L’Snp, il Partito Nazionale Scozzese, è tra le principali notizie delle elezioni britanniche. Ma la novità ha anche il volto di Mhairi Black. A 20 anni, la ragazza, con una laurea in Politics ancora da terminare, ha sconfitto l’avversario Labour Douglas Alexander, conquistando il seggio scozzese di Paisley and Renfrewshire South con circa il 51% dei voti. E diventando la parlamentare più giovane di sempre. O quasi: è la più giovane dal 1667 (quando il tredicenne Christopher Monckton entrò a Westminster).
È Black a raccontare meglio di altri lo strano risveglio del Regno Unito dopo la nottata elettorale, quando le homepage dei giornali hanno gridato l’inaspettata ampia maggioranza ottenuta dal Partito Conservatore britannico (fino all’altro ieri impegnato in un testa a testa con l’avversario di sinistra), e riportato voci di dimissioni di Ed Miliband, il leader sconfitto del partito laburista. Ma anche l’incredibile ascesa dei seggi conquistati dal Partito Nazionale Scozzese. Cinquantasei seggi su 59 disponibili. Cinquanta in più rispetto alle elezioni del 2010. Seggi sottratti al Labour Party, che in Scozia ha da sempre la sua roccaforte. È qui che la studentessa Mhairi Black sconfigge Douglas Alexander, non proprio il primo arrivato, visto che è stato, tra le altre cose, ministro per l’e-commerce e la competitività con Tony Blair, Segretario di stato allo sviluppo internazionale con Gordon Brown e poi ministro degli Esteri ombra.
«Le persone si sono accorte che il Labour Party non è stato al loro servizio»
Nel discorso della vittoria, Black non ha promesso solo di portare avanti le istanze scozzesi. Ha promesso di porre fine a quell’austerity che sta colpendo tutto il Paese, da Nord a Sud. «Le persone si sono accorte che Westminster non è stata al loro servizio, e che nemmeno il Labour Party lo ha fatto», ha detto lei dopo la vittoria.
Eccola la novità dell’Snp. Alla retorica dell’indipendenza, Nicola Sturgeon, primo ministro di Scozia e nuova, grintosa leader del Partito Scozzese, ha accostato sempre la battaglia contro i tagli alla spesa pubblica, sfruttando i confronti televisivi per contrastare Cameron, marcare la differenza con il Labour e porsi più a sinistra di Ed Miliband.
«Quello della Scozia è un voto di protesta, anti-establishment», commenta il Professor Roger Mortimore, docente di Opinione pubblica e analisi politica all’Istituto di Storia britannica contemporanea del King’s College di Londra. «È un voto saldo e concreto. La Scozia dice che l’attuale sistema non gli piace e che non considera più il Labour Party capace di contrastare i Conservatori». La proposta di indire un nuovo referendum per l’indipendenza resta sullo sfondo. «È cosa secondaria».
«Porremo fine all’austerity-agenda dell’establishment di Westminster», dice Mhairi Black
Creazione di nuovo lavoro, difesa del Servizio sanitario nazionale (NHS), ed edilizia popolare. Questi temi, affrontati da tutti da tutti i candidati, sono stati battuti con decisione dalla Sturgeon. «Proteggeremo i fondi pubblici destinati all’NHS nei prossimi anni, aggiungendo 826 milioni di sterline al budget destinato alla Sanità», ha proposto l’Snp. E ancora: «Costruiremo 30.000 nuove case durante l’intera durata del prossimo Parlamento», perché «siamo consapevoli che l’investimento in abitazioni più convenienti creerà una comunità più forte e stabile».
«Offriremo un cambiamento sincero», dice Mhairi Black dopo la vittoria. «Porremo fine all’austerity-agenda dell’establishment di Westminster. Ne abbiamo sofferto per gli ultimi cinque anni». E in una Gran Bretagna che si scopre ogni giorno più povera di servizi e potere di acquisto (nonostante le previsioni di crescita per il 2015 al 2,6%), queste promesse hanno fatto la differenza.
«Questa è stata una notte molto dura per il Labour», ha commentato lo sconfitto Alexander Douglas. «La Scozia ha deciso di opporsi al governo conservatore, ma non ha posto fiducia nel Labour Party», ha continuato.
Secondo il professor Mortimore, è da tempo che il Labour Party perde terreno in Scozia. «Si è visto anche nelle elezioni europee dello scorso anno. Nicola Sturgeon è sicuramente un leader carismatico. Ma il Partito Nazionale scozzese era già forte prima che lei arrivasse. Nel 2011 per la prima volta l’Snp ha ottenuto la maggioranza dei seggi al Parlamento scozzese. Nessuno si aspettava che sarebbe mai successo».
Mortimore: «Il futuro in UK è del tutto imprevedibile»
Prevedere quel che accadrà, è ancora impossibile. «Qui, chiude Mortimore, tutti ci aspettavamo elezioni senza un unico vincitore. E lo stesso SNP, in ascesa, si preparava a giocare un ruolo chiave nella formazione del prossimo governo. Ma Cameron ha vinto. E ora tutto è imprevedibile».
Quel che pare certo, però, è che dalle elezioni escono due vincitori: il Partito Nazionale Scozzese e David Cameron. Anti-austerity e secessionisti, ma desiderosi di restare in Unione Europea i primi. Pro-austerity, nazionalisti, ma a favore di un referendum sull’uscita dall’Ue i secondi. Il futuro, nella razionale e “programmatrice” Gran Bretagna, è quantomai complicato.