. È a mio avviso molto grave ed è sicuramente l’indicazione più importante che si può trarre da questo primo turno».

«Terzo punto è che non c’è stato alcun “effetto Sarkozy”. La destra ed il centro ottengono separatamente più o meno lo stesso risultato ottenuto alle europee, ovvero 20% + 10% contro il 30% di adesso. La strategia di alleanza è stata proficua ma non per merito della figura di Sarkozy».

Infine, «un altro punto importante è che il Front National, in queste ultime settimane, ha guadagnato “nuovi elettori”. Il calcolo statistico delle riserve elettorali potenziali del Front National ci dice che il risultato attuale del Front National non può essere dovuto esclusivamente ad una mobilitazione straordinaria degli elettori del Front National. A meno che non si voglia credere che tutti gli altri partiti hanno subito un tasso di astensionismo del 50% e contemporaneamente il Front National abbia beneficiato di una mobilitazione del 90% (cosa statisticamente improbabile). È più opportuno invece concludere che il Front National abbia acquisito nuovi elettori. Ma il fatto che diversi responsabili politici gioiscano perché il Front National, descritto come partito pericoloso, abbia ottenuto “solo” il 25% delle preferenze al primo turno, la dice lunga sulla crisi politica che stiamo vivendo oggi in Francia».

@marco_cesario

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter