Sempre più spesso negli ultimi mesi i media nazionali, i blog, le radio, hanno parlato del fenomeno “Volontari di Expo” cercando di dare una forma a questo pacifico e attivo esercito di cittadini provenienti da tutti i continenti. Ma quanti saranno effettivamente i volontari che presteranno servizio durante Expo in città e nel sito espositivo? Quante le associazioni coinvolte? Come quest’ultimi arricchiranno uno degli eventi più attesi in Italia e nel mondo?
Perché i “Volontari di Expo” non saranno solo gli 8.000 che Ciessevi e CSVnet orientano e contribuiscono a formare, accompagnandoli verso il “Programma Volontari Expo 2015”, o i 1.000 che presteranno servizio dentro al padiglione dell’Unione Europea. Da maggio a ottobre il sito espositivo e l’intera città di Milano diventerà, di fatto, il centro dell’attività di decine di migliaia di volontari che trasformeranno Expo2015 in un appuntamento ad alta carica sociale.
Caritas, Fondazione PIME, Save The Children Italia, Avis, Agesci, Touring Club Italia, Servizio Civile Nazionale, Volontari per un giorno, studenti del Comune di Rho, Fondazione Triulza e le realtà a esse collegate, queste sono alcune delle realtà nazionali e territoriali che animeranno i sei mesi dell’Esposizione portando nel cuore di uno degli eventi più attesi uno spirito inedito, quello della società civile.
Perché tutti i volontari hanno detto sì non di certo alla finalità commerciale della S.p.A., peraltro partecipata solo da istituzioni pubbliche, ma saranno a esclusiva disposizione dei milioni di visitatori che, assieme alle tematiche in gioco e alle istituzioni pubbliche aderenti, rappresentano l’unico e vero bene comune che i nostri volontari serviranno.
Che poi questo significhi, indirettamente, favorire la buona riuscita di un evento dove pubblico e privato si incontrano in maniera virtuosa, è un fatto che non può screditare l’impegno, liberamente scelto, di migliaia di giovani e meno giovani che hanno fornito in piena coscienza il proprio supporto ad altri cittadini.
Inoltre Expo, senza volontari, funzionerebbe tecnicamente lo stesso, anche se siamo sicuri sarebbe ben più povero come appuntamento. Non necessari alla macchina organizzativa, insomma, ma vitali per la qualità dell’esperienza e per il tipo di Esposizione: per la prima volta nella storia delle esposizioni universali la presenza massiccia e congiunta di rappresentanti della società civile e dei volontari determinerà, infatti, un’esperienza unica, ancora più ricca, profonda e che soprattutto continuerà dopo questi mesi, nella quotidianità operativa del terzo settore, non solo metropolitano…