Macchine anni cinquanta, atmosfera intrigante e una pellicola romantica: così ci si immagina quei famosi drive in americani che accompagnavano l’estate dei giovani. Il successo era assicurato: agli imprenditori costava poco costruirli e agli spettatori costava poco entrarci. Ebbero un successo duraturo (circa due decenni) e ora ne sono rimasti solo 400 negli Stati uniti e 100 nel resto del mondo (fra cui il Metro Drive in di Roma).
I tempi sono cambiati, e al loro posto, oggi, vanno molto i cinema all’aperto nelle città, con rassegne cinematografiche di prima qualità in location interessanti.
A Milano, per esempio, c’è l’AriAnteo che, in collaborazione con il Comune di Milano, organizza proiezioni all’aperto da più di vent’anni. «È diventata ormai una tradizione milanese, se quest’anno non l’avessimo riproposta sicuramente avremmo ricevuto molte critiche e proteste. Abbiamo sempre un pubblico di appassionati che va dai più giovani a più anziani», spiega l’Assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno.
Le rassegne propongono film già usciti nella stagione precedente e anteprime esclusive. Sono un’occasione per chi ha perso la visione di un film o che lo vuole rivedere. I prezzi non sono eccessivi (un biglietto intero costa circa sette euro), con la possibilità di mangiare e bere qualcosa prima dello spettacolo.
Le proiezioni, in vari angoli della città, lasciano anche spazio a esperimenti. Ad esempio, l’utilizzo di cuffie wireless (lo fanno al Chiostro dell’Incoronata, in corso Garibaldi, pieno centro di Milano) durante la visione del film. Si potrà vedere così The Imitation Game di Morten Tyldumper, Se Dio vuole di Edoardo Flacone e Il sale della terra di Wim Wenders.
Il cinema all’aperto? Piace. L’avvio del 2015 sembra essere positivo: i primi sei giorni hanno segnato il risultato migliore degli ultimi venti anni, con 4,8 milioni di presenze in sala
Per piacere, il cinema d’estate piace. Dai più giovani ai più anziani, è un punto di incontro e di scambio. «Un elemento di aggregazione sociale, nonché un piacere nel condividere il cinema insieme». E come mai, allora, gli stessi film che, durante l’anno, faticano a funzionare nelle sale, vanno meglio all’aperto? Il tempo a disposizione durante la pausa estiva e la crisi giocano un ruolo fondamentale: ci sono più persone che trascorrono le vacanze in città e che quindi vedono in queste iniziative un’opportunità di intrattenimento. E poi, maggiore è il tempo libero e maggiore è l’affluenza.
Quello che è sicuro è che progetti di questo tipo aiutano il cinema che, secondo i dati Cinetel, ha visto un calo del 6% dei biglietti venduti nel 2014 rispetto al 2013. L’avvio del 2015 però sembra essere positivo: i primi sei giorni hanno segnato il risultato migliore degli ultimi venti anni, con 4,8 milioni di presenze in sala. «Non si può certo sostenere che vada tutto bene», commenta Francesca Cima, presidente della Sezione Produttori Anica, «Ma la crescita degli spettatori italiani di cinema europeo fa emergere una richiesta del pubblico di diversificazione del prodotto che dobbiamo assolutamente cogliere: deve essere l’obiettivo per tutti i periodi dell’anno, in primis l’estate, durante la quale i film italiani scarseggiano per poi accavallarsi in pochi mesi dell’anno, come è successo lo scorso autunno».
Lo streaming e in generale la pirateria hanno inevitabilmente influito nella diminuzione dell’affluenza nei cinema, che vedono per la maggior parte un pubblico piuttosto anziano. Questo però non indica un disinteresse da parte dei giovani. Secondo l’indagine «Oltre la pirateria», promossa da Anec, Anica, Fapav e Univideo e realizzata da Libera, nove ragazzi su dieci amano andare al cinema: non solo apprezzano la qualità della visione e la possibilità di vedere film in anteprima, ma ritengono anche che sia un’occasione di arricchimento culturale.
Tuttavia dall’indagine emerge anche che non tutti i ragazzi riescono ad andare al cinema frequentemente a causa dei prezzi eccessivi e della lontananza delle sale cinematografiche da casa: utilizzano perciò altri mezzi, più flessibili. Interessante è capire come mai manca una percezione della gravità del reato di pirateria, che sempre secondo questo studio, è una conseguenza alla loro consapevolezza della situazione di corruzione e illegalità nel Paese: «Molti reati restano impuniti, quindi la fruizione di film – per quanto illegale – appare ai ragazzi ininfluente, marginale o addirittura giusta in una fase di crisi economica come quella che stiamo vivendo», scrive Anica sul proprio sito.
Secondo l’indagine «Oltre la pirateria», nove ragazzi su dieci amano andare al cinema: non solo apprezzano la qualità della visione e la possibilità di vedere film in anteprima, ma ritengono anche che sia un’occasione di arricchimento culturale
Rispetto poi alle produzioni statunitensi, quelle europee sono piuttosto isolate, non vengono distribuite oltre i confini nazionali. Per rendere internazionale il cinema europeo, come suggerisce l’Ue in uno dei suoi 41 punti nella proposta sul cinema europeo nell’era digitale, uno dei suggerimenti è la promozione di eventi e di festival cinematografici e, allo stesso tempo, non bisogna tralasciare le offerte promozionali per agevolare i costi dei biglietti.
*Stagista del Liceo Classico Parini di Milano