I roghi alle case per i rifugiati agitano la Germania

I roghi alle case per i rifugiati agitano la Germania

Nelle prime ore di sabato 4 aprile una o più persone sono entrate in un piccolo complesso residenziale nel paesino di Tröglitz, in Germania, e hanno appiccato un incendio. Le fiamme hanno mangiato gran parte del tetto. L’edificio era in ristrutturazione e avrebbe dovuto accogliere 40 rifugiati a partire da maggio.

Nessuno degli autori è stato ancora identificato, ma nella cittadina – e sulla stampa tedesca – ci sono pochi dubbi sulla natura del gesto. È l’ultimo episodio in una serie di attacchi contro le strutture che ospitano i richiedenti asilo in tutta la Germania, in forte crescita negli ultimi mesi.

L’ex sindaco Markus Nierth ha detto allo Spiegel che l’attacco farà molto male alla reputazione di Tröglitz e lo metterà «sullo stesso livello di Mölln e Hoyerwerda», due paesi in cui ci furono gravi episodi di violenza razzista nei primi anni Novanta. A Mölln, nel Land settentrionale dello Schleswig-Holstein, tre persone di origine turca rimasero uccise nel novembre 1992 quando estremisti di destra dettero fuoco alla loro casa.

Lo stesso Nierth ha toccato con mano l’intolleranza di alcuni, quando era sindaco del comune di circa 2.700 abitanti. A causa della sua posizione favorevole all’arrivo dei rifugiati, alcuni abitanti, insieme a membri del partito neonazista Npd (Nationademokratische Partei Deutschlands) hanno organizzato una marcia fino a casa sua. Dopo le minacce di morte indirizzate a lui e alla moglie, Nierth ha deciso di dimettersi meno di un mese fa.

Il coordinatore locale dell’assistenza ai rifugiati Götz Ulrich ha detto alla Deutsche Welle che quanto avvenuto a Tröglitz è «un’eccezione» nella regione, citando i molti paesi vicini che hanno accolto richiedenti asilo. A Tröglitz, notano i media tedeschi, la situazione sociale è particolarmente difficile fin da quando, vent’anni fa, ha chiuso una vicina miniera che dava lavoro a 4.500 persone. Molti giovani se ne sono andati dal paese in cerca di opportunità di lavoro e parte dello scontento si è incanalato contro gli stranieri.

«Tröglitz è dappertutto»

Negli ultimi mesi ci sono stati diversi attacchi simili in altre parti della Germania

Ma molti sottolineano che non si tratta di un caso isolato. In un’intervista con il quotidiano Die Welt,Reiner Haseloff, il primo ministro del Sassonia-Anhalt, ha denunciato con chiarezza che «il problema è nazionale». Ha sottolineato che i casi di attacchi a strutture destinate ai rifugiati e ai migranti sono in aumento e non riguardano solo il suo Land, in una dichiarazione che ha avuto molta eco sui media tedeschi: «Tröglitz è dappertutto».

Negli ultimi mesi, infatti, ci sono stati diversi attacchi simili in altre parti della Germania. Il 7 marzo, nel Land meridionale del Baden-Württemberg, uno sconosciuto è entrato in una casa destinata all’accoglienza di richiedenti asilo e l’ha allagata causando decine di migliaia di euro di danni. Il 9 febbraio un altro incendio doloso ha danneggiato una bifamiliare a Escheburg, nel Land settentrionale dello Schleswig-Holstein, in cui si sarebbe dovuta trasferire il giorno successivo una famiglia di sei rifugiati iracheni.

Il numero degli attacchi contro le strutture per i richiedenti asilo è passato da 24 nel 2012 a 150 nel 2014

Pochi giorni dopo un uomo di 38 anni, un padre di famiglia che abita vicino alla casa e che non pare avere contatti con la destra estremista, ha confessato alla polizia di essere l’autore dell’attacco incendiario. Quando era stato annunciato l’arrivo dei rifugiati, l’uomo e una quindicina di altre persone che abitavano nelle immediate vicinanze avevano protestato con forza contro il trasferimento.

A dicembre del 2014, tre edifici sono stati incendiati a Vorra, un paese della Baviera non lontano da Norimberga. Anche quelle strutture, un ex ristorante, un granaio e un’abitazione sfitta, stavano venendo ristrutturate per ospitare rifugiati, nel complesso una settantina. Sui muri sono state tracciate con lo spray delle svastiche e xenofobe, il che fa sospettare il coinvolgimento di gruppi di estrema destra.

A livello nazionale, il numero degli attacchi contro le strutture per i richiedenti asilo è passato da 24 nel 2012 a 150 nel 2014 – oltre sei volte di più – secondo i dati del governo tedesco.

Contro di essi sono arrivate condanne incondizionate da parte di tutte le forze politiche e la stampa tedesca dà voce ai molti che, nei paesi colpiti, sono rimasti turbati dagli attacchi e lanciano messaggi di accoglienza e tolleranza.

A Tröglitz , ha dichiarato il primo ministro del Land Haseloff, c’è una «grande volontà» di aiutare i rifugiati, una decina dei quali dovrebbero arrivare nei prossimi giorni ed essere ospitati in case private. «Possiamo solo rispondere con la determinazione delle persone per bene», ha detto il presidente della Repubblica tedesca Joachim Gauck dopo gli attacchi in Baviera.

Il governo tedesco stima che nel 2015 arriveranno circa 250mila rifugiati

Ma oltre agli attacchi alle strutture ci sono stati altri episodi di intolleranza: ai primi di febbraio, ad esempio, un gruppo di estremisti si è riunito davanti a un luogo dove vivevano richiedenti asilo portando con sé delle torce e gridando slogan razzisti. A fine gennaio, a Wassenberg nel Nordrhein-Westfalen, tre immigrati nordafricani sono stati picchiati da un gruppo di sette persone e una delle vittime è finita all’ospedale.

La politica

Negli ultimi anni, la Germania ha accolto un numero crescente di migranti e richiedenti asilo in fuga dai conflitti mediorientali. Il governo tedesco stima che quest’anno arriveranno circa 250mila rifugiati, dopo gli oltre 450mila del 2014.

L’emersione di associazioni e movimenti che si sono opposti agli arrivi è diventata un caso qualche mese fa con l’attenzione internazionale per Pegida, un gruppo che si dichiara «contro l’islamizzazione dell’Occidente» e che a fine 2014 ha cominciato ad organizzare manifestazioni in molte città tedesche. Pegida è nata e si è sviluppata a Dresda in Sassonia, un Land in cui la popolazione immigrata è tra le più basse di tutta la Germania (intorno al 2,5 per cento).

Il partito Alternative für Deutschland (AfD) sta raccogliendo buoni risultati elettorali in diversi Land tedeschi – l’ultimo ad Amburgo, dove ha preso il 6,1 per cento – con slogan che spesso fanno leva sul populismo e l’idea di aiutare i migranti «a casa loro». Le analisi dei flussi di voto mostrano che erodono consensi alla Cdu di Angela Merkel, mettendo pressione “da destra” sul partito di governo (pressioni a cui dà spesso voce il partito alleato bavarese, la Csu).

La società civile e la classe politica tedesca appaiono comunque molto unite nella condanna a ogni intolleranza e il paese rimane uno dei più accoglienti d’Europa, con programmi a cui collaborano le amministrazioni locali, i Land e il governo federale. Angela Merkel, spesso criticata per i suoi silenzi e la sua indecisione, ha sorpreso molti indirizzando parole durissime alle manifestazioni contro gli stranieri durante il suo messaggio per il nuovo anno.

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