Case vacanza e bed and breakfast, rigorosamente online. La vecchia vacanza in hotel prenotata tramite l’agenzia di viaggi appartiene ormai alla preistoria delle estati italiane. La filiera cliente-agenzia-tour operator-albergo si è dissolta ormai da tempo. Con Internet e la crisi, l’industria turistica si è spalmata su un mare di piattaforme, siti, forum che offrono infinite soluzioni vacanza. Secondo un sondaggio condotto dall’Unione nazionale consumatori (Unc), in collaborazione con Airbnb, il 75% degli intervistati ha prenotato una vacanza online ed è rimasto soddisfatto. L’11% dice di non averlo mai fatto, ma vorrebbe provare. Questa percentuale si riduce al 4% se si considerano solo i consumatori sotto i 35 anni. Intanto, il volume d’affari delle agenzie di viaggi cala di anno in anno a un ritmo del 5-10 per cento.
Ma non cambia solo il modo di prenotare le vacanze. Cambia anche il modo di farle. Il 34% degli intervistati dall’Unione nazionale consumatori preferisce un appartamento o una casa privata, il 30% un bed and breakfast o un ostello. Il caro (in tutti i sensi) vecchio hotel si colloca solo al terzo posto con il 24 per cento. Il residence è fanalino di coda con il 4 per cento. «Il lusso», commenta Matteo Stifanelli, country manager Italia di Airbnb, «oggi non è la suite presidenziale ma uno spazio dove cucinare ogni tanto. Appartamenti e bed and breakfast rispondono a queste esigenze».
Sono soprattutto i più giovani a scegliere soluzioni diverse dall’albergo: il 35% degli under 35 preferisce fare le vacanze in un bed and breakfast, contro il 26% degli over 35. In Italia 150mila spazi sono stati messi a disposizione solo su Airbnb e 2,7 milioni di persone li hanno già usati, facendo del nostro Paese il terzo mercato al mondo per la multinazionale americana. «Sono numeri che ci dicono che se l’albergo non innova, rischia di rimanere al palo», spiega Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori. «Con la crisi si è fatta più forte l’esigenza di trovare soluzioni alternative con formule nuove che invitano al viaggio nuove categorie di consumatori e consentono di viaggiare anche a chi, altrimenti, rinuncerebbe a spostarsi».
Il viaggiatore online italiano si muove con agilità tra siti e piattaforme. Ma ci sono ancora molte preoccupazioni che lo affliggono sulla prenotazione della vacanza sul Web. Per prima cosa si ha paura che la sistemazione prenotata non sia quella pubblicizzata (78%). Si teme anche per i dati della carta di credito (39%) e per la qualità dell’assistenza (32%). Il 13% ha paura di essere truffato. Non a caso, 69 consumatori su cento nella scelta del sito mettono al primo posto l’affidabilità dei pagamenti, più della metà (57%) chiede informazioni chiare e trasparenti e solo nel 17% dei casi si guarda alla convenienza.
«I truffatori professionisti si trovano ovunque, anche su Airbnb», dice Dona. «Molti consumatori ci segnalano di persone che chiedono scorciatoie nei pagamenti fuori dai canali delle piattaforme più accreditate con la scusa di risparmiare. Ed è in questi casi che si rischia». Il metodo di pagamento ritenuto più sicuro dal viaggiatore online è la carta ricaricabile o prepagata (40%), seguito da PayPal (25%), ma ancora il 18% preferisce il pagamento in contanti all’arrivo e l’8% il bonifico bancario. «I consumatori ritengono il bonifico uno strumento sicuro, ma la tracciabilità del conto non è indice di sicurezza», dice Dona.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Quello di cui il viaggiatore online si fida, però, sono le recensioni degli altri utenti. Più della metà sceglie di prenotare su un sito in base alla qualità e all’affidabilità delle recensioni. Il 77% dice di fidarsi abbastanza del feedback degli altri utenti, il 7% molto, il 12% poco, il 4% per niente. Ma anche le recensioni vanno valutate e filtrate. A fine 2014, dopo una segnalazione dell’Unc, l’Antitrust ha multato ad esempio Tripadvisor per la non veridicità di alcune recensioni. Alberghi spacciati come ideali per famiglie che si trovavano invece in vie rumorose, bed and breakfast recensiti come vicini al centro che invece erano lontani chilometri.
Recensioni a parte, il viaggiatore online preferisce però avere un contatto diretto con il proprietario quando prenota una casa vacanze privata. Il 58% ritiene abbastanza importante conoscere chi lo ospita perché si sente più sicuro, il 30% lo ritiene molto importante perché vuole contattare la struttura prima di prenotare. «Nessuno vuole conoscere il direttore dell’albergo quando prenota», dice Dona. «Questo ci dice che cambia il modo di viaggiare. Il turismo è una risorsa fondamentale per il nostro Paese e dovrebbe rappresentare uno dei motori della nostra economia. Non possiamo restare a guardare arroccandoci su posizioni anacronistiche: è tempo di regolamentare il settore, garantendo così un’effettiva concorrenza per i consumatori, che non significa necessariamente andare contro i vecchi modelli, ma semplicemente capire che Internet e la sharing economy sono un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire».