Il direttore di Wired Massimo Russo è intervenuto a #culturama15 lo scorso 11 aprile a Roma. Il tema dell’incontro era “Dialogo sul giornalismo online”. Per Russo “non esiste giornalismo online: nel XXI secolo non esiste nessun altro giornalismo”. A supporto delle nuove tendenze digitali ha portato l’esempio di nowthisnews.com. Cliccate pure, non troverete altro che una frase: “Homepage. La parola stessa suona antica. Oggi le notizie sono dove sei tu”. Il sito rimanda direttamente ai social network, dove si trovano tutti i contenuti di Now This News.
Nel 2014 si è parlato e scritto della morte della homepage in seguito a una leak sui dati di traffico del New York Times. Dal 2011 al 2013, diceva il report interno, i visitatori in homepage del NYT sono scesi da 150 a 80 milioni su base mensile: circa la metà. Tuttavia, le pagine viste sono rimaste inalterate: il traffico si è spostato dalla homepage ai singoli contenuti, con gli utenti che arrivano al sito tramite vie diverse dal traffico diretto.
L’importanza dei social, si è detto. Dopo l’era del traffico di homepage e dell’ottimizzazione SEO per i motori di ricerca, il trend degli ultimi anni ha registrato una crescita costante del peso di Facebook, Twitter e degli altri social media. Ci sono però storie di successo che raccontano come stiano nascendo nuove forme di interazione sui social. Una delle più impattanti è quella di Reported.ly, una nuova forma di giornalismo che nasce e vive interamente all’interno dei social network.
Andy Carvin guida un team di sei reporter, tra cui l’italiana Marina Petrillo. L’obiettivo di Reported.ly è pubblicare, condividere, aggregare contenuti direttamente all’interno di Twitter e delle altre piattaforme social. Il nemico è il clickbait, l’idea di dover necessariamente uscire dai social per approfondire un contenuto di interesse. Quando una storia viene coperta con particolare attenzione, Reported.ly si avvale di Medium: i post contengono sempre tweet, materiale embeddato, aggregazione sociale. È un nuovo modo di intendere il giornalismo, che non solo rinnega l’homepage ma rinnega l’idea stessa di sito internet.
L’elaborazione di DataMediaHub sul traffico delle principali testate italiane mostra come la homepage sia ancora fondamentale per il traffico complessivo del sito. Diversi siti hanno tentato innovazioni grafiche negli ultimi mesi, anche con investimenti importanti e coraggiosi ma con risultati incerti. Forse il primo vero muro lo ha abbattuto il Guardian, cancellando le classiche tre colonne dalla propria homepage, per una user experience più fluida e adatta ai formati di oggi.
Allo stesso tempo, le nuove tendenze indicano un fatto: la homepage è oggi una delle decine di diverse declinazioni possibili di una testata. Pagine interne, social network, aggregatori, app: l’importante è diffondere il contenuto, l’importante è essere dove sono i lettori.
L’INFOGRAFICA
La homepage è morta e il sito internet non si sente molto bene | Create infographics