Persino gli stessi dipendenti dell’Enit, l’Ente nazionale del turismo italiano, lo scorso maggio avevano chiesto in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi di affrettare la rottamazione dell’ente e di essere accorpati all’Ice, l’Istituto per il commercio. Le parole precise erano state: «Si auspica un Suo urgente intervento in tal senso, affinché si ponga fine a questa laconica agonia dell’Agenzia che, nonostante l’impegno profuso quotidianamente da tutti i dipendenti, sta compromettendo l’immagine turistica del Paese nei confronti della stampa estera e degli operatori internazionali». Ma il 23 giugno, da Torino, Renzi ha fatto sapere che il carrozzone che dovrebbe promuovere il turismo italiano – attualmente commissariato – non sarà soppresso. Anzi, a guidarlo sarà nominata Evelina Christillin, già presidente della Fondazione Museo Egizio e del Teatro Stabile di Torino.
Da Dubai a San Paolo, 23 sedi sparse nel mondo, un intero cda indagato insieme al direttore generale Andrea Babbi, dimessosi con due mesi di anticipo
Un nome forte, di quelli che collezionano poltrone, dalla presidenza del Comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 al cda del gruppo Carige. E soprattutto amica degli Agnelli. Figlia di Emilio, scomparso nel 2007, presidente dell’Aci Torino nonché collega all’università dell’Avvocato. A lei, che è anche moglie di Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali, il governo affida il difficile rilancio di un ente che da anni macina scandali e sprechi (come quello di Promuovitalia, controllata da Enit, finita in liquidazione per gli enormi buchi in bilancio). Con 23 sedi sparse nel mondo, da Dubai a San Paolo, un intero consiglio di amministrazione indagato e un direttore generale, Andrea Babbi, anche lui indagato per presunti illeciti sulla sua nomina, che si è dimesso con due mesi di anticipo.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Renzi aveva annunciato la rottamazione dell’Enit a giugno 2014. E poco dopo era arrivata la nomina di Cristiano Luigi Raffaele Radaelli a commissario straordinario, con il compito di trasformarlo da ente pubblico non economico a ente pubblico economico. Un cambiamento di non poco conto: nel primo caso si tratta di un vero e proprio ente pubblico, nel secondo parliamo di enti al di fuori della pubblica amministrazione, con contratti di lavoro di tipo privato. Da qui spiegata la richiesta dei lavoratori per un accorpamento con l’Ice. Ipotesi che lo stesso ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, da cui l’Enit dipende, in un primo tempo aveva appoggiato. Nel nuovo Enit, invece, i dipendenti che verranno selezionati tra i circa 190 attuali avranno un normale contratto del turismo di tipo privato. Chi non accetta verrà messo in mobilità.
«Si auspica un Suo urgente intervento affinché si ponga fine a questa laconica agonia dell’Agenzia che, nonostante l’impegno profuso da tutti i dipendenti, sta compromettendo l’immagine turistica del Paese nei confronti della stampa estera e degli operatori internazionali»
Fino alle dimissioni di Andra Babbi di metà giugno, le deleghe principali sono rimaste in mano all’ex direttore generale. Quindi la rottamazione è andata a rilento e ci è voluto un anno per tirare fuori dal cilindro il nome del nuovo presidente. Radaelli, intanto, come da programma, ha riscritto lo statuto dell’Enit come ente pubblico economico. Lo statuto, approvato dalla Corte dei Conti solo a maggio in terza lettura, ha tagliato di fatto la figura del direttore generale. Per questo motivo a metà giugno sono arrivate le dimissioni di Babbi, che al momento risulta indagato a Roma insieme ad altri 17, tra cui l’ex presidente dell’Agenzia nazionale del turismo Pier Luigi Celli.
Nelle prime stesure dello statuto, la Corte dei conti non aveva approvato il ricorso a società di revisione e due diligence contabili per «assicurare la corretta rappresentazione della situazione giuridica, patrimoniale, economica e finanziaria di Enit», oltre che la nomina di tre subcommissari richiesti dal commissario straordinario «al fine di garantire una migliore gestione del periodo di trasformazione». Tradotto: fare maggiore chiarezza sui conti dell’ente. Ma il documento finale, dopo mesi di andirivieni (la prima stesura dello statuto è di novembre 2014), è stato vagliato dalla magistratura contabile eliminando i punti contestati.
L’Enit risucchia 20 milioni di euro dalle casse pubbliche, più della metà finisce nelle spese per il personale. Circa 5 milioni servono invece per le attività di promozione
Così, tra una stesura e l’altra del nuovo statuto, la nomina del nuovo presidente è arrivata solo un anno dopo l’annuncio della rottamazione renziana, mentre l’ente vivacchiava in una “laconica agonia” nel bel mezzo di Expo 2015. In lizza per la presidenza c’erano anche Antonio Preiti, ex direttore dell’agenzia del turismo di Firenze, e Fabio Lazzerini, capo italiano di Emirates. Evelina Christillin sarà affiancata nel consiglio d’amministrazione da un rappresentante delle regioni nominato dalla Conferenza delle regioni e da un rappresentante degli imprenditori del settore turistico indicato invece da Franceschini. Ora tutto dipenderà dalla nuova presidentessa. Che dovrà cancellare le ombre della precedente gestione e gestire una macchina che risucchia circa 20 milioni di euro dalle casse pubbliche, comprese quelle di Regioni e Comuni (qui il bilancio 2013), di cui più della metà finiscono nelle spese per il personale, inclusi due milioni di indennità per i servizi prestati all’estero, e altri 5 milioni in attività di promozione del Paese tra fiere e congressi di dubbia utilità. Visto che l’Italia, in base agli ultimi dati del World Tourism Barometer, si posiziona solo al quinto posto al mondo per gli arrivi di turisti e al sesto per gli introiti dopo Stati Uniti, Spagna, Cina, Francia e Macao.