Alba Dorata alla sbarra in Grecia: «È un’organizzazione criminale»

Alba Dorata alla sbarra in Grecia: «È un’organizzazione criminale»

Oggi è ricominciato presso il carcere di Korydallos, sobborgo a sud-ovest di Atene, il processo a 69 membri di Alba Dorata, apertosi il 20 aprile scorso. Il partito di estrema destra di ispirazione neonazista è definito nei fascicoli dell’accusa «un’organizzazione criminale». Un sodalizio di manigoldi, insomma, «teso a compiere pestaggi brutali e omicidi dei suoi nemici ideologici e di immigrati stranieri», che tuttavia oggi rappresenta la terza forza politica del paese ed è rappresentata da ben 17 deputati al parlamento. Bel paradosso, che può essere spiegato soltanto con la particolarissima situazione venutasi a creare in Grecia per effetto della gestione della crisi negli anni della Troika.

Sul banco degli imputati, tra gli altri, ci sono 18 deputati eletti alle elezioni politiche del 2012, di cui 13 tuttora in carica. Su tutti, però, spiccano i nomi di Nikolaos Michaloliakos, leader indiscusso del partito, di Elias Kassidiaris, ex portavoce, e quello del deputato Christos Pappas, noto per aver definito Hitler un «precursore dell’Europa unita».

Secondo l’accusa, questa formazione politica, organizzata su base «piramidale» con entrature negli ambienti della polizia, sarebbe responsabile di alcuni omicidi politici avvenuti in questi anni nel paese, del ferimento di diverse persone con armi da taglio e da fuoco, di sistematiche aggressioni ad immigrati, omosessuali, militanti di sinistra e soggetti appartenenti a minoranze etnico-linguistiche.

Anche l’omicidio del 34enne rapper di sinistra Pavolos Fyssas, il 17 settembre 2013 – per il quale c’è un reo confesso – sarebbe direttamente riconducibile alle campagne di aggressione portate avanti da Alba Dorata contro nemici politici e altri soggetti finiti, per varie ragioni, nel suo mirino. Diverso, ovviamente, il giudizio degli imputati, che parlano apertamente di «complotto politico-giudiziario».

Nel caso di una condanna, Alba Dorata finirebbe per essere dichiarata illegale, con conseguenze difficili da immaginare

Sono stati in molti, in questi giorni, a parlare di «processo storico», dato che per la prima volta nella storia della Grecia democratica un partito politico rappresentato in parlamento finisce alla sbarra in quanto tale, col rischio per i suoi membri di essere condannati fino a 20 anni di carcere.

Certamente, nel caso di sentenza di condanna, questa formazione politica finirebbe per essere dichiarata illegale, con conseguenze che al momento sarebbero difficili da immaginare. Probabilmente più gravi sarebbero, tuttavia, gli effetti di un’assoluzione, che, c’è da giurarci, andrebbe a rafforzarne la posizione nel panorama politico e sociale del paese.

La vicenda di questo partito, in ogni caso, si intreccia con quella del governo guidato da Alexis Tsipras, di cui Alba Dorata annuncia a gran voce il prossimo fallimento. Chiaro il monito degli stessi uomini di Alba Dorata, a tal proposito: «Tra sei mesi il suo fallimento di governola farà scendere al 15 per cento, e tra due anni al 4. E sapete dove andranno quei voti? Andranno a noi di Alba Dorata».

Il rischio, al di là del dato giudiziario, pur importante, è che nel cuore dell’Europa, formazioni dichiaratamente eversive dell’ordine democratico, razziste, violente, potrebbero approfittare, con successo, del disagio di milioni di cittadini, riportando in auge pericoli che pensavamo di esserci lasciati definitivamente alle spalle una settantina di anni fa.

La Grecia segue con grande interesse lo svolgimento del processo. Il timore, manifestato anche dagli abitanti del quartiere in cui è ubicata la prigione che lo ospiterà e da alcune sigle sindacali, è che intorno ad esso possa crescere nuovamente un clima di tensione di violenza. La speranza è che il Paese possa chiudere presto i conti con una delle pagine più buie della sua storia.

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