Autori e dollari, così i cinesi scalano anche il mercato editoriale

Autori e dollari, così i cinesi scalano anche il mercato editoriale

Il mercato editoriale mondiale si allarga a nuovi scenari, accoglie l’ambizione delle grandi case editrici asiatiche e mostra una complessità sempre più crescente rispetto al passato. Lo racconta la classifica 2015 dei più grandi gruppi editoriali del mondo, pubblicata per il nono anno da Publishers Weekly e Livres Hebdo.

Sono diversi gli avvenimenti che vanno a comporre l’attuale classifica e che potrebbero influenzarne la composizione anche in futuro, da qui all’anno prossimo. In primo luogo, le grandi acquisizioni tra gruppi editoriali, la transizione al digitale che molte aziende stanno portando a termine e la comparsa in classifica dei gruppi editoriali cinesi, che solo da qualche tempo hanno messo a disposizione i dati economici delle loro attività.

Al primo posto in termini di fatturato c’è Pearson con 7 miliardi di dollari nel 2014, non passano che poche posizioni prima di incontrare l’avanzata cinese, new entry e già nella Top 10

Se il primo posto in termini di fatturato è occupato ancora da Pearson con 7.072 miliardi di dollari nel 2014, non passano che poche posizioni prima di incontrare l’avanzata cinese, new entry e già nella Top 10. Al sesto e al settimo posto troviamo infatti la Phoenix Publishing & Media Company e la China South Publishing & Media Group Co.,Ltd, entrambe sopra i 2 miliardi di fatturato e superiori alla francese Hachette Livre e all’americana McGraw-Hill Education. Le due case editrici asiatiche hanno fatto segnare un incremento di fatturato rispettivamente del 16 per cento e del 31 per cento rispetto al 2013.

La presenza massiccia dell’editoria cinese all’ultima edizione di BookExpo America, con 500 tra dirigenti e autori presenti, mostra come gli asiatici siano intenzionati a fare sul serio

La trasparenza finanziaria adottata dai giganti editoriali cinesi potrebbe diventare un fattore molto importante per gli scenari dell’editoria internazionale. La presenza massiccia dell’editoria cinese all’ultima edizione di BookExpo America (la più grande fiera di settore statunitense), con 500 tra dirigenti e autori presenti, mostra come gli asiatici siano intenzionati a fare sul serio. La Phoenix ne è la dimostrazione più lampante: il gruppo possiede una catena di 66 librerie in Cina e dal 2009 ha avviato un percorso di internazionalizzazione cominciato con una joint venture con Hachette e che ha come risultato più recente l’acquisizione della Lincolnwood, casa editrice americana specializzata in libri per ragazzi. Nel frattempo, la Phoenix ha aperto nel 2012 un ufficio nel Regno Unito e una holding di partecipazioni a New York. Insomma, il sentiero pare tracciato, staremo a vedere.

Il primo gruppo italiano è DeAgostini, al 18esimo posto, poi Gems al 35esimo, Mondadori al 37esimo e RCS Libri al 48esimo posto

Discorso diverso per i gruppi editoriali italiani, staccati dalle prime dieci posizioni e in calo di fatturato rispetto allo scorso anno. Al 18esimo posto troviamo DeAgostini Editore, con un fatturato di 1,36 miliardi di dollari, ma in perdita di cinque posizioni rispetto al 2014. Segue al 35esimo posto il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol e il Gruppo Mondadori, 37esimo con 410 milioni di dollari di fatturato nel 2014. A chiudere la classifica degli italiani c’è RCS Libri, al 48esimo posto. Vedremo se tra qualche anno la classifica dei gruppi italiani subirà qualche sostanziale modifica, soprattutto in relazione alla probabile fusione tra Rcs e Mondadori. Precisazione doverosa per quello che riguarda i dati economici in classifica: come ricorda GdL, la definizione del fatturato editoriale di ciascun gruppo potrebbe comprendere anche i fatturati di altri business alternativi, che renderebbero l’ordine di classifica diverso rispetto alle solite quote di mercato.

Penguin Random House, quinta con poco più di 4 miliardi di fatturato, si conferma però come il più grande gruppo editoriale trade del mondo 

Per tornare ai piani alti, dopo Pearson troviamo nella Top Ten gruppi editoriali appartenenti al settore professionale e universitario. Secondo posto per la canadese Thomson Reuters con 5,76 miliardi di dollari, terzo RELX Group (5,36 miliardi) e quarti gli olandesi di Wolters Kluwer (4,45 miliardi). Penguin Random House, quinta con poco più di 4 miliardi di fatturato, si conferma però come il più grande gruppo editoriale trade del mondo . Le vendite sono aumentate del 25%, grazie soprattutto alla fusione con Penguin, completata nel luglio 2013 e all’acquisizione di Santillana Ediciones Generales, completata nel luglio 2014.

Le grandi acquisizioni giocheranno un ruolo fondamentale anche nella classifica del prossimo anno: è il caso di HarperCollins che il 1 agosto 2014 ha completato l’acquisto di Harlequin Enterprise, i cui risultati si vedranno solo l’anno prossimo (per ora si fa riferimento all’anno fiscale conclusosi il 30 giugno 2014). Tra le fusioni che condizioneranno i ranking futuri c’è quella che riguarda Macmillan Science & Education e Springer Science & Business Media, conclusa a maggio 2015 e che ha dato luogo a una nuova società, Springer Nature.

Se i numeri non vi annoiano, potete completare la lettura consultando la classifica completa di Publishers Weekly .

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