Contro i diritti acquisiti

Contro i diritti acquisiti

Dopo la sentenza della Consulta che annulla il blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori ai 1400 euro, è scoppiato il caos. Il governo si trova di fronte alla spiacevole difficoltà di reperire i fondi per coprire il “buco” che si è venuto a creare. Da un lato si cerca un aggiustamento parziale, cercando di coprire le pensioni più basse con un decreto ad hoc. Non le si vuole coprire tutte per ragioni economiche e anche perché, dicono in molti, non è nemmeno richiesto dalla sentenza stessa. 

Il problema però è solo l’ultima manifestazione di uno sbilanciamento che, in un mare tempestoso come i conti pubblici, rischia di far ribaltare e affondare il Paese: lo squilibrio generazionale. L’Italia è divisa in due parti: una ricca, composta dai detentori dei diritti acquisiti, persone con la fortuna di ricevere molto più di quanto hanno dato. E una fatta di giovani che faticano a trovare lavoro, che non hanno garanzie e nemmeno protezioni sindacali. Il blocco delle rivalutazioni, per tornare al caso iniziale, è un caso esemplare: un sacrificio necessario che va a toccare un mondo finora intoccabile, spostare alcuni pesi e rifare alcune misure per cercare di rimettere in equilibrio la barca. Se questo non avviene, a lungo andare le cose peggioreranno. Gli squilibri aumenteranno, come la disoccupazione giovanile, e sarà a danno di tutti. A quel punto, quando le giovani generazioni saranno scese in piazza, le leggi e la politica potranno poco. Ancor meno le sentenze della Corte Costituzionale. 

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