PARIGI. Troppo poco tempo per poter assaporare la netta vittoria alle ultime elezioni dipartimentali. Su Nicolas Sarkozy, le cui vicende giudiziarie si sono moltiplicate a dismisura negli ultimi anni, arriva il colpo di coda dello scandalo Bygmalion. Un sistema di fatture false che avrebbe consentito all’ex inquilino dell’Eliseo di pagare la campagna elettorale del 2012 con fondi sottratti alle casse del partito UMP. Si tratta di 18,5 milioni di euro di sforamento del plafond “legale” delle spese di campagna elettorale che l’entourage di Sarkozy ha cercato di nascondere alle autorità di controllo. Un affare tentacolare in cui già sette persone si trovano nel registro degli indagati. Ora però l’inchiesta entra nella sua fase “politica” ovvero i giudici vogliono determinare le responsabilità dell’entourage dell’ex inquilino dell’Eliseo ed il suo ruolo di Sarkozy il quale ha già negato di essere a conoscenza del sistema. Ma il cerchio si stringe sempre di più attorno a lui.
Man mano che gli accoliti dell’ex presidente cadono come birilli nelle inchieste, è lo stesso Sarkozy a tremare
La lista degli “amici” di Sarkozy indagati si allunga
Un avvocato, un deputato, un prefetto. Tre massimi esponenti della campagna di Sarkozy sono finiti in stato di fermo per decisione dell’Ufficio centrale della lotta contro la corruzione per le infrazioni finanziarie e fiscali di Nanterre (OCLCIFF). Si tratta di Guillaume Lambert, ex direttore della campagna presidenziale di Sarkozy nel 2012, Philippe Briand, il tesoriere della campagna presidenziale e di Philippe Blanchetier, avvocato dell’UMP e di Sarkozy stesso. Sono rispettivamente il numero 23, 24 e 25 della oramai sempre più lunga lista di amici di Sarkozy scivolati nel vortice delle inchieste anti-corruzione. Man mano che gli accoliti dell’ex presidente cadono come birilli nelle inchieste, è lo stesso Sarkozy a tremare: sono tutti suoi fedelissimi ed è difficile dimostrare che lui non fosse a conoscenza di come funzionasse il sistema.
L’Idra a tre teste delle presidenziali 2012: Bygmalion, l’Associazione di Sarkozy e l’UMP
Stando agli stralci dell’inchiesta, l’UMP è accusato di aver organizzato un sistema di fatture false perché le spese della campagna di Sarkozy per le elezioni presidenziali del 2012 restassero inferiori al plafond autorizzato dalle legge francese, ovvero 22,5 milioni (abbondantemente superato). Le spese per la campagna presidenziale di Sarkozy avrebbero dovuto essere poi pagate da un’associazione creata ad hoc, l’Associazione per il finanziamento della campagna di Nicolas Sarkozy. Ma in realtà Bygmalion, impresa che gestiva la comunicazione e la campagna presidenziale, attraverso la società Event & Cie, le fatturo’ al partito UMP giustificando le spese con eventi ed happening fittizi. Bilanci gonfiati e cifre esorbitanti. Col tempo qualcuno (il quotidiano Libération per primo) s’è accorto che le famose convention tematiche dall’UMP avevano costi faraonici e completamente spropositati. Soprattutto gli “invitati” ai meeting, interrogati dal quotidiano, non ne avevano curiosamente alcun ricordo.
Alcuni eventi e meeting dell’Ump avevano costi faraonici. La cosa strana era, soprattutto, che nessuno ricordava che fossero avvenuti
Da testimone assistito ad indagato. Ecco cosa rischia Sarkozy
La Event & Cie, società che gestiva gli eventi legati alla campagna, è finita nel mirino degli inquirenti per falso in bilancio e abuso di fondi. Aveva organizzato diversi meeting per la campagna elettorale dell’UMP e, a latere, almeno 55 meeting, per un costo complessivo di 12,7 milioni di euro, pagati interamente dal partito. A questo si aggiunge l’organizzazione del consiglio nazionale dell’UMP ed altre operazioni legate alla comunicazione per un costo che ruotava intorno ai 5 milioni di euro. Ma di molti di questi millantati meeting e convention non c’è traccia. Sono davvero avvenuti? La stranezza è che invece di quelli di cui c’è traccia, e che sembrano realmente avvenuti, sono paradossalmente quelli costati di meno. Un dettaglio che non è sfuggito agli inquirenti che ora cercano di far luce sulla vicenda. In tutto, tra gennaio e giugno 2012, secondo quanto rivelato dal quotidiano Libération, l’UMP avrebbe fornito a Event & Cie circa 20 milioni di euro per spese di eventi legati alla comunicazione. Ora Sarkozy, che per ora è stato ascoltato dalla finanza come testimone assistito, rischia di finire indagato per diversi reati (tra i quali truffa e falso). Pare difficile infatti che l’allora candidato non fosse a conoscenza di quello che accadeva (“a sua insaputa”, si direbbe in Italia) e soprattutto non sapesse di aver maneggiato il passaggio di diversi milioni di euro o di aver incassato rimborsi, dal momento che i documenti in possesso degli inquirenti portano la sua firma e quella del suo fedelissimo Philippe Briand. Sarkò rischia anche di finire davanti ad un tribunale per finanziamento illegale di campagna elettorale in quanto il budget autorizzato dalla legge per le spese elettorali è stato ampiamente superato e la contabilità, per sfuggire ai controlli della finanza, è stata volutamente truccata. Tra l’altro per questo dossier l’ex segretario dell’UMP Jean-François Copé è stato già condannato così come l’ex tesoriera del partito Catherine Vautrin.
Insomma proprio adesso che assaporava il gusto della rivincita e preparava il grande ritorno per il 2017, l’ennesima inchiesta giunge a rovinargli la festa. Alla luce però di quanto accade, si potrebbe pensare malignamente, assume un tutt’altro contorno anche la volontà di cambiare il nome del partito UMP. Non già semplice “macchina elettorale” per vincere le prossime elezioni presidenziali ma escamotage politico per sfuggire ai suoi guai giudiziari e per persuadere elettori fin troppo smemorati.