L’Europa sarà vecchia, ma non immobile. A guardare la mappa della BBSR, istituto federale di ricerca tedesco che studia gli edifici e lo sviluppo urbano e dello spazio, tra il 2001 e il 2011 ci sono stati diversi cambiamenti. Lo studio comprende la popolazione di ogni municipalità europea, e i dati sono i più aggiornati possibile (il 2011 è il più recente – per tutti i Paesi).
La mappa è questa:
Nonostante sia molto dettagliata, risulta comunque facile da leggere. Le parti in blu indicano che si è verificata una diminuzione della popolazione, mentre quelle in rosso segnalano un aumento. Il grigio indica una sostanziale stabilità. Si può anche andare più nel dettaglio, e dire che il blu più profondo indica una diminuzione annua media del 2%, o anche di più. Il blu più chiaro, invece, una diminuzione dell’1%. Lo stesso vale, ma al contrario, per il rosso.
Cosa si può concludere, allora? I Paesi dell’ex Unione Sovietica e il sud dei Balcani si sono svuotati: i suoi abitanti si sono riversati nella più ricca Europa occidentale in cerca di lavoro. Lo stesso fenomeno vale per l’ex Germania est e anche per la Spagna, che oltre al calo delle nascite ha vissuto, negli ultimi dieci anni, la crisi peggiore dopo la dittatura. L’Italia arrossisce al centro-nord e diventa blu al Sud, confermando il trend dell’emigrazione interna che va avanti da circa un secolo, mentre la Francia delle coste diventa più abitata. Sono gli europei del nord, che vanno a svernare – e concludere la vecchiaia – al caldo del Mediterraneo.