Con un primato eticamente discutibile, un gruppo di ricercatori cinesi ha modificato degli embrioni umani ottenuti da una clinica di fecondazione in vitro ricorrendo all’editing del genoma. I 16 membri del team scientifico, con sede all’Università di Sun Yat-Sen a Guangzhou, in Cina, si sono cimentati in questa impresa per verificare se fosse possibile correggere il difetto genetico responsabile della beta-talassemia, una malattia del sangue, modificando il Dna degli ovuli fecondati.
Il rapporto dimostra che il metodo non è ancora accurato, confermando i dubbi sulla praticabilità di un intervento di “gene editing” sugli embrioni umani
Il rapporto del team dimostra che il metodo non è ancora abbastanza accurato, confermando i dubbi scientifici sulla praticabilità di un intervento di “gene editing” sugli embrioni umani, e sulla possibilità che persone geneticamente modificate possano presto venire al mondo. Il rapporto è apparso il 18 aprile in un giornale scientifico di basso profilo di nome Protein&Cell. Gli autori, guidati da Junjiu Huang, sostengono che vi sia un “urgente bisogno” di migliorare la precisione dell’editing del genoma prima che questo possa essere applicato clinicamente, ad esempio, per la “produzione” di bambini con geni riparati.
Il team non ha provato ad avviare una gravidanza e sostiene di aver effettuato i test esclusivamente su embrioni con anomalie, per questioni etiche. «Gli autori hanno fatto un ottimo lavoro nell’evidenziare le sfide da affrontare», dice Dieter Egli, un ricercatore della New York Stem Cell Foundation di Manhattan. «Hanno ammesso loro stessi che questo tipo di tecnologia non è pronto per alcuna applicazione».
Il rapporto era già stato fatto circolare fra i ricercatori e aveva scatenato diversi timori mettendo in evidenza quanto la scienza medica potrebbe essere prossima ad armeggiare con il patrimonio genetico umano.
Nel mese di marzo un gruppo del settore ha richiesto una moratoria completa su questi esperimenti, richiamando i rischi e la possibilità che apra un varco all’eugenetica
Nel mese di marzo un gruppo del settore (Sangamo, ndr) ha richiesto una moratoria completa su esperimenti quali quello descritto in Cina, richiamando i rischi e la possibilità che apra un varco all’eugenetica, ovvero alla modifica di tratti non clinici negli embrioni, quali la statura o l’intelligenza (vedi “Industry Body Calls for Gene-Editing Moratorium“). Altri scienziati hanno caldamente consigliato di discutere, negli incontri fra esperti, regolatori ed eticisti, se esistano usi accettabili di simili processi (vedi “Scientists Call for a Summit on Gene-Edited Babies“).
Il team cinese ha detto di aver modificato i geni di oltre 80 embrioni utilizzando una tecnica di nome Crispr-Cas9. Pur essendovi riusciti in alcuni casi, in altri la tecnologia non ha funzionato o ha introdotto mutazioni impreviste. Alcuni degli embrioni finivano per diventare dei “mosaici” fatti da geni riparati in alcune cellule ma non in altre.
Alcuni degli embrioni finivano per diventare dei “mosaici” fatti da geni riparati in alcune cellule ma non in altre
I genitori portatori di beta-talassemia potrebbero scegliere di sottoporre i propri embrioni alla fecondazione in vitro, selezionando quelli che non hanno ereditato la mutazione responsabile della malattia. Eppure, l’editing del genoma apre anche la possibilità di operare modifiche a livello “germinale” o riparare permanentemente il gene in un embrione, in un ovulo o nello sperma, in modo tale da influenzare non solo il nascituro ma anche le future generazioni.
(traduzione di Matteo Ovi)