(Parigi) Un vecchio adagio ammonisce: “Gli assenti hanno sempre torto”. Ma forse in politica non vale. Perché gli elettori dimenticano in fretta l’excursus di un politico se in cambio promette d’incarnare una nuova speranza. E perché in politica è sempre possibile rigenerarsi come in un magico calderone. Nel caso della carriera politica di Christine Lagarde, 59 anni, direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) dal 2011, l’assenza dalla scena politica francese da ben quattro anni potrebbe non solo non essere un ostacolo, ma addirittura costituire un vantaggio in vista della elezioni presidenziali francesi del 2017. Il ruolo che ricopre in seno al Fmi l’ha resa di fatto in questi anni una delle donne più potenti al mondo. Del resto se Dominique Strauss-Kahn, ex direttore generale del Fmi, non fosse inciampato su Nafissatou Diallo al Sofitel di New York, il posto che ora è di François Hollande sarebbe stato quasi certamente il suo. Ora Lagarde può virtualmente effettuare lo stesso cammino ascensionale verso la presidenza di DSK a meno di non inciampare in qualcosa di molto grosso (la Grexit per esempio o gli strascichi dell’affaire Tapie, in cui è implicata assieme a Sarkozy).
La sua ascesa in politica è stata certo offuscata negli ultimi mesi dal ritorno in sella di Nicolas Sarkozy ma le quotazioni presidenziali, ad un anno dalla scadenza del mandato presso l’Fmi (2016), sono in netto rialzo soprattutto in seno all’opinione pubblica francese. Che vorrebbe voltare pagina e vedere per la prima volta una donna ricoprire il ruolo che fu di Valéry Giscard d’Estaing o Jacques Chirac. I sondaggi le sorridono, lo stile Lagarde in patria piace malgrado dichiarazioni che hanno fatto infuriare non poco i politici greci. In questi giorni però coloro che vorrebbero vederla all’Eliseo sono rimasti delusi dalle sue ultime dichiarazioni: in un’intervista al magazine Challenges ha detto di voler ricandidarsi per un nuovo mandato nell’Fmi. Una maniera per mettere le mani avanti? Tutto ciò dipenderà beninteso dall’esito del braccio di ferro tra l’Fmi e la Grecia e dall’allontanamento dello spettro del Grexit. Ma chi è Christine Lagarde?
Nel 2013 il magazine Time la indica come la persona giusta per “salvare l’Europa” mentre nel 2014 il magazine Forbes la inserisce nella lista delle cinque donne più potenti al mondo. Chi meglio di lei per succedere a François Hollande nel 2017?
Specialista dell’economia, una carriera folgorante fatta di primati
Nata cinquantanove anni fa nel IX arrondissement di Parigi, Christine Lagarde si laurea in legge presso l’Università di Parigi-Nanterre e continua i suoi studi presso la facoltà di Scienze Politiche d’Aix-en-Provence. Poi vola negli Usa ed inizia una brillante carriera presso lo studio d’avvocati d’affari di Chicago Baker & McKenzie, uno dei più prestigiosi al mondo. Nel 1999, a soli 43 anni, diventa la prima donna presidente del comitato esecutivo mondiale di Baker & McKenzie. Da lì in poi una serie di primati. Nel 2007 diventa la prima donna a ricoprire la carica di ministro dell’economia (per la Francia) in un paese del G8.
Sarà al vertice del dicastero fino al 2011. Poi lo scandalo al Sofitel di New York in cui è trascinato Dominique Strauss-Kahn la proietta nella stratosfera del Fondo Monetario Internazionale e anche qui diventa la prima direttrice donna (il suo mandato scade nel 2016). Nel 2013 il magazine Time la indica come la persona giusta per «salvare l’Europa» mentre nel 2014 il magazine Forbes la inserisce nella lista delle cinque donne più potenti al mondo. Chi meglio di lei per succedere a François Hollande nel 2017?
MESSAGGIO PROMOZIONALE
La corsa all’Eliseo: smentite e sondaggi favorevoli
Va detto che la direttrice Fondo Monetario ha sempre smentito di volersi candidare alla presidenza francese. Nel Febbraio scorso, sul divano di Adriana Huffington che la interrogava su tale possibilità, aveva laconicamente risposto: «Not a chance». Ma da allora molto è cambiato. In patria Christine Lagarde resta popolare. Basti pensare ai vari sondaggi che la danno in testa alle preferenze dei cittadini francesi. Il sondaggio Ifop per Jdd (Journal du Dimanche), nel marzo scorso, la vedeva in testa (43%) al trio di donne preferite dai francesi, davanti a Martine Aubry (35 %) e Ségolène Royal (30 %). Ma negli ultimi tempi hanno perso un po’ di terreno. In un momento storico in cui i tre principali nomi in lizza per una candidatura all’Eliseo (François Hollande, Nicolas Sarkozy e Marine Le Pen) continuano a scendere nei sondaggi (Hollande addirittura ha il 77% di quotazioni sfavorevoli) le quotazioni di Christine Lagarde continuano a salire.
Questo è dovuto in parte dall’appeal che genera la figura di una specialista dell’economia donna ora sul tetto del mondo. Ma in parte è dovuto al fatto che l’opinione pubblica francese è ormai matura per vedere finalmente una donna diventare presidente della Repubblica in Francia. Un sondaggio Ifop per la rivista Femme Actuelle e per la radio RTL dell’Aprile scorso lo aveva certificato: il 95% dei francesi è favorevole ad un presidente donna. Una distanza siderale rispetto al giorno in cui le donne avevano potuto votare per la prima volta in Francia. Era il lontano 29 Aprile 1945 e si votava il primo turno delle elezioni municipali. A quell’epoca meno di un francese su cinque avrebbe visto con favore una donna all’Eliseo.
Un sondaggio Ifop per la rivista Femme Actuelle e per la radio RTL dell’Aprile scorso lo aveva certificato: il 95% dei francesi è favorevole ad un presidente donna
Secondo mandato FMI, Grecia ed i 40 miliardi della Francia
Mentre su di lei piovono forti critiche dalla Grecia (Tsipras parla senza mezzi termini di «responsabilità criminale del Fmi» per i negoziati falliti) la Lagarde ha annunciato in un’intervista al magazine Challenges di voler ricandidarsi alla testa del Fondo. Nel momento in cui appare come il poliziotto cattivo contro una Grecia già asfissiata finanziariamente, le sue quotazioni sono in rialzo. Evidentemente la sua durezza nella trattativa con Atene sta guadagnando molti consensi, soprattutto tra coloro che vogliono recuperare tutto quello che la Grecia deve restituire ai suoi creditori. Certo, ha ricordato Lagarde, tutto dipenderà dalla volontà dei membri del FMI ma soprattutto dall’esito delle trattative serrate. Il Fondo Monetario Internazionale, che ha contribuito ai piani di salvataggio della Grecia, sta negoziando assieme alla Bce e alla Commissione Europea un programma tale che possa permettere ad Atene di accedere ai 7 miliardi di euro di aiuti.
Senza questi aiuti la Grecia difficilmente potrà rimborsare, entro il 30 Giugno prossimo, gli 1,5 miliardi di euro che deve al Fmi. Se le quotazioni della Lagarde salgono in patria, ed in seno al cuore delle istituzioni europee, è dunque anche perché ci sono paesi particolarmente esposti. Uno di questi, neanche a dirlo, è proprio la Francia. Seconda economia della zona euro, la Francia ha sborsato 11,38 miliardi di euro sui quasi 53 forniti dai paesi europei sotto forma di prestiti bilaterali. Questi soldi però, ha ricordato Éric Dor, direttore all’IESEG School of Management, sono stati a loro volta presi in prestito dalla Francia sui mercati. A questa somma va aggiunta la parte francese relativa al secondo piano di aiuti alla Grecia destinato alla ristrutturazione del debito detenuto dagli investitori privati e a ricapitalizzare le banche greche in difficoltà. Un contributo che ammonta a 31 miliardi di euro. Ci sono un bel po’ di ragioni che spiegano il comportamento (e l’ascesa) di Christine Lagarde.