Due regioni isolate. Con l’estate alle porte, Calabria e Sicilia sono ancora tagliate fuori dal sistema autostradale italiano. Dopo il crollo del Viadotto “Italia” della Salerno-Reggio Calabria, che ha provocato la morte dell’operaio 25enne Adrian Miholca, da tre mesi l’autostrada è chiusa per dieci chilometri tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno. Il tratto è sotto sequestro da parte della procura di Castrovillari, che sta indagando sulla morte del giovane operaio romeno che il 2 marzo scorso è precipitato da un’altezza di 80 metri.
Le auto che viaggiano in direzione Reggio Calabria sono dirottate lungo la strada costiera tirrenica, sempre più affollata con l’arrivo del caldo. Chi si muove verso Salerno viene deviato invece tra le strette strade di montagna del massiccio del Pollino, tra case, scuole e campanili. E le auto spesso sono costrette a fare marcia indietro per permettere ad autobus e pullman di passare (qui l’elenco dei percorsi alternativi). Entrare e uscire dalla Calabria è un’odissea. Ma il peggio deve ancora arrivare, e con molta probabilità coinciderà con l’arrivo dell’estate.
Il video del percorso tra le strade di montagna in direzione Salerno
Già nelle vacanze pasquali, in Calabria si è registrata la prima contrazione delle prenotazioni turistiche. E secondo la Federturismo regionale, per la stagione estiva si registra già un meno 20 per cento. «Molti imprenditori saranno costretti a ridurre il personale, a non fare contratti stagionali, siamo di fronte a drammi umani veri e propri», ha detto il presidente di Federturismo Calabria Giuseppe Nucera. A risentirne potrebbe anche essere l’agricoltura calabrese: con il viaggio su gomma più lungo e complicato, i costi dei prodotti sono destinati crescere. Tanto che il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, starebbe pensando a un risarcimento da parte dell’Anas per i danni prodotti all’economia calabrese.
Il 3 giugno la giunta regionale calabrese ha anche chiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri di indire lo stato di emergenza e di istituire una Commissione ministeriale ispettiva per verificare «le cause dell’evento e quantificarne gli enormi danni alle attività economiche calabresi». Il governatore ha incontrato a Roma il ministo dei Trasporti Graziano Delrio che starebbe studiando soluzioni alternative di trasporto via mare delle merci dai porti di Salerno e Napoli verso i porti di Gioia Tauro e Messina. Tradotto: si stanno pensando soluzioni per “saltare” la Calabria. L’Anas intanto ha presentato alla procura di Castrovillari un piano per il rinforzo dei piloni del viadotto per accelerare la riapertura del tratto. Ma ancora non si sa se e quando avverrà.
Nei tre mesi dalla chiusura del tratto autostradale, intanto, Gianni Armani ha preso il posto di Pietro Ciucci alla presidenza dell’Anas. Il cantiere sotto sequestro, prima diretto da Stefano Perotti, dopo l’arresto dell’ingegnere coinvolto nell’indagine “Sistema” è passato sotto una nuova direzione dei lavori. E Matteo Renzi, come molti dei politici che lo avevano preceduto, a metà maggio ha fatto pure la sua previsione sulla fine dei lavori della Salerno Reggio Calabria: «Al massimo il prossimo anno chiudiamo i lavori». Prima di lui, Pietro Ciucci, Corrado Passera e Silvio Berlusconi avevano indicato il 2013 come data di fine lavori. E c’era chi, come il sottosegretario alle Infrastrutture Tommaso Casillo aveva assicurato addirittura che i lavori sarebbero finiti entro il 2011. Ma l’“eterna incompiuta” è ancora lì, con il suo formicaio di cantieri, pettorine arancioni, deviazioni. E un viadotto, il più alto d’Italia, chiuso alla circolazione perché a rischio crollo. Senza contare che mancano all’appello ancora 2,3 miliardi di euro per completare 42 chilometri di autostrada e nuovi svincoli.