Cgil, Cisl e Uil sono pronte per la 25esima edizione del concertone del primo maggio in piazza San Giovanni a Roma. Con una novità: dopo 14 anni lo storico organizzatore Marco Godano è stato sostituito da Carlo Gavaudan e Massimo Bonelli di Ruvido Produzioni e iCompany. E non a caso: Godano negli anni ha gestito l’evento tramite tre diverse società che hanno accumulato debiti su debiti e soprattutto numerose cause per il mancato pagamento di fornitori e lavoratori (ce ne eravamo occupati lo scorso anno). Affidare la gestione del concerto della festa dei lavoratori a uno che non paga i lavoratori sembrava quantomeno paradossale. Tanto che i sindacati, dopo numerose polemiche, quest’anno hanno deciso di tagliare la testa al toro e disdire il contratto con Godano. Di tutta risposta, il patron (ormai ex) del primo maggio, inseguito da decine di lavoratori rimasti senza stipendio, ha deciso di fare causa ai sindacati e chiedere i danni.
La società 1MVideo, a cui nel 2014 Godano aveva affidato l’organizzazione del concerto per mettere a posto i conti della precedente società organizzatrice (la Anyway che dal 2011 organizzava il concerto dopo la liquidazione della Primata srl), avrebbe dovuto gestire anche la 25esima edizione, visto che il contratto scade nel 2015. «Sono venute meno alcune condizioni e abbiamo ritenuto opportuno disdire il contratto in anticipo», spiega Tonino Ascenzi, che per la Uil si occupa del concertone. Il passaggio di consegna è avvenuto solo a marzo, per questo la macchina organizzativa è partita in ritardo e i primi nomi degli artisti sono stati comunicati solo a metà aprile.
“I sindacati sono stati sensibilizzati del fatto che Godano non pagasse i lavoratori. Per questa ragione abbiamo deciso di affidare l’organizzazione del concerto ad altre società”
Va detto che Cgil, Cisl e Uil con l’organizzazione vera e propria del concerto non c’entrano nulla. Ma scelgono la società che se ne occupa e mettono la firma nel logo del concertone. «I sindacati sono solo i promotori del concerto, tant’è che rinunciano a qualsiasi beneficio economico», dice Ascenzi. «Ma non vogliamo neanche finire sui giornali perché non paghiamo i fornitori. Tutte le volte che lavoratori e aziende si sono rivolti a noi per problemi con Godano siamo intervenuti».
E di fornitori che aspettano ancora diverse migliaia di euro da parte di Marco Godano e soci ce ne sono tanti. Fonici, videomaker, tecnici delle luci, addetti stampa che hanno lavorato dentro e fuori il concertone. Alcuni hanno avviato ingiunzioni di pagamento. Altri hanno anche fatto accordi per un rientro decurtato dei pagamenti accettando di rinunciare alla causa, salvo poi vedersi arrivare solo il primo assegno e poi niente. E c’è anche qualche creditore che è passato alle mani, aggredendo Godano per strada. «Io non ho ancora preso un centesimo dei 6mila euro che mi devono», racconta un architetto che per una delle società di Godano ha realizzato i palchi destinati a un evento di un distaccamento locale di Confindustria.
Sì, perché Godano in questi anni non è stato solo il promoter del concertone, ma anche il factotum degli eventi di sindacati e associazioni datoriali, da Confindustria alla Cgil di Susanna Camusso, senza distinzioni tra destra a sinistra. Da sempre militante di sinistra con un passato nell’Arci Musica, ha lavorato per diversi anni nella gestione dell’evento di piazza San Giovanni fino a scalare la vetta nel 2001. Il suo curriculum, in realtà, è un elenco di società inattive, liquidate e fallite. Nel 2003, tramite il gruppo Edo srl (oggi fallito) aveva anche prodotto per la Rai la trasmissione Fiesta, condotta da Joe Violanti e Charlie Gnocchi, scritta e ideata da Mariano Sabatini. Il programma andò in onda in seconda serata su Rai Uno per 18 puntate, ma nessuno di loro è stato pagato per intero.
Mentre accumulava fatture e buste paga inevase, ogni anno per 14 anni Godano si presentava dietro le quinte del concertone della festa dei lavoratori a Roma fianco a fianco con i segretari confederali
E mentre accumulava fatture e buste paga inevase, ogni anno per 14 anni Godano si presentava puntuale il primo maggio dietro le quinte dell’evento di piazza San Giovanni fianco a fianco con i segretari dei sindacati confederali. In questi anni molti fornitori hanno inviato segnalazioni via email ai sindacati e qualcuno di loro si è anche presentato di persona agli sportelli delle sedi nazionali per consegnare documenti e fatture. «I sindacati sono stati sensibilizzati del fatto che non pagasse i lavoratori», conferma Giovanna Ventura, segretaria nazionale della Cisl. «Per questa ragione abbiamo deciso di affidare l’organizzazione ad altre società che ci hanno dimostrato affidabilità e solvibilità. Siamo titolari del concertone e siamo liberi di scegliere a chi è meglio affidarlo». Più abbottonati i commenti della Cgil: «In base alle valutazioni fatte si è deciso di affidare l’organizzazione ad altre società», dicono.
“Quest’anno sarà davvero la festa dei lavoratori e per la prima volta dopo tanto tempo anche io potrò godermi lo spettacolo”
«Finalmente i sindacati lo hanno rimosso», commenta una delle persone ancora in attesa dei pagamenti. «È il minimo, sarebbe dovuto succedere tanti anni fa». Mariano Sabatini, autore del programma Fiesta prodotto da Godano, ha ricevuto solo 4 dei 15mila euro che gli doveva. Sono passati 11 anni, ormai non ci spera più, ma dice: «Non è più tempo di monarchie assolute. I sindacati dovranno farsi carico della responsabilità di averne sostenuta una fino allo scorso anno, ma sono lieto che abbiano voluto finalmente voltare pagina. Quest’anno sarà davvero la festa dei lavoratori e per la prima volta dopo tanto tempo anche io potrò godermi lo spettacolo». Anche lo speaker Joe Violanti, che quel programma lo conduceva e che da Godano avrebbe dovuto ricevere ben 60mila euro, dice: «Avrei voluto che ci fosse stata più attenzione da parte dei sindacati nell’affidare un evento così importante a una persona seria che rispettasse gli impegni presi con i lavoratori. Avrebbero dovuto farlo prima, ma è un segnale importante. Certo, sarei stato felice se mi avesse restituito anche i soldi che mi deve».